Campari riuscirà a brindare ai conti del 2023?

Manca poco all’appuntamento con i numeri del quarto trimestre dello scorso anno. La società leader nel settore degli spirits ci arriva dopo alcune settimane dense di notizie come l’impegno fatto per acquisire Courvoisier e l’indagine della Cina sui liquori. Ma gli analisti non vedono particolari rischi all’orizzonte.

Fabrizio Guidoni 26/02/2024 | 00:20
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Campari Group è pronta a togliere il tappo ai conti del quarto trimestre del 2023, e quindi a tutto lo scorso anno, martedì 27 febbraio. La curiosità da parte degli investitori è elevata visti gli ultimi mesi pieni di elementi importanti per i conti del leader del settore degli spirit, protagonista a livello internazionale: dall'acquisizione di Courvoisier all'indagine in Cina sui liquori Ue, fino al recente aumento di capitale sotto forma di private placement.

La strategia di crescita passa da Courvoisier

A dicembre Campari Group ha annunciato la trattativa per l’acquisizione del marchio Courvoisier, storico cognac premium. La società italiana, che capitalizza intorno ai 12 miliardi di euro in Borsa Italiana, ha deciso di rilevare il 100% del capitale di Beam Holding France, che detiene il marchio Courvoisier, al prezzo di 1,2 miliardi di dollari. La mossa ha raccolto molta attenzione da parte del mercato. Da Banca Akros è stato sottolineato che la struttura di finanziamento dell'acquisizione di Courvoisier è efficace in quanto permette al gruppo di mantenere una struttura finanziaria bilanciata, con spazio per ulteriori potenziali deal M&A. Gli stessi analisti hanno confermato il rating "accumulate" e il prezzo obiettivo di 12,7 euro sul titolo. Nel confermare il rating buy con target price a 12,6 euro, gli esperti di Deutsche Bank hanno evidenziato che l'acquisizione di Courvoisier migliora l'esposizione complessiva del brand negli Stati Uniti e in Cina. L'impatto sull'utile per azione (Eps) è giudicata positiva nell'ordine dell'1-3%.

Per Philip Gorham, strategist Consumer Equity Research di Morningstar, "il consolidamento è un pilastro fondamentale della strategia di Campari. Il portafoglio dell'azienda è più ristretto rispetto a quello dei suoi competitor e al di fuori della sua gamma di aperitivi comprende piccoli marchi locali con un riconoscimento geografico limitato. Per questo motivo non vediamo una posizione di vantaggio (Economic moat) all’interno del settore".

Il finanziamento dell'acquisizione

Per finanziare l'acquisizione di Courvoisier, Campari ha effettutato un aumento di capitale da 650 milioni sotto forma di private placement al prezzo di 9,33 euro e l'emissione di un prestito obbligazionario convertibile da 550 milioni. Per Equita Sim, "il razionale di questa operazione di financing può essere quello di avere flessibilità finanziaria, eventualmente anche in vista di una possibile nuova acquisizione, come anticipato anche dal Ceo in una recente intervista dopo l'acquisizione di Courvoisier. Lo stesso comunicato stampa infatti indica che le risorse raccolte serviranno per finanziare l'acquisto di Courvoisier e rafforzare il profilo finanziario del gruppo per un ulteriore espansione futura. Stimiamo infatti ora un D/Ebitda 2025 a circa 2 rispetto ai 2,8 con finanziamento interamente a debito (e 1,6 pre-acquisizione)". Con questo mix di finanziamento Equita calcola un impatto dell'acquisizione sugli Eps adjusted al 2025-27 leggermente negativo (-1/2%). L'impatto negativo, comunque, è visto più che compensato dalla discesa dei tassi di interesse e il target sul titolo Campari è stato quindi incrementato del 2% a 11,4 euro, pur con un rating hold.

La valutazione dei numeri del 2023

Ma cosa aspettarsi dai conti del 2023 di Campari? Una valutazione di massima arriva da uno studio sul settore europeo degli spirits sviluppato dagli analisti di Jefferies, che prende spunto anche dai conti per il 2023 di Lvmh e, in particolare, per il terzo trimestre 2023 di Remy Cointreau. Quest'ultima ha registrato nel terzo trimestre dell'esercizio 2023 un calo delle vendite del 23,5%, coerente con le stime del consenso, in scia all'esposizione al mercato cinese. Gli esperti sottolineano le indicazioni positive arrivate per le vendite di cognac, cresciute a livello europeo del'1,9% nel corso degli ultimi tre mesi del 2023 a fronte del calo del 17,6% al 30 settembre. Un andamento che rappresenta per Jefferies un'indicazione incoraggiante per Campari. Gli stessi analisti hanno un giudizio hold e target 9,02 euro, in funzione dell'acquisizione di Courvoisier.

Gli analisti di Stifel hanno stimato che i conti del quarto trimestre del gruppo dovrebbero mostrare un rimbalzo dei ricavi organici rispetto ai tre mesi precedenti. Sul titolo hanno raccomandazione buy, ma diverse settimane fa hanno ridotto il prezzo obiettivo da 12,30 a 11,7 euro "per tener conto della diluizione derivante dall''acquisizione di Courvoisier". Sempre nelle settimane di inizio anno gli esperti di Ubs, nel tagliare il prezzo obiettivo su Campari da 12,3 a 11,5 euro pur confermando la raccomandazione buy, hanno comunque alzato le loro stime di crescita organica dei ricavi nel 2023, posizionandosi al di sopra del consenso, ma hanno confermato le loro previsioni di Ebit organico al 10,5%, al di sotto del consenso. Le stime di Eps 2023-2025 sono state abbassata lievemente di circa il 2%, considerando l'effetto negativo dei cambi. 

 

 

L'impatto dell’indagine cinese sui liquori Ue è visto limitato

Una delle notizie più calde per il settore degli spirits arrivate nell'ultimo periodo è quella dall'avvio da parte della Cina di un'indagine antidumping su alcuni liquori provenienti dall'Unione europea. Tuttavia, l'impatto potenziale su Campari sembra essere giudicato molto limitato. Per Banca Akros, i ricavi di Courvoisier in Cina sono pari al 9% del totale e il peso dei ricavi della neoacquisita su Campari è pari a circa l'8%. Non solo. L'attuale turnover di Campari è stimato essere solo per il 2%-3% legato alla Cina. Da parte loro, gli analisti di Equita Sim segnalano che l'impatto per Campari è praticamente nullo. Anche gli esperti di Intermonte hanno messo in evidenza che la notizia ha avuto un impatto negativo per il comparto, ma colpisce soprattutto i produttori francesi, particolarmente esposti alla categoria del Brandy/Cognac e soprattutto al mercato cinese.

 

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Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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