Dove sono gli sconti maggiori tra i titoli del settore beni di consumo?

I brand americani dell’abbigliamento, come Under Armour e Nike, e i titoli europei dell’auto, come Volkswagen, BMW, Mercedes e Stellantis sono quelli scambiati alle valutazioni di mercato più interessanti.

Francesco Lavecchia 09/04/2024 | 17:02
Facebook Twitter LinkedIn

auto

  • I consumer cyclical Usa ed europei vanno a due velocità.
  • Amazon e i titoli del turismo hanno guidato la performance dei consumer americani, mentre il lusso ha frenato il settore in Europa.
  • Gli sconti maggiori sono tra i titoli Usa dell’abbigliamento e tra le case automobilistiche del Vecchio continente.

 

Quando si parla del settore consumer cyclical si fa riferimento a una macroarea che comprende industrie molto variegate tra di loro, che vanno dall’abbigliamento ai viaggi, dalla ristorazione all’automotive. Per questo motivo il comportamento del settore negli ultimi 12 mesi è stato significativamente diverso tra Europa e Stati Uniti.

I consumer americani hanno guadagnato il 24% (in euro, al 31/03/2024) negli ultimi 12 mesi sovraperformando la media del settore a livello globale (+400 pb) e doppiando i competitor europei (l’indice Morningstar DM Europe Consumer Cyclical ha guadagnato il 9,58%, in euro). Questo diverso comportamento si spiega con la diversa composizione dei due indici.

 

Chi ha guidato la perfomance dei consumer cyclical?

Sul benchmark dei consumer americani pesa per il 21% il titolo Amazon, che nel periodo considerato ha guadagnato oltre il 70% (in euro), e per circa 4 punti percentuali, complessivamente, due titoli dell’industria del turismo come Booking Holding e Airbnb, che sono saliti rispettivamente del 38% e del 33%, mentre il 10% della capitalizzazione di mercato dell’indice è rappresentato da due aziende del retail specializzato per la casa, come Home Depot e Lowe’s Companies, che hanno chiuso gli ultimi 12 mesi in rialzo di oltre il 30%.

Sulla performance dell’indice Morningstar DM Europe Consumer Cyclical ha pesato la debolezza dell’industria del lusso, che incide per il 36% sulla market cap del benchmark, e in particolare di alcuni titoli come LVMH, che è quello maggiormente rappresentato nel paniere dell’indice (con un peso del 18,07%) e che nel periodo preso in considerazione ha chiuso in parità (+0,21%), o come Compagnie Financiere Richemont e Kering, che hanno ceduto rispettivamente l’1,39% e il 36%. Mentre è stato prezioso l’apporto offerto dai titoli dell’automotive, che con il loro guadagno medio del +29% hanno contribuito per metà della performance complessiva dell’indice negli ultimi 12 mesi.

Perché il settore è percepito in maniera diversa negli Usa e in Europa?

Questo si è tradotto in forti divergenze sul lato delle valutazioni di mercato. I titoli Usa del comparto consumer cyclical sono scambiati sul mercato a prezzi sostanzialmente in linea con il loro fair value, mentre quelli europei sono al momento scontati del 20% rispetto alle valutazioni degli analisti di Morningstar. A livello di singola industria, negli Usa gli sconti maggiori sono tra le aziende dell’abbigliamento e del retail, mentre nel Vecchio continente, a essere particolarmente attraenti, sono le valutazioni delle case automobilistiche.

“Il mercato è preoccupato per la reale capacità di spesa degli americani. La crescita dell’inflazione e la risalita dei tassi di interesse hanno eroso i risparmi e hanno costretto i consumatori a rimodellare le loro scelta di consumo. Uno dei segmenti che è stato più penalizzato da questa spending review è stato quello dell’abbigliamento, che ha registrato un forte calo della domanda. La contrazione delle vendite registrate negli ultimi trimestri, però, ha costretto le aziende del settore ad apportare dei correttivi all’efficienza operativa che si tradurrà in una maggiore redditività dell’industria nel lungo periodo”, dice David Swartz, Senior Equity Analyst di Morningstar.

Lo scetticismo del mercato relativamente alle potenzialità di crescita del settore auto dipende da più fattori. Di fondo, secondo gli analisti, c’è un problema di sovracapacità produttiva che costringe le aziende produttrici a farsi una forte concorrenza sul prezzo a discapito dei margini di profitto. A questo, poi, si aggiungono le aspettative negative sulla redditività futura del comparto, che è alle prese con la transizione verso i veicoli a batteria, per i quali le case automobilistiche stanno facendo ingenti investimenti i cui ritorni sono ancora lontani dall’essere realizzati.

