“Come bere un bicchier d’acqua”. È quello che diciamo quando vogliamo indicare qualcosa di facilissimo e naturale. Il problema è che, forse, in futuro non sarà così facile né naturale, bere quel bicchiere.
L’acqua, infatti, non può essere considerata una materia prima come le altre, esauribili ma comunque sostituibili. Con il cambiamento climatico, l’aumento della popolazione e la trasformazione dello stile di vita in molti Paesi emergenti, l’attenzione verso il settore idrico è costantemente aumentata nel corso degli anni, proprio perché la preservazione delle risorse acquatiche sarà una delle sfide fondamentali di questo secolo.
Acqua, una risorsa sempre più scarsa
Secondo l’ultimo World Water Development Report delle Nazioni Unite, l’uso dell'acqua è aumentato a livello globale di circa l'1% all'anno negli ultimi 40 anni e si prevede che crescerà a un tasso simile fino al 2050. Sul nostro pianeta sono presenti circa 1,4 miliardi di chilometri quadrati d’acqua, ma solamente il 3% di questi è acqua dolce: inoltre, la gran parte di questa acqua dolce è rappresentata da ghiacciai. Dunque, all’incirca lo 0,5% dell’acqua totale è atta a soddisfare i bisogni dell’uomo.
A causa delle difficoltà di trasporto e accessibilità, con l’incremento demografico, l’offerta e la domanda d’acqua diventeranno più squilibrate tra regioni, in sfavore delle zone aride. Per questo la gestione delle fonti idriche e la distribuzione efficiente dell’acqua sarà un’attività sempre più importante nel futuro, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.
Poiché l'accesso all'acqua pulita e potabile diventa sempre più scarso, si presenta un'opportunità d’investimento tematica. L’acqua contribuisce in modo significativo a settori come l'agricoltura, la produzione alimentare e persino la produzione di semiconduttori. Dato il ruolo centrale che svolge in molti settori, l'opportunità di investire nell'acqua è rafforzata dalla sua crescente domanda e dall'instabilità dell'offerta.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua – ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sull’importanza dell’acqua dolce e supportare la gestione sostenibile delle scarse risorse, affrontando la crisi idrica globale – abbiamo deciso di analizzare le opportunità d’investimento in questo settore e le caratteristiche dei fondi e degli ETF esposti al tema della gestione dell’acqua.
I fondi per investire nell’acqua
Attualmente, la categoria Morningstar Azionari Settore Acqua conta una cinquantina tra fondi comuni aperti ed ETF domiciliati in Europa. La tabella seguente mostra i 10 più grandi per patrimonio tra quelli disponibili agli investitori italiani.
L'anno scorso i fondi sostenibili europei hanno subito per la prima volta dei deflussi netti, in particolare quelli etichettati come Articolo 8 sotto la SFDR. Identificati per lo più come fondi sostenibili, anche i fondi azionari settore acqua hanno registrato riscatti netti nel 2023 (1,5 miliardi), sostanzialmente tutti concentrati nell'ultimo trimestre dell’anno. A soffrire particolarmente da questo punto di vista sono stati il Pictet Water (il più grande della categoria per patrimonio), con 800 milioni ritirati dagli investitori nel 2023, il Fidelity Sustainable Water & Waste Fund (630 milioni di riscatti netti) e il RobecoSAM Sustainable Water Equities, con 480 milioni di deflussi.
Nonostante i deflussi, gli asset di categoria sono leggermente saliti nel corso del 2023. A fine febbraio, questi fondi gestivano complessivamente a livello europeo 30,1 miliardi di euro, quando cinque anni prima gli asset erano solo 12,6 miliardi. Queste strategie, come tutte quelle tematiche, hanno conosciuto una grande popolarità durante la pandemia di Coronavirus, basti pensare che tra marzo 2020 e dicembre 2021, il patrimonio in gestione è schizzato da 14,8 a 35,3 miliardi.
Gli investitori che desiderano investire nei fondi idrici devono ricordare che questi portafogli possono essere piuttosto concentrati e devono essere utilizzati con oculatezza nell'ambito di un portafoglio diversificato. A titolo di esempio, l’Amundi MSCI Water ESG Screened UCITS ETF investe in sole 33 aziende, con i primi 10 nomi che contano per il 65% degli asset. Al contrario, la strategia di Pictet – tra le più diversificate – vede 75 nomi, i cui primi 10 pesano per il 37% del portafoglio.
Poiché è difficile investire direttamente in diritti idrici o avere un’esposizione diretta al prezzo dell'acqua, i fondi azionari settore acqua investono principalmente in società di servizi idrici, società di trasporto dell'acqua, società che producono attrezzature per il trattamento e/o la depurazione dell'acqua e società che possono essere considerate leader nell'efficienza idrica. Tra i nomi più presenti nei portafogli di queste strategie troviamo Xylem Inc (XYL), Pentair PLC (PNR), American Water Works Co Inc (AWK), Tetra Tech Inc (TTEK), Ecolab Inc (ECL) e Ferguson PLC (FERG).
“Il settore idrico si trova comodamente all'intersezione tra clima, natura e temi sociali, creando opportunità di investimento per tutti gli investitori orientati alla sostenibilità”, spiega Deepshikha Singh, Sustainable Investment Research & Head of Stewardship de La Française AM. “La maggior parte degli investimenti nel settore idrico si è finora concentrata sui servizi che soddisfano la domanda/il bisogno pubblico di acqua. Esistono però molte aziende consolidate e nuove start-up che stanno lavorando per risolvere i problemi di sicurezza idrica utilizzando tecnologie e soluzioni innovative. Secondo alcuni studi, l'opportunità di mercato globale indirizzabile per l'industria dell'acqua e delle acque reflue è stimata tra i 700 e gli 800 miliardi di dollari”, afferma l’analista.
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