Mentre le voci di nuova stagione di shopping nel segno di una strategia di crescita anche tramite M&A si rincorrono sui media, Generali punta senza incertezze dritta all'appuntamento del 12 marzo con la diffusione dei risultati ottenuti nell'ultimo trimestre del 2023 e più in generale su tutto l'anno scorso. Di sicuro, gli analisti e la stampa cercheranno di avere qualche conferma di come si sta muovendo il gigante italiano del settore delle assicurazioni nel campo delle acquisizioni, ma gli investitori saranno ben focalizzati sui numeri e sugli sviluppi della politica di remunerazione, alimentata da dividendi e buyback.
I risultati attesi
A fornire una previsione di come possono essere andati i conti di Generali nel 2023 sono stati, tra gli altri, anche gli analisti di Mediobanca Research che sul titolo hanno un giudizio "neutral". Gli esperti si aspettano un margine operativo di 6,73 miliardi di euro che andrebbe a confrontarsi con i 6,37 miliardi del 2022. Questo, nonostante le perdite di 1,1 miliardi riconducibili alle catastrofi naturali e di altre componenti negative, soprattutto dovute a riscatti, per altrettanti 1,1 miliardi. Le stime degli esperti di Mediobanca vedono anche un risultato operativo a 2,82 miliardi, seguito da un utile netto adjusted valutato a 3,53 miliardi. Il tutto in presenza di un solvency margin al 222%. Per quanto riguarda nello specifico l'ultimo trimestre dello scorso anno viene evidenziato il possibile impatto negativo dall'effetto cambi, con un ruolo primario per l'andamento del peso argentino, e un miglioramento dei flussi netti. A livello di aree di business, le attese per la voce "Vita" si attestano a 31,8 miliardi nel 2023, in miglioramento rispetto ai 30,1 miliardi del 2022.
Proprio in vista dell'appuntamento con i dati del trimestre ottobre-dicembre, gli analisti di Jefferies hanno limato del 3% le stime sull'utile per azione (Eps) in considerazione di una tantum a livello non operativo e nella voce "altri ricavi". Nel confermare, comunque, il giudizio “hold” e il target di 22 euro, hanno evidenziato che la fine del 2023 è stata caratterizzata da notevole volatilità a impattare proprio sulla voce "altri ricavi". Hanno anche ipotizzato che il management abbia realizzato perdite in conto capitale per 300 milioni su asset a reddito fisso, riallocate in bond a lunga scadenza, e che possano emergere costi di ristrutturazione per circa 200 milioni e un impatto negativo per 50 milioni negli asset immobiliari.
Piano industriale in via di sviluppo
Di recente l'amministratore delegato di Generali, Philippe Donnet, ha sottolineato che Generali è in questa fase focalizzata sul completamento del nuovo piano industriale, atteso per inizio 2025, e sui nuovi obiettivi in presenza di un contesto sfidante. Per il numero uno del Leone la solida posizione patrimoniale e di cassa consentirà alla compagnia di adottare una gestione di redistribuzione del capitale agli azionisti ancora più efficiente. "Abbiamo raggiunto un'ottima generazione operativa di cassa, abbiamo una posizione patrimoniale molto forte e una leva finanziaria più bassa del settore. Siamo quindi in una buona posizione per adottare una gestione ancora più efficiente della riallocazione di capitale attraverso dividendi che sono in crescita", ha affermato Donnet che ha anche confermato la distribuzione di un dividendo cumulato nel piano 202l-2024 nel range tra 5,2 e 5,6 miliardi, dopo avere distribuito 4,5 miliardi di dividendo complessivamente nel periodo 2019-2021.
"Oltre a questa distribuzione generosa di dividendi potremmo inoltre considerare riacquisti di azioni anche su base annuale", ha aggiunto. Secondo le stime, queta attività di remunerazione agli azionisti potrebbe portare il payout totale a livelli simili a quello di altri gruppi assicurativi europei come AXA in area 75%, composto da un 60% dividendi e un 15% riconducibile al piano di buyback. Gli analisti di Websim, che sul titolo hanno giudizio neutrale con target price 21 euro, ritengono che vi siano "spazi di miglioramento del payout rispetto alle nostre stime attuali stime e a quelle di consensus: per il 2023 le attese nostre e di consensus prevedono un dividendo per azione (dps) a 1,25 euro, con un payout implicito del 53% che cresce leggermente al 55% per gli anni successivi mentre un payout in area 60% potrebbe portare ad una revisione al rialzo delle nostre attese di dps. Inoltre, le nostre stime non riflettono ancora la possibile inclusione di un buyback annuale su base ricorrente. Sul tema governance, Generali è tra i gruppi che potrebbero avere maggiori ripercussioni dal DDL Capitali alla luce del rinnovo del CdA a primavera 2025".
La sostenibilità sempre più al centro
Durante un recente convegno Consob Lucia Silva, chief sustainability officer di Generali Ass., ha tenuto a evidenziare che il gruppo assicurativo è ora nel terzo e ultimo anno dell'attuale piano strategico, che ha alla sua origine proprio la sostenibilità. "Stiamo inoltre lavorando al prossimo piano, che in continuità con l'attuale avrà una forte attenzione alla sostenibilità" ha voluto sottolineare aggiungendo: "Credo sia importante sottolineare che oggi ci sono circa 120 trilioni d dollari, di investitori, fondi e società di gestione, che sono in cerca di investimenti sostenibili, alla luce di impegni assunti nella direzione di maggiori investimenti Esg".
Proprio sul futuro dei conti del Leone triestino si sono concentrati gli esperti di Banca Akros che di recente hanno alzato da 20,5 a 24,2 euro il prezzo obiettivo sul titolo, confermando la raccomandazione "accumulate". Gli analisti hanno aggiornato le loro stime 2024-2026 per tener conto delle sinergie derivanti dalle acquisizioni e del miglioramento che si attendono nella profittabilità tecnica e nella gestione del capitale e della cassa. Per gli esperti il buyback e la politica di remunerazione degli azionisti sono di supporto al titolo. Anche Barclays ha alzato il prezzo obiettivo su Generali portandolo da 19,5 a 20 euro, confermando la raccomandazione "underweight". Gli analisti hanno incrementato le stime dell'utile per azione per il periodo 2023-2025, ma con una valutazione del titolo ritenuta non particolarmente interessante.
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