A pochi giorni dall’inizio del collocamento del BTP Valore (6 maggio), è arrivata per il debito italiano una conferma del rating da parte di Morningstar DBRS.
Il 26 aprile – a mercati chiusi – l’agenzia ha comunicato che il giudizio sul debito sovrano italiano rimane a BBB (high) con trend stabile (clicca qui per conoscere la metodologia di rating).
“Il trend ‘stabile’ riflette l'opinione di Morningstar DBRS secondo cui i rischi per i rating sono bilanciati”, si legge in una nota. “La ripresa dell'Italia dopo la pandemia è stata più forte del previsto e ha superato le altre grandi economie dell'area euro. Gli effetti di una politica monetaria più restrittiva e di un contesto esterno più debole stanno pesando sull'attività economica, ma si prevede una graduale ripresa della crescita con il miglioramento del potere d'acquisto delle famiglie e delle condizioni finanziarie ed esterne”.
Gli effetti del superbonus edilizio
Gli analisti pongono, però, l’accento sugli effetti del superbonus edilizio, che si sono tradotti in un deficit fiscale pari al 7,4% del Prodotto interno lordo (PIL) nel 2023, ben al di sopra del 5,3% previsto dal governo. Fanno anche notare come l’anno scorso il rapporto debito/PIL sia sceso più velocemente del previsto grazie alla crescita economica. Rimane, tuttavia, elevato (137,3%) e con la prospettiva che cresca ancora di qui al 2026 per raggiungere il 139,8%. Avevamo affrontato questo tema qualche tempo fa in un’intervista all’economista Antonio Mazziero, che aveva parlato di conti pubblici “da emergenza”.
Morningstar DBRS precisa che “la probabile proroga degli sgravi fiscali temporanei al 2024 potrebbe esercitare ulteriori pressioni, se non accompagnata da misure compensative” e guarda al 20 settembre quando il governo guidato da Giorgia Meloni dovrà presentare alla Commissione Europea il nuovo piano strutturale di bilancio fiscale a medio termine, nel contesto delle nuove regole fiscali. In tale occasione, dicono gli analisti, l’Italia “dovrà riconfermare il suo impegno a ridurre il deficit fiscale”.
Più titoli di Stato per finanziare il debito
Resta il fatto che l’elevato debito pubblico, il secondo più alto dell’Unione europea, rende l’Italia vulnerabile agli shock. Per finanziarlo, il governo deve emettere titoli di Stato, che aumentano il costo per interessi, soprattutto in un contesto in cui i tassi rimangono elevati.
“Le emissioni lorde del debito pubblico italiano sono considerevoli, pari a circa il 24% del PIL in media negli ultimi tre anni, e si prevede che rimarranno elevate anche in futuro”, si legge nella nota di Morningstar DBRS. “La spesa per interessi si stima che raggiungerà il 4,4% del PIL nel 2027 a causa delle ingenti emissioni di debito in un contesto di tassi di interesse elevati”. Tuttavia, il fatto che la scadenza media dei titoli di Stato sia di sette anni (a marzo 2024) attenua l’incremento nei costi di finanziamento.
Un ruolo importante sembrano avere anche i piccoli investitori che sono tornati a comprare titoli di Stato, come testimonia il successo delle varie emissioni di BTP Valore nel 2023 e nell’anno in corso. Secondo gli analisti, l’impatto sugli yield dovuti alla riduzione delle posizioni in obbligazioni governative italiane da parte della Banca Centrale Europea (BCE) è stato mitigato dalla maggiore domanda delle famiglie italiane.
“Tra giugno 2022 e dicembre 2023, l'aumento delle partecipazioni di famiglie e imprese nazionali ha più che compensato l'aumento dello stock di debito, una tendenza che Morningstar DBRS non esclude possa continuare alla luce dell'elevato ammontare dei depositi delle famiglie”, si legge nella nota dell’agenzia di rating.
Morningstar DBRS è una società del gruppo Morningstar.
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