Halving bitcoin, perché questa volta è diverso

Sabato scorso è stato il giorno del quarto halving nella storia del bitcoin, il primo nell’era post approvazione ETF. Perché è importante? Come potrà influenzare il valore dalla criptovaluta?

Valerio Baselli 22/04/2024 | 10:00
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Bitcoin

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato. Nelle primissime ore di sabato 20 aprile è scattato il quarto halving di bitcoin, la principale criptovaluta al mondo. Si tratta di una dei maggiori avvenimenti nel mondo cripto.

Che cos’è l’halving

Questo evento, che si verifica all’incirca ogni 4 anni, è il quarto nella storia del bitcoin e consiste nel dimezzamento delle remunerazioni dei miner a seguito dell’approvazione di nuovi blocchi aggiunti alla blockchain. Così, il sistema è in grado di ridurre la frequenza di nuovi BTC immessi nel sistema, in attesa di raggiungere la soglia massima di 21 milioni di unità circolanti.

Il creatore di bitcoin, Satoshi Nakamoto, ha fissato questo limite massimo per evitare la svalutazione dovuta all'emissione arbitraria di nuovi token. In fin dei conti, il dimezzamento può essere visto come uno strumento per controllare il tasso di inflazione del bitcoin.

Quando tutti i 21 milioni di bitcoin saranno estratti, cosa che si stima avverrà nell'anno 2140, i minatori non riceveranno più BTC come ricompensa per aver risolto transazioni complesse. Tuttavia, saranno ricompensati per il loro lavoro attraverso delle commissioni di transazione. 

Quindi, attraverso l’halving il protocollo bitcoin dimezza il numero di nuove monete che i minatori guadagnano nel processo e questo (il controllo dell'offerta) è uno dei motivi per cui la criptovaluta più popolare al mondo è attualmente vista come una riserva di valore più potente dell'oro o delle monete fiat tradizionali.

In effetti, una delle caratteristiche più importanti del bitcoin è proprio l’offerta limitata e il meccanismo di emissione; da questo punto di vista, bitcoin è per molti versi simile a commodity esauribili come i metalli preziosi.

Dopo l’halving di aprile, la ricompensa dei blocchi che i minatori ricevono sarà dimezzata a 3,125 BTC. Riducendo la ricompensa per la creazione di nuovi blocchi alla blockchain (lo si fa risolvendo complessi problemi matematici attraverso potenti computer che comportano elevati costi in elettricità e manutenzione), viene teoricamente ridotto l’incentivo a produrre nuovi bitcoin, anche se molto dipende anche dal valore del momento. Un'altra possibile conseguenza è quella di spingere i minatori verso macchine da mining migliori, in grado di consumare meno energia ma con una maggiore capacità di calcolo.

Cosa è successo con gli halving precedenti

Il primo halving risale al 28 novembre del 2012, dopo l’estrazione dei primi 210.000 blocchi. In tale occasione la ricompensa è scesa a 25 monete digitali per ogni nuovo blocco. In seguito, ogni altri 210.000 blocchi, è stata ulteriormente ridotta a 12,5 bitcoin il 9 luglio del 2016 e a 6,25 il 12 maggio 2020. Con il prossimo halving si scenderà dunque dagli attuali 6,25 a 3,125. L’ultimo halving è previsto nel 2140, con il raggiungimento appunto dei 21 milioni di token in circolazione.

Da notare come gli halving coincidano sempre con annate elettorali negli Stati Uniti, uno degli eventi macro più significativi per i mercati finanziari. Che questa sia una scelta precisa o meno, non ci è dato saperlo.

L’halving, comunque, ha storicamente innescato shock di offerta che, a loro volta, hanno generato un maggiore interesse e speculazione all’interno della comunità cripto.

 

Generalmente, possiamo affermare che l’halving abbia portato in passato a un aumento dei prezzi. Secondo una ricerca a cura di CoinLedger (società che fa consulenza fiscale su criptovalute) nei sei mesi successivi ai due ultimi halving, nel 2016 e nel 2020, il valore di BTC è aumentato rispettivamente del 51% e dell’83%. Certo, il valore di bitcoin nei giorni degli halving passati era decisamente lontano da quello attuale: nel 2016 un BTC valeva 650 dollari e nel 2020 8.572 dollari.

Questa volta potrebbe essere diverso

“Attualmente ci troviamo in un contesto di alta inflazione e alti tassi di interesse. Il mercato del bitcoin è maturato da un hobby per gli appassionati di criptovalute a un bene reale con un interesse istituzionale, motivo per cui ritengo che questo ciclo sarà diverso”, commenta Jeff Hancock, CEO della piattaforma coinpass.com. 

E infatti, un approfondito studio pubblicato circa due settimane fa dal team di ricerca di 21Shares, primo emittente di ETP su cripto in Europa, afferma che le dinamiche di mercato attuali, in cui avverrà il dimezzamento delle remunerazioni, rappresentano un unicum nella storia della criptovaluta, spingendo a una rivalutazione dei suoi potenziali impatti.

Innanzitutto, come sottolineato dai ricercatori di 21Shares, l’effetto quadriennale dell’halving è diminuito progressivamente nel tempo, con ogni evento successivo che ha portato a una diminuzione dei tassi di crescita nel valore di Bitcoin. Ad esempio, BTC ha registrato un'impennata di circa il 5.500% nel nei quattro anni successivi al primo dimezzamento, seguito da circa il 1.250% nel ciclo successivo al secondo dimezzamento e di circa il 700% nel ciclo attuale. Questo, ovviamente, suggerisce una crescente maturità del mercato.

Inoltre, attualmente bitcoin sta viaggiando vicino al suo massimo assoluto (73.800 dollari, toccati il 14 marzo 2024), mentre in passato scambiava sempre tra il 40% e il 50% al di sotto. 

Cosa significa l’halving per gli ETF su bitcoin

Il report, poi, sottolinea che “l’approvazione degli ETF spot su bitcoin ha segnato una pietra miliare nella storia della criptovaluta, in quanto ha aperto le porte agli investitori tradizionali e il BTC è cresciuto del 50% circa dal primo giorno di negoziazione. Questi ETF – si legge nello studio – hanno dimostrato volumi di negoziazione sbalorditivi, segnalando un significativo interesse da parte degli investitori tradizionali, raggiungendo un nuovo record di oltre 1 miliardo di dollari di raccolta in un solo giorno (lo scorso 13 marzo)”.

Infine, lo studio segnala che l’ingresso di attori istituzionali stia anche modificando le “abitudini” complessive degli investitori in bitcoin, con un sempre maggior peso dei detentori di lungo periodo e con una quantità di bitcoin detenuta sugli exchange ai minimi da cinque anni.

“Se questa tendenza dovesse persistere, l'offerta di bitcoin diventerebbe sempre più illiquida, ponendo le basi per una compressione dell'offerta e di conseguenza un potenziale forte rialzo del prezzo”, affermano gli analisti.

Insomma, senza troppe sorprese, 21Shares ha una visione molto ottimistica nei confronti del post-halving. Ciò che sembra certo, tuttavia, è che le attuali dinamiche di domanda e offerta sono molto diverse da quelle del passato.

Infine, sebbene l’halving avrà certamente un effetto sul valore del bitcoin e anche sulle azioni delle società minatrici quotate in Borsa, non avrà conseguenze dirette e specifiche sui detentori di ETF.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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