Oggi, 23 maggio, sono state pubblicate le stime "flash" degli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) dell'Eurozona. Si tratta di stime iniziali per il mese in corso, soggette a revisione.
L'economia dell'Eurozona ha registrato una ripresa a maggio, secondo i dati provvisori dell'indagine PMI® forniti oggi da S&P Global. L'indice HCOB Flash Eurozone Composite PMI Output, destagionalizzato, è passato da 51,7 punti di aprile a 52,3 di maggio, superando il consensus raccolto da FactSet e rimanendo sopra la linea che separa l'espansione dalla contrazione (50).
"A metà del secondo trimestre si sono registrati aumenti più rapidi dell'attività commerciale, dei nuovi ordini e dell'occupazione, mentre la fiducia delle imprese ha toccato un massimo da 27 mesi", ha dichiarato S&P in una nota.
Il contributo principale nell'eurozona è venuto dal settore dei servizi, ma la produzione manifatturiera si è avvicinata a livelli di stabilizzazione a maggio, mettendo a segno un calo solo marginale e nella misura minore degli ultimi 14 mesi.
L’indice HCOB Flash Eurozone Services PMI Business Activity è rimasto invariato rispetto ad aprile a 53,3, leggermente al di sotto del consenso (53,5). L'indice PMI manifatturiero ha sorpreso al rialzo. Si è attestato a 47,4 contro un'aspettativa di 46,1, raggiungendo il massimo da 15 mesi. Tuttavia, è ancora al di sotto della linea che separa l'espansione dalla contrazione. La produzione manifatturiera ha continuato a diminuire, ma il tasso di contrazione è stato solo marginale.
Cosa farà la BCE il 6 giugno?
Gli indici Flash PMI dell'eurozona di maggio hanno dato alcune buone notizie alla Banca Centrale Europea (BCE). I tassi di inflazione dei costi produttivi e dei prezzi alla vendita si sono attenuati rispetto ad aprile, pur rimanendo in ogni caso al di sopra delle medie pre-pandemia di Covid-19.
Ancora una volta, il settore dei servizi è stato la principale fonte di pressioni inflazionistiche, ma il tasso di aumento dei costi dei fattori di produzione è sceso ai minimi del triennio.
"Questa volta ci sono anche buone notizie per la BCE, poiché i tassi di inflazione di costi e tariffe nel terziario si sono indeboliti rispetto al mese precedente", ha commentato Cyrus de la Rubia, Chief Economist della Hamburg Commercial Bank. "Questo sosterrà l’intenzione della BCE di tagliare i tassi alla riunione del 6 giugno. Tuttavia, il miglioramento delle prospettive dell'inflazione molto probabilmente non basterà per far annunciare alla banca centrale che seguiranno ulteriori tagli dei tassi".
La BCE ha più volte lasciato intendere un taglio dei tassi il 6 giugno e recentemente il Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato di essere "davvero fiduciosa" che l'inflazione dell'eurozona sia sotto controllo. Anche altri responsabili politici della BCE hanno inviato segnali forti per diversi mesi. Ieri il governatore della banca finlandese e membro del Consiglio direttivo dell’istituto di Francoforte, Olli Rehn, ha dichiarato all'AFP che la BCE può avviare i tagli prima della Federal Reserve.
L’aumento dei salari nell'eurozona è un invito alla cautela per la BCE
Tuttavia, un'accelerazione dei salari potrebbe pesare sulle future decisioni della BCE. I dati sui salari in Germania, pubblicati ieri dalla Bundesbank, hanno mostrato un aumento al ritmo più rapido da quasi un decennio. I dati odierni per l'intera Eurozona hanno segnalato un'accelerazione della crescita salariale nel primo trimestre. Secondo la BCE, i salari negoziati nell'area dell'euro sono aumentati del 4,7% rispetto a un anno fa. Questo potrebbe mettere in crisi il ritmo dei tagli dei tassi, dato che le pressioni salariali sono un dato fondamentale per i funzionari della banca centrale.
"La direzione della crescita dei salari nominali sarà fondamentale per capire non tanto quando avverrà il primo taglio (che ora conosciamo con una certa certezza), ma quale sarà il percorso dei tagli in futuro", ha dichiarato George Curtis, gestore di portafoglio presso TwentyFour Asset management.
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