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Il risiko bancario è pronto a ripartire a Piazza Affari?

Gli occhi sono puntati su MPS perché ci si attende che il MEF mette sul mercato un altro pacchetto di azioni a inizio luglio.

Francesco Lavecchia 21/05/2024 | 17:19
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stretta di mano

Il risiko bancario continua a tenere banco a Piazza Affari. A risvegliare l’attenzione degli investitori nelle scorse settimane è stata l’offerta da 12 miliardi di euro da parte del BBVA per il Banco Sabadell in Spagna, che ha spinto al rialzo anche i titoli italiani da tempo sotto i riflettori per la nascita di un possibile “terzo polo”, ossia MPS, Banco BPM, BPER e Popolare di Sondrio.

A tornare sull’argomento lo scorso 10 maggio è stato anche l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, a margine della presentazione dei dati sui primi nove mesi dell’esercizio della banca di piazzetta Cuccia. Secondo quanto riportato da Alliance News, Nagel ha spiegato che "ci sono degli elementi che da un punto di vista sistemico fanno ritenere ragionevoli operazioni di concentrazione, ma da un punto di vista numerico e matematico questo potrebbe essere meno vero". Il riferimento è al fatto che oggi le valutazioni dei titoli sono alte.

Chi comprerà il restante 26,73% di Mps?

 

Gli occhi degli investitori restano puntati sono su MPS. Il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) detiene ancora una quota del 26,73% nel capitale sociale della banca e dal 2 luglio – quando scadrà il lockup – potrà mettere in vendita un altro pacchetto della sua quota. Secondo i rumors che circolano da tempo sul mercato, ci potrebbe essere interesse da parte di Unicredit, ma anche la possibilità di un terzo polo, che vedrebbe coinvolti Bper Banca, Banco Bpm e Popolare di Sondrio.

Per Johann Scholtz analista azionario di Morningstar, “UniCredit ha un notevole eccesso di capitale e il suo amministratore delegato, Andrea Orcel, che può vantare un forte track record nelle operazioni di M&A all’interno del settore bancario, ha dichiarato la possibilità di utilizzare parte di queste risorse per finanziare delle acquisizioni a patto che abbiano un senso strategico, che creino delle sinergie e che abbiano un ritorno sul capitale investito di almeno il 15%.

Inoltre, aggiunge Scholtz, “non ci sorprenderebbe neanche di vedere Mediobanca tra gli istituti più attivi. Piazzetta Cuccia potrebbe utilizzare la sua partecipazione di minoranza in Generali per finanziare l’acquisizione di asset più vicine ai suoi business principali dell’investment banking e del wealth management”.

Più in generale, gli analisti di Morningstar sono convinti che i deal più rilevanti nel settore bancario si vedranno sul mercato spagnolo e italiano, dove esistono maggiori opportunità di consolidamento, mentre sono limitate le possibilità che si concretizzino operazioni transfrontaliere.

Cosa comporta il consolidamento del settore bancario per gli investitori?

Ma quali effetti potrebbero esserci per gli investitori? Gli analisti di Morningstar non credono che un’eventuale nuova stagione di M&A nel settore bancario possa dare nuova benzina al rally di Piazza Affari. “A nostro avviso, a causa dei guadagni accumulati in Borsa dagli istituti di credito, ci sono poche possibilità di effettuare acquisizioni che riescano ad aumentare in maniera significativa il valore dell’azienda acquirente. Per questo motivo, ci aspettiamo che i maggiori benefici, in caso di nuove fusioni o acquisizioni, siano per gli azionisti delle aziende target. Come detto in precedenza, da una parte abbiamo banche con grosse disponibilità di capitali e dall’altra società che hanno visto lievitare la propria valutazione. Il rischio, dunque, è tutto degli istituti di credito acquirenti, e dei loro azionisti, nel caso in cui il prezzo pagato sia molto più alto del valore della società acquisita”, afferma Scholtz. 

I bancari di Piazza Affari sono a sconto?

In effetti, i titoli bancari sono stati protagonisti di un forte rally a Piazza Affari negli ultimi tre anni, con un rialzo di oltre il 100%.

Nello stesso periodo, il listino milanese ha guadagnato oltre il 50%, sovraperformando la regione (rappresentata dall’indice Morningstar Europe Large Mid Cap) di circa 30 punti percentuali, e circa metà di questi guadagni sono arrivati dall’apprezzamento dei titoli bancari.

Il comparto bancario è quello maggiormente rappresentato a Piazza Affari, come testimonia il peso del 23% sulla market cap dell’indice Morningstar Italy, ed è quello che ha contribuito maggiormente alla performance del mercato italiano. Nelle prime 20 posizioni del benchmark, per capitalizzazione di mercato, troviamo 7 titoli bancari. Essi pesano complessivamente per il 30%, mentre i primi due, Intesa Sanpaolo e Unicredit, rappresentano il 22% della market cap dell’indice.

Per Scholtz, comunque, “Il principale motore del rally dei bancari italiani [finora] è stato il notevole miglioramento della redditività. Il mercato ci ha messo del tempo a riconoscere il miglioramento della situazione patrimoniale degli istituti di credito italiani e della loro capacità di generare flussi di cassa che a nostro avviso continueranno a sostenere il pagamento dei dividendi e i loro piani di riacquisto di azioni proprie”. 

Unicredit è al momento scambiata a prezzi leggermente più alti rispetto al fair value di 33 euro (report aggiornato all’8 maggio 2024). Intesa Sanpaolo è valutata con un rapporto Prezzo/Fair value di 1,01 (report aggiornato al 7 maggio 2024).

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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