I dati di gennaio della zona euro hanno mostrato un calo dell'inflazione al 2,8%, dal 2,9% del mese precedente, sostenendo l'ipotesi di un taglio dei tassi della Bce. Ma l'inflazione core è risultata più alta del previsto, al 3,3%. Ecco cosa aspettarsi dalla pubblicazione dei dati di febbraio.
I mercati guardano ai dati flash sull'inflazione nell'area dell'euro, rilasciati da Eurostat alle 11.00 di venerdì 1 marzo, dopo che i membri della Banca centrale europea (Bce) hanno recentemente detto che il calo dell’indice dei prezzi negli ultimi mesi potrebbe implicare una revisione al ribasso dell'inflazione per il 2024 nelle proiezioni di marzo.
Secondo le stime di consensus di FactSet, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) di febbraio - una misura dell'inflazione nell'Eurozona - dovrebbe registrare un aumento del 2,5% rispetto all'anno precedente.
L'inflazione annuale dell'area dell'euro è scesa al 2,8% a gennaio, dal 2,9% di dicembre, secondo Eurostat. Un anno fa il tasso era del 10%.
A gennaio, il contributo maggiore all’indice annuale dei prezzi dell'area dell'euro è venuto dai servizi (+1,73 punti percentuali, pp), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+1,13 pp), beni industriali non energetici (+0,53 pp) ed energia (-0,62 pp).
La Bce rivedrà le stime dell’inflazione?
"Ci aspettiamo che le proiezioni aggiornate dello staff [della Bce] a marzo declassino l'inflazione core di -0,1pp al 2,2% nel 2025, anche se vediamo i rischi inclinati verso un declassamento più ampio di -0,2pp al 2,1%", ha detto Goldman Sachs in una nota.
In ogni caso, i recenti commenti della Bce hanno sottolineato la dipendenza dai dati, perché gli effetti stagionali potrebbero complicare l'interpretazione dei numeri dell'inflazione in arrivo. I membri della Bce hanno affermato che sono ancora necessarie "continuità, cautela e pazienza", poiché il processo disinflazionistico rimane fragile e un rallentamento troppo precoce potrebbe annullare alcuni dei progressi compiuti.
Goldman Sachs prevede che la revisione delle proiezioni sull'inflazione sarà abbinato a una modifica del linguaggio formale della politica monetaria a marzo e si attendono che vengano riconosciuti i progressi significativi che sono stati compiuti negli ultimi mesi verso il target del 2%. "Ci aspettiamo che la presidente, Christine Lagarde, nella conferenza stampa, faccia notare che le proiezioni sembrano incoraggianti, che il consiglio rimane dipendente dai dati ma che ha bisogno di maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione tornerà al 2% in modo tempestivo e sostenibile".
Taglio dei tassi: aprile è troppo presto?
I dati sui salari sono particolarmente critici. L'indicatore della Bce sui salariali negoziati è rallentato al 4,5% nel quarto trimestre 2023, ma mostra ancora una crescita persistente al di sopra dell'inflazione target.
"Al 4,5%, la crescita dei salari negoziati è ancora significativamente al di sopra dell'intervallo 3-3,5% necessario per raggiungere l'obiettivo di inflazione del 2% della Bce", ha dichiarato Tomasz Wieladek, Chief European economist di T. Rowe Price, secondo il quale il consiglio direttivo della banca centrale aspetterà sicuramente almeno fino a giugno per avviare un ciclo di tagli dei tassi d'interesse, dato che per allora saranno disponibili i dati sui salari negoziati per il primo trimestre del 2024.
"Tuttavia, esiste un rischio significativo di un ulteriore aumento della crescita dei salari negoziati nel primo trimestre del 2024. In questo scenario, anche un taglio a giugno potrebbe diventare difficile da raggiungere", ha concluso Wieladek.
Goldman Sachs mantiene la sua previsione per il primo taglio ad aprile, perché si attende che il processo di disinflazione continui. Ma gli economisti aggiungono: "La tempistica del primo taglio rimane dipendente dai dati e pensiamo che il consiglio direttivo potrebbe aspettare fino a giugno se l'inflazione core e/o i dati sui salari rallenteranno meno di quanto prevediamo".
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