L'inflazione nell'Eurozona è rimasta stabile al 2,4% su base annua in aprile, secondo la stima flash di Eurostat, in linea con le aspettative degli economisti. Ma l'inflazione core, che esclude i costi energetici e alimentari, è scesa al 2,7% su base annua, sempre secondo i dati preliminari. A marzo era al 2,9%. Questo supporta la tesi che la Banca Centrale Europea (BCE) taglierà i tassi di interesse nella riunione di giugno.
"Dopo la sorpresa positiva di marzo, quando l'inflazione è scesa dello 0,2%, una lettura piatta per aprile è un risultato decente", commenta Michael Field, European market strategist di Morningstar.
"Importante è stata anche la lettura odierna dell'inflazione core. Il suo continuo calo è un altro segnale positivo. In precedenza, i ‘falchi’ temevano che l'inflazione dei servizi potesse risalire in Europa, a causa della rigidità del mercato del lavoro, ma i dati fortunatamente dicono il contrario".
Ad aprile, a contribuire maggiormente all'inflazione dell'Eurozona sono stati i servizi (3,7% rispetto al 4% di marzo), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (+2,8% su base annua, in aumento rispetto al mese precedente), beni industriali non energetici (+0,9%) ed energia (-0,6%), secondo le stime di Eurostat.
L'economia dell'eurozona è in crescita
I dati sull'inflazione dell'Eurozona, insieme a quelli sul prodotto interno lordo (PIL) del primo trimestre, hanno confermato che la situazione in Europa è completamente diversa da quella degli Stati Uniti, dove i timori di una ripresa dell'inflazione e di un surriscaldamento dell'economia peseranno sulla decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse, attesa per domani.
"La crescita del PIL europeo ha sorpreso in positivo, con un aumento dello 0,4% nel primo trimestre del 2024, rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso [+0,3% rispetto al trimestre precedente], ma le aspettative della BCE per la crescita dell'intero anno rimangono di un benigno 0,6%", dichiara Field.
"Secondo i recenti sondaggi, gli economisti prevedono a larga maggioranza che il primo taglio dei tassi di interesse avverrà a giugno, ed è molto improbabile che i dati di oggi cambino questa situazione".
La BCE taglierà i tassi il 6 giugno
La riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) si terrà il 6 giugno e non solo gli economisti, ma anche alcuni funzionari della BCE hanno previsto un primo taglio dei tassi di interesse in quella data.
In una recente intervista a Le Monde, il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha dichiarato che "la battaglia non è finita, ma abbiamo ottenuto diverse vittorie importanti sulla strada della disinflazione", aggiungendo che "il taglio dei tassi di interesse di giugno è un fatto compiuto".
"Nonostante le economie europee abbiano generalmente evitato una recessione più consistente alla fine dello scorso anno, continuiamo a prevedere una ripresa debole nel breve termine", ha dichiarato Nomura in un recente report, in cui si prevede il primo taglio dei tassi a giugno. "Con la politica monetaria che ora limita la crescita, la prossima mossa dei tassi sembra essere in ribasso per la BCE".
Quale sarà la reazione di euro e dollaro?
I dati odierni dell'Eurozona sembrano confermare una divergenza di politica monetaria tra Europa e Stati Uniti. Domani la Federal Reserve (Fed) deciderà sui tassi di interesse in uno scenario molto diverso rispetto a qualche mese fa. "In presenza di nuovi dati che mostrano che l'inflazione rimane ostinata, i mercati finanziari stanno rapidamente ridimensionando le loro aspettative di tagli dei tassi d'interesse quest'anno", ha dichiarato Sarah Hansen, market reporter di Morningstar.
Con gli investitori che si preparano alla possibilità che il primo taglio dei tassi di interesse avvenga in autunno, o più tardi, il dollaro dovrebbe rafforzarsi rispetto all'euro. Un dollaro forte è positivo per gli investitori esposti al mercato statunitense, anche se è più costoso acquistare strumenti finanziari in divisa americana.
"La recente forza del dollaro USA riflette l'attuale sentiment del mercato nei confronti della Fed", afferma Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners. "Le aspettative dei trader, che prevedevano 6/7 tagli dei tassi alla fine del 2023, sono state fortemente ridimensionate e ora scontano, per il 2024, da un minimo di un taglio a ben due. Tutto ciò lascia aperto un interrogativo sulle prossime mosse delle banche centrali, con la BCE che potrebbe anticipare la Fed nel tanto atteso pivot monetario".
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