Gli investitori che amano le cedole devono segnarsi in calendario questa data: il 20 maggio. E’ proprio questo il giorno in cui gran parte delle società del listino principale di Piazza Affari, il FTSE Mib, staccano il dividendo.
In base al calendario di Borsa Italiana, saranno una ventina le blue chip italiane che staccheranno la cedola il 20 maggio e che – solitamente - nei due giorni successivi la metteranno il pagamento. A questo proposito, è bene ricordare che si tratta di dividendi relativi ai bilanci 2023.
I dividendi delle banche italiane
Tra queste ci sono numerose banche (clicca qui per approfondire), tra cui Intesa Sanpaolo (ISP), che ha quasi raddoppiato il dividendo rispetto al 2022, e Monte dei Paschi di Siena (BMPS), che è tornata all’utile e alla cedola con quasi due anni di anticipo rispetto al target di piano.
Inoltre, per la prima volta, Mediobanca (MB) ha introdotto dal 2024 un anticipo di dividendo a maggio, pari a 0,51 euro per azione per un controvalore di 421 milioni. La decisione è in linea con quanto previsto dal Piano strategico 2023-2026. Il saldo sarà a novembre.
Staccheranno il dividendo il 20 maggio anche altri due istituti di credito che sono stati negli ultimi mesi al centro dei rumors sul risiko bancario, ossia BPER (BPE) e Popolare di Sondrio (BPSO). Lo stesso giorno, sarà la volta di alcuni titoli del risparmio gestito, tra cui Azimut (AZM) e Finecobank (FBK), e delle compagnie assicurative Generali (G) e Unipol (UNI).
Gli altri titoli del FTSE Mib protagonisti del D-Day
Gli investitori nel settore del lusso, che stanno attraversando un periodo davvero sfidante in Borsa, il 20 maggio possono contare sullo stacco del dividendo di Brunello Cucinelli (BC) e Moncler (MONC).
Nel settore energetico, ENI (ENI) distribuirà la quarta tranche del suo dividendo il 20 maggio e nella stessa data ci sarà anche Tenaris (TEN). Nel settore delle utilities sono, invece, da segnalare A2A (A2A), ERG (ERG) e Italgas (IG). Al D-Day delle cedole parteciperanno anche Amplifon (AMP) e Recordati (entrambi del settore salute), INWIT (INW infrastrutture) e Interpump (IP settore industriale).
Cosa sono i dividendi e come funzionano
Per aiutare gli investitori a prepararsi al 20 maggio, ricordiamo cosa sono e come funzionano le cedole.
I dividendi sono la porzione di utile che un’azienda distribuisce ai propri azionisti al termine dell’esercizio. Non sempre una società stacca il dividendo, anche se è in utile, perché può decidere di utilizzare i soldi per altri scopi come i nuovi investimenti o per ripianare i debiti o per rafforzarsi dal punto di vista patrimoniale. La proposta di distribuzione del dividendo viene formulata dal consiglio di amministrazione e approvata dall’assemblea degli azionisti.
Alcuni esempi di società che non staccheranno il dividendo quest’anno sono Telecom Italia (TIT), che non lo ha fatto neanche per gli anni 2022 e 2021, e Nexi (NEXI), che ha presentato la trimestrale il 9 maggio, annunciando un piano di buyback da 500 milioni entro la fine di ottobre del prossimo anno.
L’ammontare del dividendo dipende dal numero di azioni che ciascun investitore possiede. Solitamente, infatti, si dice che la società distribuisce x euro per azione. Ad esempio, se la cedola è di un euro e si posseggono dieci azioni, il totale sarà di 10 euro. Generalmente, il dividendo è pagato in contanti, ma può accadere che lo sia in titoli, come nel caso di Azimut il prossimo 20 maggio.
I dividendi sono sottoposti a tassazione con un’aliquota del 26%, come le altre rendite finanziarie, eccetto i titoli di Stato (12,5%). La ritenuta è alla fonte, quindi le persone fisiche non devono riportare nulla in dichiarazione dei redditi.
Cosa succede ai titoli in Borsa il giorno di stacco dei dividendi?
Il 20 maggio, così come negli altri giorni di stacco delle cedole, gli investitori devono aspettarsi un calo dei corsi azionari. Infatti, il prezzo delle azioni si riduce di una quota corrispondente al valore dei dividendi. Chiunque acquisti il titolo alla data di stacco non vedrà quindi riflesso in esso il dividendo. Detto in altri termini, non prenderà la cedola.
E’ generalmente opposta la situazione quando una società annuncia un dividendo maggiore delle attese, perché il titolo tende a salire. Gli investitori leggono tale notizia come un indicatore di buona salute dell’azienda e di prospettive positive. Anche se devono tenere presente che alti dividendi non sono sempre sinonimo di una impresa sana, perché potrebbero esserci società di bassa qualità con cedole che non sono sostenibili nel tempo. In questi casi si parla di trappola del dividendo.
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