I numeri relativi all’indice dei prezzi al consumo, più alti del previsto, dimostrano come il livello di inflazione strutturalmente elevato stia rendendo meno probabile l’ipotesi di una riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve prima della riunione di giugno.
Il rapporto sull'indice dei prezzi al consumo di febbraio (IPC), pubblicato martedì 12 marzo, ha mostrato un'inflazione leggermente superiore alle previsioni. Il report ha mostrato un aumento dell'inflazione del 3,2% rispetto all’anno prima, al di sopra delle previsioni del consensus del 3,1% di FactSet. Nel frattempo, l’inflazione core, che esclude i costi dei beni alimentari e dell’energia, è aumentata del 3,8%, superando le aspettative che indicavano un +3,7%.
CPI vs. Core CPI
Fonte: Bureau of Labor Statistics, 29/02/2024.
Il costo degli alloggi mantiene alta l'inflazione
Come accade da mesi, il costo degli alloggi continua a essere il motore principale dell'aumento dell'inflazione, anche se a febbraio il ritmo è stato più lento rispetto a gennaio. Allo stesso tempo, la crescita dell'inflazione nel mese scorso è stata favorita dall'aumento dei prezzi del gas.
Se è vero che l'inflazione è scesa significativamente rispetto ai massimi degli ultimi 40 anni, toccati nel 2022, il miglioramento si è arrestato negli ultimi mesi. Poiché l'economia americana gode di buona salute, con una solida crescita dell’occupazione, il momento in cui si prevede che la Fed inizierà a tagliare i tassi d'interesse continua a slittare in avanti. Inoltre, la portata complessiva dei tagli previsti per il 2024 si sta riducendo.
"Il dato sull’indice dei prezzi al consumo dovrebbe preoccupare gli ottimisti dell'inflazione più di quello del mese scorso", afferma Preston Caldwell, chief US economist di Morningstar.
"L’inflazione è aumentata in molti beni e servizi core. Un taglio dei tassi della Fed a maggio è ora molto improbabile, ma ci aspettiamo che i prossimi dati sull'inflazione siano migliorati sufficientemente da consentire un taglio a giugno".
I numeri del report sull’indice dei prezzi nel mese di febbraio
- L'IPC è aumentato dello 0,4% a febbraio contro lo 0,3% di gennaio e rispetto a una previsione dello 0,3%.
- L'IPC core è aumentato dello 0,4% a febbraio contro lo 0,4% di gennaio e rispetto a una previsione dello 0,4%.
- L'IPC è aumentato del 3,2% su base annua a febbraio contro il 3,1% di gennaio e rispetto a una previsione del 3,1%.
- L'IPC core è aumentato del 3,8% su base annua a febbraio contro il 3,9% di gennaio e rispetto a una previsione del 3,7%.
Consumer Price Index
Month-over-month changes
Fonte: Bureau of Labor Statistics, 29/02/2024.
Cosa fa salire l'inflazione?
Secondo il Bureau of Labor Statistics (BLS), a febbraio oltre il 60% dell'aumento complessivo dell'IPC è stato determinato dai costi degli alloggi e dal prezzo del gas, con quest’ultimo che è salito del 3,8%. Tuttavia, questo aumento fa seguito a quattro mesi consecutivi di cali (a gennaio -3,3%). Caldwell osserva che l’incremento dell'inflazione dei beni di base è stato guidato principalmente dalle auto usate e dall'abbigliamento. Nel frattempo, l'inflazione dei servizi è stata trainata principalmente dall'aumento delle tariffe aeree, in parte dovuto alla risalita dei prezzi del carburante.
Change in Selected CPI Components
Fonte: Bureau of Labor Statistics, 29/02/2024.
"Il quadro appare leggermente diverso su base trimestrale", afferma Caldwell. "L'inflazione core è salita al 4,2% su base trimestrale annualizzata, il valore più alto dal giugno 2023. Ma il principale colpevole dell'inflazione elevata è ancora una volta l'edilizia abitativa, i cui prezzi sono aumentati del 6,2% su base annua negli ultimi tre mesi. I beni di base, esclusi gli alloggi, sono cresciuti solo del 2,8% su base annua".
Caldwell afferma che i dati sugli affitti indicano che un calo dell'inflazione sarebbe dietro l'angolo. "Questo dovrebbe far scendere l'inflazione core nel corso del prossimo anno", aggiunge Caldwell.
L'aumento dei prezzi delle auto usate di febbraio non ha trovato riscontro in quelli all'ingrosso, che sono ancora in calo. "Più in generale", continua Caldwell, "le condizioni della catena di approvvigionamento rimangono nettamente migliorate rispetto al 2021 e al 2022. Questo dovrebbe continuare a esercitare una pressione al ribasso sui beni di prima necessità".
Caldwell, inoltre, afferma che le buone notizie sui salari, contenute nel rapporto sull'occupazione di febbraio, supportano l'ipotesi di una riduzione delle pressioni inflazionistiche in futuro. "Il nostro dato relativo alla crescita salariale, pari al 4,7% su base annua, è superiore di solo un punto percentuale rispetto ai livelli coerenti con un'inflazione del 2%. La normalizzazione della crescita salariale dovrebbe raffreddare ampiamente l'inflazione, soprattutto nei servizi di base al netto degli alloggi".
Quando taglierà i tassi la Fed?
Per avere degli indizi sulle tempistiche del taglio dei tassi da parte della Fed, Caldwell suggerisce di guardare il Personal Consumption Expenditures Price Index (PCE), l’indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali. Mentre molti investitori e la stampa si concentrano sul rapporto mensile dell'IPC, l'obiettivo di prezzo del 2% della Fed si basa sulla lettura dell'inflazione PCE.
Caldwell afferma che il rapporto sull'IPC di febbraio suggerisce una lettura dell'inflazione PCE per febbraio dello 0,3% escludendo cibo ed energia, e del 3,7% su base annua. "Si tratta di un valore certamente troppo elevato perché la Fed possa pensare di tagliare i tassi", afferma l’economista di Morningstar.
"Considerando che ci sarà solo un altro dato sull'IPC prima della riunione della Fed del 1° maggio, sembra ormai molto improbabile che la banca centrale americana tagli i tassi in quella riunione", aggiunge Caldwell. "Tuttavia, prima del meeting di giugno della banca centrale americana, riceveremo i rapporti IPC di marzo, aprile e maggio. Prevediamo che il miglioramento dell'inflazione, unitamente al rallentamento della crescita economica, spingerà la Fed a tagliare i tassi a giugno".
Sul mercato dei futures obbligazionari, gli operatori che scommettono sulla direzione dei tassi d'interesse valutano la probabilità di un taglio di un quarto di punto del tasso sui federal-funds a circa il 58%. Ciò porterebbe l'intervallo target del tasso al 5%-5,25%. All'inizio dell'anno, il mercato si aspettava che la Fed avrebbe iniziato a tagliare i tassi a marzo.
Gli operatori prevedono anche un minor numero di tagli dei tassi nel 2024, rispetto a pochi mesi fa. A gennaio scommettevano su sei tagli, che avrebbero portato i tassi a una fascia obiettivo del 3,75%-4%. Ora, invece, si dividono quasi equamente tra quattro e cinque tagli, che porterebbero i tassi non oltre l'obiettivo del 4,25%-4,50%.
Federal-Funds Rate Target Expectations for June Meeting
Fonte: CMEFedWatch Tool, 12/03/2024.
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