BRICS, PIGS, FAANG. Il mondo finanziario adora gli acronimi. Uno dei più recenti è stato coniato dagli analisti di Goldman Sachs nel 2020 (allora passò un po’ sottotraccia): GRANOLAS. La banca americana voleva evidenziare il fatto che anche in Europa i mercati finanziari vengano trainati da un gruppo ristretto di società e perciò individuò questo gruppo di 11 aziende di qualità, orientate alla crescita ed esposte a livello internazionale.
L’acronimo fu chiaramente ispirato dai “Magnifici 7” americani, i colossi tech che stanno trainando Wall Street negli ultimi tempi. La sigla, GRANOLAS, rimanda a un gruppo selezionato di pesi massimi europei: GSK, Roche, ASML, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L'Oréal, LVMH, AstraZeneca, SAP e Sanofi.
Con una capitalizzazione di mercato combinata di circa 2.700 miliardi di euro, questi 11 nomi sono stati responsabili di oltre la metà dei guadagni del mercato azionario europeo nell’ultimo anno.
Prospettive interessanti
In una nota rilasciata la settimana scorsa, gli analisti di Goldman Sachs sostengono che queste aziende presentano qualità che ci si aspetta possano prosperare nell'attuale ciclo, come una solida crescita degli utili, margini elevati e stabili e bilanci solidi.
Secondo Sharon Bell di Goldman Sachs Research, l’azionario europeo nel suo complesso potrebbe salire del 7,5% nel 2024, sostenuto da un contesto economico in miglioramento, da valutazioni ragionevoli e dalla prospettiva di rendimenti obbligazionari a lungo termine pressoché piatti.
“Mentre l'economia europea ha i suoi problemi, le più grandi aziende europee perseguono la crescita in tutto il mondo”, afferma Bell. “E questo le rende piuttosto interessanti”. Inoltre, la banca statunitense ritiene che possano anche beneficiare dello “spostamento strutturale verso gli investimenti passivi e della mancanza di liquidità nel mercato azionario europeo.”
E a proposito di investimenti passivi, quali opzioni ci sono a disposizione di chi volesse puntare ai “Magnifici 11” d’Europa, senza però dover acquistare tutti i singoli titoli e magari con l’aiuto di uno strumento semplice ed economico come un Exchange traded fund?
6 ETF (più 2) per investire nei GRANOLAS
Ad oggi, non ci sono prodotti espressamente dedicati ai GRANOLAS. Abbiamo quindi effettuato un’analisi dei portafogli degli ETF azionari domiciliati in Europa al fine di individuare i più esposti a questi 11 titoli. Di seguito le principali conclusioni.
I principali indici azionari dedicati ai titoli europei a grande capitalizzazione li contengono tutti, anche se in proporzioni diverse. Lo STOXX Europe 50, ad esempio, ha il 42-43% del proprio portafoglio esposto ai GRANOLAS.
Tra gli ETF che lo tracciano segnaliamo ad esempio l’iShares STOXX Europe 50 UCITS ETF EUR Dist (EUN) oppure il Deka STOXX Europe 50® UCITS ETF (EL4Y). Questi fondi dedicano circa il 7,1% dei propri asset a Novo Nordisk, il 5,1% a Nestlé e il 4,2% a LVMH, fino all’1,5% di GSK.
L’indice Euro STOXX 50, invece, si ferma al 27-28% di esposizione al gruppo azionario coniato da Goldman Sachs, mentre sale al 36% nella sua versione ESG, replicata ad esempio dal Deka EURO STOXX 50® ESG Filtered UCITS ETF (ELFA). Questo fondo dedica il 12,2% del portafoglio a ASML, l’8,4% a LVMH e il 6,7% a SAP.
Anche l’MSCI Europe (che con i suoi 425 titoli si presenta decisamente più diversificato rispetto al benchmark precedente) offre esposizione a tutte le 11 azioni GRANOLAS; in questo caso, tuttavia, il loro peso è del 22% circa del patrimonio totale. Tale quota sale però al 33% nel caso dell’Amundi MSCI Europe Climate Action UCITS ETF Dist (AE5B), progettato per identificare le aziende europee valutate come leader del proprio settore in termini di posizionamento e azioni relative alla transizione climatica. Anche in questo caso, la posizione principale tra i titoli del gruppo è Novo Nordisk con il 5,5% del portafoglio, seguito da ASML con il 5,2%.
Lo stesso discorso è valido per lo STOXX Europe 600, che a causa dell’ampiezza del proprio portafoglio non è in grado di offrire un’esposizione significativa al gruppo dei “magnifici 11” europei, fermandosi al 20% degli asset. Diverso è invece il caso del Franklin STOXX Europe 600 Paris Aligned Climate UCITS ETF (EUPA), il quale, dopo aver scremato l’universo di partenza in base a filtri ESG in modo da allinearlo agli accordi di Parigi del 2015, dedica il 35% dei propri asset agli 11 titoli GRANOLAS, con ASML che spicca come componente principale (5,5%).
Un caso simile è quello dello SPDR STOXX Europe 600 SRI UCITS ETF EUR Acc (600X), il cui portafoglio dedica quasi il 35% della propria esposizione a 8 degli 11 titoli GRANOLAS. Più equamente distribuita qui l’esposizione: si va dal 3,5% di Novo Nordisk all’1% di Sanofi.
Ci sono poi gli ETF settoriali. All’interno del gruppo GRANOLAS, sei aziende su 11 fanno parte dell’industria del settore farmaceutico: Novo Nordisk, Novartis, AstraZeneca, Roche, Sanofi e GSK sono anche le sei posizioni più importanti di fondi come lo SPDR® MSCI Europe Health Care UCITS ETF (STWX) o l’iShares S&P 500 Health Care Sector UCITS ETF USD (QDVG). Si tratta di strategie per loro natura molto concentrate, con questi sei nomi che pesano attorno al 70% dell’esposizione totale.
Diverso il caso delle strategie sul settore tecnologico, come l’iShares MSCI Europe Information Technology Sector UCITS ETF (ESIT), dove però il 50% di esposizione al gruppo GRANOLAS è dato solo dal grosso peso in portafoglio di due nomi, ASML (32%) e SAP (18%), il che lo rende quindi poco significativo.
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