Il futuro degli ETF è nella formula: meno gestione passiva e più attiva? La domanda è d’obbligo vista la popolarità degli ETF attivi. Negli Stati Uniti la crescita è stata esplosiva negli ultimi anni. In Europa sono ancora una nicchia, ma il lancio di nuovi fondi quotati di questo tipo è in continuo aumento.
Cosa sono gli ETF attivi?
Gli ETF a gestione attiva sono fondi quotati in Borsa che investono in un portafoglio di titoli azionari o obbligazionari scelti da un gestore e si differenziano dagli ETF tradizionali che replicano passivamente un indice basato su regole predeterminate. In sostanza, cercano di sovraperformare il benchmark attraverso la selezione dei titoli o l’allocazione settoriale.
Jason Xavier, Head of EMEA ETF Capital Markets di Franklin Templeton, ha scritto qualche tempo fa che “nell’aria si percepisce il sentore di una nuova epoca per gli investimenti, che riporterà in auge la gestione attiva”. Più recentemente, Ryan Jackson, analista di Morningstar negli Stati Uniti, ha detto che “da un giorno all’altro, gli ETF attivi sono passati dall’oscurità all’ubiquità”, spiegando che la loro ascesa deriva da un mix di cambiamenti normativi, sviluppo di prodotti e tendenze di mercato che hanno fatto emergere “i loro vantaggi unici”.
Gli ETF attivi in Europa
Secondo i dati Morningstar, gli ETF attivi hanno raccolto 6,7 miliardi di euro nel 2023, in crescita dai 2,4 miliardi del 2022. Il patrimonio ha raggiunto i 28,9 miliardi di euro (20,1 miliardi nel 2022). rappresentano l’1,8% del patrimonio investito in Exchange traded fund in Europa (era l’1,5% l’anno precedente).
Inizialmente, lo sviluppo di ETF attivi è avvenuto soprattutto nel segmento delle strategie obbligazionarie. Pimco US Dollar Short Maturity ETF e Pimco Euro Short Maturity ETF sono solo due degli esempi di questi prodotti. Ma negli ultimi anni, l’espansione è passata attraverso le strategie azionarie. Tra i debutti più recenti ci sono quelli di tre prodotti di JPMorgan asset management sull’azionario USA large-cap, che danno la possibilità agli investitori di accedere ai portafogli core, value e growth dei migliori team di gestione.
“Operatori affermati come JPMorgan – che in questo segmento ha una quota di mercato che sfiora il 44% - e Fidelity hanno costruito la loro gamma di ETF principalmente con quelli attivi”, spiega José Garcia-Zarate, associate director per la ricerca sulle strategie passive di Morningstar in Europa. “Inoltre, anche i nuovi attori che si affacciano sul mercato degli ETF, come Robeco, sembrano dirigersi verso questo segmento. Questa tendenza potrebbe significare che il mercato delle strategie passive tradizionali è piuttosto saturo e non è facile per chi entra adesso farsi strada e guadagnare posizioni in modo significativo”.
L’ascesa degli ETF attivi nel mondo
Secondo l’ultimo Global Fund Flow Report di Morningstar, i tassi di crescita degli ETF attivi a livello mondiale sono stati superiori a quelli dei fondi indicizzati tradizionali nel 2023: +37% contro + 8%, su base organica.
I soli ETF azionari a gestione attiva sono cresciuti del 48% su base organica l’anno scorso. La categoria è in pieno sviluppo dal 2020 e mostra pochi segni di rallentamento. La parte del leone la fanno gli Stati Uniti: su un patrimonio globale di 342 miliardi di dollari, 287 miliardi sono da attribuire al mercato statunitense.
Che il fenomeno sia però diventato ormai mondiale, lo dimostra il fatto che gli ETF attivi non domiciliati negli Stati Uniti sono cresciuti del 28% l’anno scorso.
... E negli USA
Morningstar ha anche calcolato che, negli Stati Uniti, in ogni anno dal 2018, gli ETF attivi hanno avuto flussi netti per almeno 25 miliardi di dollari e registrato un tasso di crescita organico superiore al 30% negli Stati Uniti.
La corsa degli investitori verso questi strumenti ha pesantemente penalizzato i fondi attivi tradizionali e per la prima volta nel 2023 gli asset delle strategie passive hanno superato - anche se di poco - quelli delle attive (13.293 miliardi di dollari contro 13.234).
Più fondi quotati attivi e meno smart beta
Non solo, ma gli ETF attivi stanno diventando il punto di riferimento degli investitori che cercano di generare valore con i fondi quotati a discapito degli smart beta (o strategic beta). L’industria se ne è accorta e ha risposto con il lancio di numerosi prodotti di questo tipo, dentro e fuori dagli Stati Uniti.
“Sempre meno emittenti di ETF sono incentivati a lanciare fondi nuovi nel mercato ormai maturo degli ETF strategici-beta”, afferma Mo’ath Almahasneh, associate manager research analyst di Morningstar. “La pressione al ribasso sulle commissioni sta spingendo i provider più piccoli ad abbandonare questo spazio, mentre gli ETF attivi o alternativi, che possono applicare commissioni più elevate, offrono nuove e potenzialmente redditizie opportunità agli emittenti di ETF emergenti”.
L’analista è convinto che questa tendenza continuerà nel 2024, riducendo ulteriormente il numero di lanci di ETF beta strategici e forse aumentando le chiusure.
Gli ETF diventeranno sempre più attivi anche in Europa?
Secondo gli esperti, non è solo la saturazione del mercato delle strategie passive tradizionali con la conseguente ricerca di nuove strade per entrare nell’industria degli ETF a favorire la crescita di questi strumenti. È evidente la crescente popolarità dell'“involucro” (wrapper) dell'ETF come veicolo d'investimento”, spiega Garcia-Zarate. “Sebbene gli ETF siano stati tradizionalmente identificati come fondi passivi, la realtà è che sono solo veicoli e non vi è alcun ostacolo alla distribuzione di strategie attive”.
I vantaggi degli ETF attivi
Rispetto a un fondo comune, un ETF attivo presenta diversi vantaggi, tra cui i costi, perché a parità di altre condizioni, gli ETF tendono a essere più economici. Altri vantaggi sono la negoziazione in Borsa in tempo reale e la trasparenza (molti di questi strumenti rendono disponibili le loro posizioni in portafoglio su base giornaliera).
Attenzione, però, gli ETF attivi non sembrano essere dei perfetti sostituti dei fondi tradizionali gestiti attivamente. “Le nostre prime analisi di questo mercato rivelano che le strategie attive tipicamente vendute negli ETF non mostrano la piena flessibilità di un fondo attivo tradizionale”, chiarisce Garcia-Zarate. “Sì, sono attive, ma fino a un certo punto perché devono mantenere il tracking error rispetto al benchmark entro livelli accettabili e quindi contenere il turnover e i costi di gestione”.
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