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Indici PMI: i dati preliminari mostrano un quadro economico misto nell'Eurozona e in UK

L'attività manifatturiera è in contrazione, mentre si stabilizzano i servizi. L’economia tedesca è sempre più in difficoltà. Meglio il resto della regione. Nel Regno Unito, cresce il settore privato.

Sara Silano 22/02/2024 | 14:58
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Oggi, 22 febbraio, sono state pubblicate le stime "flash" degli indici dei responsabili degli acquisti™ (PMI®) nell'Eurozona e nel Regno Unito. Con il Regno Unito ufficialmente in recessione, che si aggiunge alla Germania, questi dati sono tenuti sotto stretta osservazione per individuare eventuali segnali di ripresa in settori economici chiave come quello manifatturiero e dei servizi. Si tratta di stime iniziali per il mese in corso, soggette a revisione.

Secondo i dati provvisori dell'indagine PMI® sui responsabili degli acquisti, forniti da S&P Global, a febbraio l'attività delle imprese nell'area euro è scesa al ritmo più lento degli ultimi otto mesi. La stabilizzazione della produzione nel settore dei servizi ha compensato un'ulteriore forte flessione nel settore manifatturiero.

A febbraio, l'indice HCOB Flash Eurozone Composite PMI Output, destagionalizzato, è salito da 47,9 punti di gennaio a 48,9 (leggermente superiore al consenso FacSet). Ricordiamo che gli indici PMI sono considerati un barometro dello stato di salute dell’economia e un valore inferiore a 50 indica contrazione.

"Pur segnalando il nono mese consecutivo di calo della produzione, la discesa è stata la più contenuta dallo scorso giugno. Sebbene l'ultima lettura suggerisca che la contrazione più profonda dell'eurozona dal 2013 (se si escludono i primi mesi della pandemia) sia perdurata fino al 2024, il tasso di declino sta mostrando segni di moderazione nel primo trimestre", ha dichiarato S&P in una nota.

Le condizioni economiche hanno continuato a variare in modo marcato da settore a settore nell'Eurozona, con la produzione manifatturiera (indice HCOB Flash Eurozone Manufacturing PMI Output) che è scesa a 46,2 per l'undicesimo mese consecutivo a febbraio. Il tasso di declino ha subito una nuova accelerazione dopo la moderazione registrata a gennaio (46,6), registrando un altro mese di forte contrazione. Al contrario, l'attività del settore dei servizi si è stabilizzata a 50 (leggermente superiore a gennaio), dopo sei mesi di continuo deterioramento.

La Germania resta indietro rispetto all'Eurozona

A livello nazionale, l'aggravarsi della contrazione in Germania e il calo sostenuto della produzione in Francia sono stati contrastati da una crescita più rapida nel resto della regione. In Germania, le stime sugli indici PMI indicano che la produzione è calata per l'ottavo mese consecutivo e al ritmo più rapido dallo scorso ottobre. L'attenuazione della flessione nel settore dei servizi tedesco ha compensato solo in parte l'aggravarsi della situazione in quello manifatturiero. La produzione si è contratta anche in Francia, ma il calo è stato il più contenuto registrato dall'inizio della crisi nel giugno dello scorso anno, grazie alla moderazione dei tassi di deterioramento della produzione del settore manifatturiero e dei servizi.

Nel frattempo, il resto dell'Eurozona ha registrato una crescita della produzione per il secondo mese consecutivo, in contrasto con i cali registrati nei cinque mesi precedenti, registrando il più grande miglioramento mensile dallo scorso maggio. La crescita più rapida del settore dei servizi è stata accompagnata da una quasi stabilizzazione della produzione manifatturiera.

Secondo l’indagine di S&P Global, la fiducia delle imprese nell'anno a venire è migliorata, raggiungendo un massimo di dieci mesi e incoraggiando le aziende ad aumentare il personale a un ritmo che non si vedeva dallo scorso luglio.

La BCE taglierà i tassi?

Secondo Michael Field, European market strategist di Morningstar, le stime sugli indici PMI hanno confermato due cose:

  • 1) Le aspettative in Europa sono basse.
  • 2) Il quadro è ancora confuso.

"I PMI manifatturieri in Europa sono diminuiti a febbraio. Con i prezzi dell'energia elevati e un mercato del lavoro relativamente rigido, è difficile che questa tendenza migliori materialmente a breve", ha dichiarato Field. "I PMI dei servizi sono stati più promettenti, salendo a 50 per la prima volta dall'estate 2023 e battendo le aspettative degli economisti".

"Nel complesso, però, l'economia europea rimane debole e non si sa se questo si tradurrà in una rapida riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. Ma certamente la BCE è sottoposta a crescenti pressioni per agire su questo fronte", ha concluso Field.

Gli indici PMI britannici placano i timori di recessione

Field di Morningstar ha commentato anche i numeri del Regno Unito, affermando che seguono le tendenze dell'eurozona.

Secondo i dati preliminari di giovedì, il settore privato britannico si è espanso per il quarto mese consecutivo e al ritmo più veloce dal maggio dello scorso anno. A febbraio l'indice è salito a un massimo di nove mesi di 53,3 punti da 52,9 punti di gennaio. L'ulteriore aumento rispetto alla soglia di 50 punti indica che il ritmo di espansione è leggermente cresciuto. La lettura è stata superiore al consenso di mercato di 52,9 citato da FXStreet.

Field ha affermato: "Essenzialmente i servizi stanno mostrando un miglioramento significativo, salendo a 54,3 punti a febbraio, un dato migliore delle aspettative. Il settore manifatturiero rimane saldamente al di sotto del magico numero di 50, con uno scarno 47,1, ed è improbabile che le prospettive si invertano a breve".

La nota di S&P spiega che gli intervistati hanno spesso citato un'inversione di tendenza nella spesa delle imprese e dei consumatori, nonostante le continue pressioni sul costo della vita, mentre alcuni hanno anche commentato una spinta dalle condizioni finanziarie meno restrittive.

Chris Williamson, capo economista di S&P Global Market Intelligence, commenta: "I dati del sondaggio indicano che l'economia crescerà a un tasso trimestrale dello 0,2-3% nel primo trimestre del 2024, fugando i timori che la flessione dello scorso anno si sia riversata nel 2024 e suggerendo che la 'recessione' del Regno Unito è già finita".

La Banca d'Inghilterra taglierà i tassi?

Field osserva che resta da vedere se i dati preliminari degli indici PMI flash significhino che dobbiamo aspettarci un taglio dei tassi nei prossimi mesi. Tuttavia, la Banca d'Inghilterra ha diverse opzioni.

"Con i tassi di interesse nel Regno Unito più alti tra i grandi paesi sviluppati, al 5,25%, la Banca d'Inghilterra ha un notevole margine di manovra per quanto riguarda i tagli. Per i banchieri che cercano di camminare sul filo del rasoio di una ripresa dell'inflazione e di un'economia in difficoltà, il loro compito non sta diventando più facile", ha concluso.

L'articolo è stato integrato con notizie di Alliance News e curato da Sunniva Kolostyak per la parte relativa al Regno Unito.

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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