L’India è sempre più sotto i riflettori. Dopo essere diventato nell’aprile 2023 il Paese più popoloso al mondo, superando la Cina, con circa 1,43 miliardi di abitanti, lo scorso 22 gennaio la Borsa indiana ha ufficialmente superato in capitalizzazione quella di Hong Kong (4,3 contro 4,29 trilioni di dollari), salendo così al quarto posto nella classifica dei mercati azionari più grandi del globo, una pietra miliare che sottolinea il crescente ottimismo degli investitori internazionali sulle prospettive economiche di Nuova Delhi.
Il sorpasso riflette la performance eccezionale che l'India ha avuto nel 2023, in quanto la maggiore partecipazione degli investitori retail, la forte crescita economica e l'aumento della liquidità hanno incrementato sensibilmente il valore complessivo delle azioni quotate nelle Borse indiane.
Il mercato azionario indiano – misurato dal Morningstar India Index NR – è cresciuto nell’ultimo anno del 37,4%, contro il 23,2% segnato dall’indice Morningstar Emerging Markets NR e dal 18,9% guadagnato dai mercati globali (Morningstar Global Markets NR – dati in euro al 22 febbraio 2024).
“Siamo particolarmente ottimisti sull'economiaindiana e prevediamo una forte crescita del PIL di circa il 7% annuo nell'anno fiscale 2024, trainata da una domanda interna resiliente e da una forte crescita della spesa in conto capitale”, si legge in una recente analisi sulla regione asiatica a cura di Pimco. “Nonostante l'indebolimento degli investimenti diretti esteri, gli investimenti di portafoglio esteri stanno migliorando in modo significativo e, secondo le nostre stime, creeranno un surplus della bilancia dei pagamenti di 50 miliardi di dollari nel 2024, a fronte di un deficit di 9,1 miliardi di dollari nel 2023. Ciò è dovuto alla forte performance del mercato azionario e alla prevista inclusione dei titoli di Stato indiani negli indici globali obbligazionari dei mercati emergenti nel corso dell'anno, fattori che hanno anche aiutato la rupia a sovraperformare le altre valute asiatiche”, prosegue la nota.
“Tuttavia, il livello di attività economica è ancora molto al di sotto del trend pre-pandemia”, afferma Mali Chivakul, emerging markets economist di J. Safra Sarasin. “Secondo uno studio del Fondo monetario internazionale, con una serie di riforme (codici del lavoro, norme sugli investimenti favorevoli alle imprese, partecipazione della forza lavoro femminile, istruzione), la crescita potenziale dell'India potrebbe salire al 7%. Con l'ultima vittoria del partito BJP nelle elezioni regionali, è aumentata la probabilità che il Primo ministro Modi possa rimanere per un altro mandato. La rielezione di Modi potrebbe consentirgli di concentrarsi nuovamente sulle riforme strutturali. Come abbiamo sostenuto in passato, i risparmi interni dell'India sono insufficienti a finanziare il suo fabbisogno di investimenti. Riforme favorevoli agli investimenti e al commercio attirerebbero maggiori afflussi esteri in India”.
Verso le elezioni
Di fatti, tra i tanti appuntamenti elettorali del 2024, c’è anche quello della più grande democrazia al mondo, che vedrà tra aprile e maggio il coinvolgimento di circa 900 milioni di persone, con il primo ministro in carica Narendra Modi che punta alla rielezione per il terzo mandato.
C’è molto interesse attorno a queste elezioni, sia per il significativo peso politico che di per sé possiedono, sia per l’impatto che possono generare anche sulla comunità degli investitori internazionali, dal momento che solo una solida maggioranza parlamentare consentirà di proseguire senza interruzioni l’ambizioso piano di riforme già in atto, fondamentale anche per la continua e massiccia attrazione di investimenti esteri a cui il Paese punta con forza.
Nel caso in cui il partito attuale dovesse essere confermato, infatti, i mercati dovrebbero reagire positivamente, dando un senso di continuità e stabilità agli investitori. Al contrario, gli investitori potrebbero rimanere cauti fino al momento in cui le politiche del governo non diventeranno più chiare.
L’offerta ETF
Gli investitori italiani possono scegliere tra sei Exchange traded fund esposti al mercato azionario di Mumbai, i cui principali indici tradizionalmente utilizzati sono l’MSCI India e il Nifty 50.
Discorso a parte per il Franklin FTSE India UCITS ETF (FLXI), l’unico a replicare il FTSE India 30/18 Capped, un benchmark che replica l’evoluzione di un paniere composto attualmente da 213 aziende indiane a grande e media capitalizzazione di mercato. La più grande azienda nell'indice è limitata ad un massimo del 30% della capitalizzazione dell'indice, tutti gli altri componenti dell'indice ad un massimo del 18%. In realtà, ad oggi, la principale posizione del fondo è dedicata al conglomerato energetico Reliance Industries LTD (RELIANCE), con l’8,35% del portafoglio. La maggiore ampiezza del portafoglio rispetto gli altri indici (come vedremo in seguito), unita a delle commissioni decisamente inferiori (19 punti base) fanno sì che questo ETF riceva un Morningstar Medalist Rating pari a Gold.
L’MSCI India NR Index, invece, copre circa l’85% della capitalizzazione della Borsa indiana, includendo 131 titoli. Le azioni sono classificate in base alla loro dimensione e liquidità e sono selezionate per l'inclusione sulla base di una combinazione di questi due fattori. I pesi dei singoli costituenti si basano sulla capitalizzazione di mercato ponderata aggiustata per il flottante. In termini di esposizione settoriale, l'indice è relativamente ben diversificato, nonostante il numero di componenti. Il comparto finanziario (24-25%) è la più grande allocazione, seguito dai titoli tecnologici (13-14%) ed energetici a pari merito coi consumi discrezionali (11%). Il benchmark è piuttosto concentrato, con i primi 10 componenti che rappresentano il 38,3% del valore del portafoglio. Tra questi, troviamo anche qui Reliance Industries all’8,6%, il fornitore di servizi informatici Infosys (INFY) al 5,5% e ICICI Bank (ICICIBANK) al 5,3%.
Il Nifty 50 NR Index, invece, conta i 50 maggiori titoli azionari quotati sulla Borsa indiana e copre circa il 65% della capitalizzazione totale, toccando 13 diversi settori. Le azioni sono selezionate sulla base della capitalizzazione di mercato aggiustata per il flottante. Il settore più importante è quello finanziario (36-37%), seguito dall’information technology (12-13%) e dall’energia (9%).
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