Le idee di investimento di Morningstar

Per questo motivo abbiamo cercato, all’interno dei benchmark di settore delle due regioni, i titoli appartenenti a queste industrie che al momento sono scambiati ai prezzi più vantaggiosi, ovvero con un Morningstar rating positivo (pari a 4 e 5 stelle). Poiché non tutti i titoli inseriti nei due panieri sono coperti dalla nostra ricerca, alcune azioni sono valutate con il Morningstar Quantitative Rating, ovvero una valutazione che usa un modello statistico in grado di replicare i criteri utilizzati dagli analisti.

 

 

 

 

 

Volkswagen

Negli ultimi 12 mesi il titolo Volkswagen ha guadagnato il 9,23% (in euro all’8/04/2024), ma continua a essere scambiato a un tasso di sconto di circa il 65% rispetto al fair value di 351 euro (report aggiornato al 5 aprile 2024).  

Oltre a essere scontate rispetto al fair value, le azioni della casa automobilistica tedesca sono fortemente sottovalutate anche rispetto a quelle dei competitor. Se confrontiamo i livelli di redditività di Volkswagen con quelli di Ford, Toyota, Stellantis e General Motors, si nota come nonostante l’azienda mostri una crescita del fatturato e una profittabilità superiore a quella dei concorrenti sia valutata con multipli di mercato inferiori. Volkswagen, infatti, è attualmente valutata con un Price/Earning di poco superiore a 4, meno della metà rispetto a quello di Toyota e Ford e inferiore anche a quello di Stellantis e General Motors.

Il mercato è scettico sulle tempistiche relative alla realizzazione del piano strategico di Volkswagen ed è preoccupato per l’evoluzione del mercato dell’auto elettrica in Cina, poiché la forte crescita della domanda di auto a batteria nel paese asiatico si è tradotta in una riduzione della quota di mercato di Volkswagen a favore della cinese BYD. Secondo i nostri analisti, invece, Volkswagen sta portando avanti con successo la sua strategia di transizione verso l’elettrico: entro il 2030, l’80% del suo fatturato sarà prodotto dalla vendita di modelli a batteria, mentre nel 2025 sarà introdotta una nuova piattaforma sulla quale si baserà la produzione di tutti i modelli elettrici e che gli analisti prevedono avrà l’effetto di aumentare le economie di scale e ridurre in maniera significativa i costi di produzione. Oltre ad avere ampi margini di apprezzamento, il titolo Volkswagen offre una cedola annua di 9 euro, in aumento rispetto allo scorso anno.

Nike

Il titolo Nike ha perso oltre il 23% negli ultimi 12 mesi (in euro all’8/04/2024), sottoperformando largamente l’indice S&P500 (+30,36%), e ora è scambiato a un tasso di sconto del 30% rispetto al fair value di 129 dollari (report aggiornato al 25 marzo 2024). Gli analisti di Morningsta considerano Nike il leader del mercato dell’abbigliamento sportivo e sono convinti che sarà in grado di superare con successo la fase di indebolimento della domanda di abbigliamento sportivo nei suoi mercati chiave.

“Riconosciamo a Nike un Moat nella misura di Ampio per via della forza del suo marchio che le permette di applicare premium price generosi e di generare profitti superiori alla media. Inoltre, riteniamo che le strategie adottata dal management consentiranno di mantenere la posizione di leadership anche nel futuro. Negli ultimi anni, infatti, l’azienda ha investito nella rete di negozi monobrand e nel suo piano ‘Triple Double’ che ha l’obiettivo di dimezzare i tempi di creazione del prodotto, aumentare l’adesione alle app di Nike ed efficientare la sua offerta”, aggiunge Swartz.

“Nonostante la ripresa in Cina sia stata lenta a causa delle difficili condizioni economiche e politiche, nonché della concorrenza dei produttori locali, crediamo ancora che Nike abbia una grande opportunità di crescita sia in Cina che in altri mercati emergenti”.

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Iscriviti alle newsletter Morningstar.

Clicca qui.

Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Nike Inc Class B76,94 USD-0,21Rating
Volkswagen AG Vorz-Inhaber-Akt ohne Stimmrecht88,80 EUR1,69Rating

Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures