Investire in ETF nel 2024

Il mercato degli ETF è in continua espansione e ruba quote ai fondi attivi. Ma l’industria non sta solo crescendo, sta anche cambiando. Ecco cosa bisogna sapere per investire nei fondi quotati.

Sara Silano 19/02/2024 | 09:16
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infografica finanziaria sugli ETF

Il 2024 sarà un altro anno record per gli ETF? Se sì, quali strategie cattureranno di più gli investitori? Gli ETF attivi rivoluzieranno l’industria? I fondi quotati potranno ancora essere considerati strumenti a basso costo?

Gli investitori in ETF entrano nel nuovo anno con diverse certezze, ma anche con la curiosità di sapere dove sta andando il mercato.

Il boom degli ETF

Partiamo dalle certezze, ossia dai numeri. In Europa, il 2023 è stato il secondo miglior anno in assoluto da quando sono disponibili le serie storiche di Morningstar per crescita della raccolta netta (+80%). Gli investitori hanno fluire quasi 144 miliardi di euro, contribuendo a far salire il patrimonio al livello record di 1,64 mila miliardi.

Negli Stati Uniti, gli asset investiti in strategie passive, all’interno delle quali gli ETF fanno la parte del leone, hanno superato quelli delle attive nel 2023. Nel resto del mondo, il pendolo oscilla ancora a favore dei gestori attivi (solo il 26% degli asset è in prodotti indicizzati) a causa di fattori quali la struttura distributiva in molti Paesi, come l’Italia, dove domina il canale bancario ed è poco sviluppata la consulenza indipendente. Altri fattori sono la regolamentazione e la preferenza degli investitori per altre tipologie di strumenti.

Tuttavia, la crescente popolarità degli ETF su asset class come quella obbligazionaria, che in passato era rimasta indietro rispetto allo sviluppo degli azionari, fa pensare che le proporzioni tra attivi e passivi possano cambiare a favore di quest’ultimi anche in Europa.

Le nuove tendenze nell’industria degli ETF

L’industria degli ETF, però, non sta solo crescendo, ma sta anche cambiando. Una delle tendenze più recenti è quella degli ETF attivi, che in Europa sono ancora una nicchia, ma negli Stati Uniti hanno acquistato grande popolarità negli ultimi anni a discapito di altre strategie come gli smart beta. Sul mercato si affacciano anche altre tipologie come gli alternativi.

La direzione, dunque, sembra quella di strumenti più sofisticati rispetto ai tradizionali fondi quotati che replicano passivamente un indice. La conseguenza è un incremento dei costi, che significa anche maggiori margini di profitto per gli ETF provider. Gli analisti di Morningstar fanno notare che l’aumento potrebbe essere minimo, ma segna un’inversione di marcia rispetto a un trend ultradecennale che nei soli Stati Uniti ha visto scendre le fee del 56% dal picco del 2009.

Le nuove tipologie di ETF riusciranno a catturare gli investitori? Negli ultimi anni, l’industria europea è stata protagonista di diverse ondate, inclusa quella ponderosa dei tematici che si è ridimensionata in tempi recenti, e ancor prima quella degli smart beta che nel 2023 hanno attratto meno di un miliardo di flussi, una somma lontana dagli oltre 10 miliardi del 2021.

Nel caso degli ETF attivi, però, non è solo il prodotto a cambiare, ma il modo di concepire l’ETF che diventa un involucro (wrapper) all’interno del quale ci possono stare sia strategie passive che attive.

Cosa sapere per investire in ETF nel 2024

Per comprendere a pieno le trasformazioni in atto, Morningstar dedica l’intera settimana agli ETF, con analisi sulle evoluzioni più recenti, gli strumenti con il più alto rating Morningstar, le tendenze nei tematici e le informazioni utili ad aiutare gli investitori a prendere decisioni consapevoli.

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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