Gli Exchange-traded fund (ETF) obbligazionari a scadenza hanno debuttato sul mercato europeo l’anno scorso, ma l’offerta è in rapida espansione, sulla scia del successo dei fondi a scadenza. In questi giorni, è arrivata in Italia la gamma BulletShares di Invesco, ma in precedenza c'erano stati gli annunci di BlackRock con l’offerta iShares iBonds, e di Amundi.
Morningstar ha contato 13 debutti nel 2023 cui si sono aggiunti nel 2024 altri prodotti di questo tipo per un totale di 30 strumenti alla data in cui scriviamo (27 maggio).
Cosa sono gli ETF a scadenza?
Gli ETF a scadenza, anche detti fixed term bond, sono fondi quotati in Borsa che a differenza degli ETF obbligazionari classici prevedono una data di scadenza fissa. Sono costituiti da un portafoglio diversificato di bond con scadenza nell’anno solare del fondo. Quando giungono nei mesi finali, gli asset vengono investiti in strumenti liquidi e successivamente l’ETF viene de-listato e patrimonio netto finale distribuito tra i sottoscrittori.
Gli strumenti a scadenza non sono affatto una novità nell’industria del risparmio gestito. Al contrario, i fondi di questo tipo esistono da tempo, soprattutto in Italia, ma la popolarità è esplosa a livello europeo nel 2023. Le stime Morningstar sui flussi rivelano che è stata la categoria in assoluto più popolare dopo i fondi monetari l’anno scorso con 60 miliardi di euro di raccolta netta.
Secondo gli ultimi dati sui flussi, i fixed term bond (fondi ed ETF) continuano ad essere una delle categorie più popolari in questa prima parte del 2024, con sottoscrizioni nette pari a 18,3 miliardi da inizio anno. Il loro patrimonio netto, pari a 173,5 miliardi, ha superato quello di una storica categoria del reddito fisso come i governativi in euro (dati al 30 aprile).
Perché investire in un fondo a scadenza?
“L'attuale domanda di fondi obbligazionari a scadenza fissa sembra essere guidata dal desiderio degli investitori di prodotti relativamente poco rischiosi e da tassi d'interesse più elevati, soprattutto perché molte banche europee sono state restie ad aumentare la remunerazione sui conti deposito in risposta ai rialzi dei tassi della Banca Centrale Europea (BCE)”, afferma Shannon Kirwin, associate director del team di Manager Research di Morningstar.
In Italia, i primi fondi a scadenza, anche detti a finestra di collocamento, debuttarono nella prima decade del 2000, con portafogli obbligazionari. Successivamente, i bassi tassi di interesse spinsero le società di gestione a lanciarne di tipo bilanciato, fino al recente boom di quelli del reddito fisso, che ha contagiato anche altri paesi europei.
La differenza tra fondi ed ETF a scadenza
Fondi ed ETF a scadenza non sono del tutto simili. La principale differenza è nei costi, perché i secondi sono generalmente più economici.
“Le spese correnti della categoria sono paragonabili a quelle dei fondi aperti tradizionali, ma eccessive per quelli che sono essenzialmente portafogli buy-and-hold”, spiega Kirwin. “Inoltre, i fondi obbligazionari a scadenza fissa applicano in genere commissioni di rimborso elevate e alcuni domicili (tra cui l’Italia, Ndr) hanno strutture di commissioni di ingresso complesse”.
Alla fine del 2023, risultavano nel database di Morningstar quasi 200 fondi fixed term bond che, in base ai dati sul costo rappresentativo (indicatore Morningstar delle spese ricorrenti), applicavano tariffe superiori all'1% annuo. Ci sono poi voci che non sono necessariamente incluse in tale parametro, come le commissioni di collocamento in Italia, le quali possono superare anche il 2%. Infine, ci sono le fee per il riscatto anticipato, che in media sono del 2,5% annuo.
Per contro gli ETF presentano costi medi inferiori, che sono compresi in un intervallo di 0,09 punti percentuali di alcuni strumenti di Amundi allo 0,10%-0,12% di altri provider come iShares, Xtrackers e Invesco.
Un’altra differenza riguarda il fatto che gli ETF prevedono un meccanismo di creazione e riscatto delle quote con i partecipanti autorizzati che alleviano le pressioni sulla liquidità.
Dove investono gli ETF obbligazionari a scadenza
Gli ETF obbligazionari a scadenza danno accesso a un portafoglio diversificato di bond di diverso tipo e possono avere anche più di 400 titoli. Alcuni sono specializzati sui corporate bond, altri sui titoli di Stato. Quest’anno sono stati lanciati alcuni strumenti con focus sui governativi italiani da Amundi e iShares, che sono più concentrati (7-11 titoli nel momento in cui scriviamo). Anche l’esposizione valutaria può essere diversa, prevalentemente all’euro o al dollaro. Infine, alcuni ETF sono ad accumulazione, mentre altri sono a distribuzione dei proventi.
Talvolta, i fondi a scadenza sono equiparati agli strumenti di remunerazione della liquidità come i conti deposito. In realtà, non sono la stessa cosa, perché possono avere un rischio di credito, in particolare nel caso investano in titoli high yield o di mercati emergenti.
Quali prospettive per gli ETF fixed term bond
Oggi, gli ETF obbligazionari a scadenza rappresentano una nicchia del mercato complessivo europeo dei replicanti, ma secondo gli analisti di Morningstar sono destinati ad espandersi. “Sebbene siano ancora agli inizi, questi strumenti sono cresciuti a un ritmo esplosivo nell'ultimo anno e potrebbero continuare a guadagnare quote di mercato”, conclude Kirwin.
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