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Le azioni Kering subiscono un nuovo colpo dopo il profit warning

Il gruppo del lusso prevede un calo del 40%-45% dell’utile operativo nei primi sei mesi del 2024.

Jocelyn Jovene 24/04/2024 | 14:52
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gucci

 

Kering ha annunciato un calo delle vendite dell'11% per il primo trimestre del 2024, a causa delle difficoltà dei principali marchi del gruppo nell'area Asia-Pacifico, in particolare del brand Gucci, e ha lanciato un nuovo profit warning.

 

 

Il gruppo francese del lusso, che possiede nel suo portafoglio i marchi Gucci, Yves Saint Laurent, Bottega Veneta e Balenciaga, ha dichiarato di aspettarsi un calo dell’utile operativo tra il 40% e il 45% nella prima metà di quest’anno. Nel primo semestre del 2023, l'utile operativo di Kering è stato di 2,7 miliardi di euro.

 

"La performance di Kering si è fortemente deteriorata nel primo trimestre. Sebbene avessimo previsto un inizio d'anno difficile, le condizioni di mercato, in particolare in Cina, e il riposizionamento strategico di alcune delle nostre Maison, a partire da Gucci, hanno aumentato la pressione sulle vendite", ha commentato François-Henri Pinault, Presidente e CEO di Kering, in un comunicato stampa.

 

Questa cattiva notizia ha pesato sul titolo, che a metà seduta cede circa il 7%.

 

Metriche chiave Morningstar per il titolo Kering

 

  • Fair value: 510 euro
  • Rating Morningstar: ★★★★★
  • Economic moat: Medio
  • Morningstar Uncertainty Rating: Medio

 

 

Il commento degli analisti di Morningstar

Manteniamo la nostra stima del fair value per Kering a 510 euro, anche se prevediamo di ridurre le nostre previsioni per il 2024, relativamente alla redditività del gruppo, portandole in linea con le previsioni del management. Le nostre attuali stime sull'utile operativo erano già inferiori al consensus di FactSet.

Nonostante questo, consideriamo il titolo Kering interessante perché riteniamo che i problemi che affliggono i suoi marchi siano di natura ciclica (moda e ciclo economico), piuttosto che strutturali.

In linea con il precedente profit warning, le vendite sono diminuite del 10% per il gruppo e del 18% per Gucci. Gli altri marchi sono andati meglio, con Bottega Veneta in crescita del 2% a tassi di cambio costanti e Saint Laurent e gli altri marchi in calo del 6%.

L'Asia-Pacifico è stata la regione più debole, con una contrazione del 18% per il gruppo e del 28% per Gucci, sebbene anche l'andamento delle vendite in Europa e Nord America sia stato negativo. L'inversione di tendenza di Gucci è un elemento chiave della nostra tesi di investimento. Le nuove collezioni di stilisti hanno rappresentato meno del 7% delle vendite nel primo trimestre e saliranno al 25% nel secondo trimestre, seguite dall'intera gamma nel terzo e quarto trimestre.

Gli investimenti e la riduzione della leva operativa peseranno sui margini. Nella prima metà dell'anno, l'utile operativo dovrebbe calare del 40-45% e il margine dovrebbe migliorare solo di 100-150 punti base nella seconda metà dell'anno, un valore nettamente inferiore all'attuale consensus. Riteniamo che l'erosione dei margini sia dovuta alla riduzione della leva operativa, alla liquidazione delle scorte e agli investimenti nel marketing. Considerati gli elevati costi fissi del luxury retail, ci aspettiamo che la redditività del gruppo e di Gucci risalirà solo quando riprenderà la crescita, trainata soprattutto dalle vendite nei negozi già esistenti.

Il management ha riferito di una risposta positiva del pubblico alle collezioni, anche se non l'ha quantificata. L'aumento delle spese nel marketing e la chiusura dei negozi sono misure a breve termine che pesano sui risultati, ma che dovrebbero produrre effetti positivi nel lungo periodo. L'azienda ha recentemente assunto Stefano Cantino, ex direttore della comunicazione di Louis Vuitton, come vice CEO di Gucci. Dato che il 60-65% delle vendite di Gucci non proviene da modelli nuovi, il successo del marketing e della comunicazione potrebbe essere altrettanto importante, se non di più, del design. Riteniamo che oltre il 90% delle vendite attraverso il canale retail dovrebbe consentire al marchio di evitare sconti eccessivi, anche in caso di indebolimento delle vendite.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Jocelyn Jovene

Jocelyn Jovene  è Editor di Morningstar Francia

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