Mercoledì 15 maggio il consiglio di amministrazione di Poste Italiana prima approverà poi consegnerà al mercato i conti del primo trimestre del 2024. Gli esperti sono orientati ad aspettarsi numeri che confermino le attese per un buon avvio dell'anno per la società attiva nei settori della corrispondenza e della logistica, nonché nei servizi finanziari ed assicurativi. Numeri che, in concreto, possano giustificare i target price più alti rispetto alle attuali quotazioni, che negli ultimi tre mesi hanno già messo a segno un incremento di circa +24% portando la capitalizzazione a oltre quota 16 miliardi di euro.
Cosa aspettarsi dai conti di Poste Italiane
Diversi uffici studi hanno condiviso le proprie previsioni sui dati trimestrali di Poste Italiane. Gli esperti di Equita Sim, che sul titolo hanno un giudizio "buy" con prezzo obiettivo a 13 euro, per i primi tre mesi dell'anno prevedono un trimestre buono con numeri coerenti con il target di utile dell'azienda per l'intero 2024 posto in area 1,9 miliardi di euro. Per gli analisti, il titolo tratta a multipli interessanti, con un rapporto tra prezzo e utile per azione per il 2025 a 7 e un rendimento del dividendo visto arrivare all'8%.
Anche Websim ha un orientamento positivo sul primo trimestre. "Ci aspettiamo - hanno scritto i suoi analisti - un andamento promettente per il raggiungimento della guidance dell’anno, annunciata lo scorso 20 marzo in occasione della presentazione del nuovo piano industriale". Gli esperti precisano che in effetti il confronto su base annua appare sfidante a causa dei 168 milioni di euro per la voce Capital Gains registrati nel primo trimestre del 2023, che invece nei primi tre mesi del 2024 dovrebbe fermarsi a quota 20 milioni di euro. "Nonostante ciò - hanno specificato da Websim -, prevediamo ricavi di gruppo a 3,056 miliardi di euro, in lieve crescita su base annua, e un utile operativo a 701 milioni di euro, in calo dell’8,6% anno su anno, ma che sarebbe in realtà +14% su base annua escludendo i Capital Gains. L'utile netto per il gruppo Poste italiane dovrebbe attestarsi a 497 milioni di euro, corrispondente a un calo del 8% anno su anno, ma che, ancora, sarebbe +20% escludendo la voce Capital Gains.
I rialzi dei prezzi obiettivo
Da inizio aprile, quindi a chiusura del primo trimestre dell'anno, alcune case di investimento hanno alzato il prezzo obiettivo sul titolo. Banca Akros ha portato il target price di Poste Italiane a 14,1 euro da 12,5 euro, confermando il giudizio "buy". Per i suoi analisti i target di bilancio per il periodo 2024-2028 di Poste Italiane sono "ambiziosi" ma "raggiungibili" anche considerando il track record di migliori risultati ottenuti dal gruppo e che i trend del primo trimestre saranno ancora solidi. Gli esperti hanno anche etichettato "molto solidi" i fondamentali dell'azienda. A inizio aprile Ubs ha alzato a "buy" da "neutral" il rating di Poste Italiane elevando il prezzo obiettivo da 12,2 a 14,2 euro, grazie anche a "migliore distribuzione di capitale e prospettive degli utili". Ubs ha anche aumentato le stime dell'utile per azione per il periodo 2024-2028 del 5-16%.
I rischi legati al Superbonus
In attesa di conoscere l'evoluzione dei conti trimestrali, gli analisti e gli investitori mantengono alta l'attenzione per alcuni fronti aperti in cui Poste Italiane è coinvolta. Uno di questi è l'impatto sui numeri derivante dall'obbligo Superbonus in dieci anni. Infatti, il Ministro delle Finanze ha indicato di volere introdurre l’obbligo di spalmare il credito fiscale legato al Superbonus 110% in dieci anni invece dell’attuale periodo di quattro anni.
Gli analisti di Websim hanno commentato: "Non è chiaro se questa modifica si applicherà solo ai crediti acquisiti nel corso del 2024 oppure anche a quelli già acquisiti ed in corso di ammortamento". Nel primo caso l’impatto per Poste dovrebbe essere immateriale anche se Poste è tornata ad acquisire crediti fiscali da ottobre 2023, mentre nel caso fosse introdotta una sorta di retroattività l’impatto finanziario potrebbe essere rilevante. Nel caso invece di applicazione solo a partire da 2024 l’impatto sarebbe molto modesto ed irrilevante in termini di market cap".
In cerca di partner nell’immobiliare
Un altro fronte strategico è il processo di selezione del partner di Poste per la cessione del 50% del fondo immobiliare che gestisce gli immobili logistici del gruppo. Un passaggio che è anche visto come indicatore di come procede l'applicazione del piano strategico presentato da Poste Italiane lo scorso 20 marzo. "Riteniamo positiva - hanno scritto su questo tema gli esperti di Websim - la ricerca di un co-investitore immobiliare specializzato in grado di supportare Poste nell’obiettivo previsto dal piano strategico di potenziamento dei poli logistici per raddoppiare gli spazi dedicati ai magazzini".
La privatizzazione di Poste Italiane
Un ulteriore fronte è il processo di privatizzazione della società guidata da Matteo Del Fante da parte del Tesoro italiano. Di recente, notizie di stampa hanno portato alla luce che non ci sarebbero soltanto gli investitori istituzionali esteri interessati alla seconda tranche del capitale di Poste che il Tesoro si sta preparando a mettere sul mercato. Anche quelli italiani hanno aperto il dossier, tra cui ci sarebbe anche l'Enpam, la cassa previdenziale dei medici e degli odontoiatri guidata da Alberto Oliveti. Secondo quanto riportato dalla stampa, la più grande cassa per attivo (che sfiora i 26 miliardi di euro) fra gli enti che erogano le pensioni ai professionisti, sta seguendo da vicino la nuova privatizzazione del gruppo controllato da Cdp (al 35%) e dal Mef (29,3%).
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