A seguito dei disastrosi risultati del suo partito alle elezioni europee del 9 giugno 2024, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, ha annunciato la sera stessa lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale e l'indizione di elezioni legislative anticipate il prossimo 30 giugno e 7 luglio.
I mercati sono nervosi per questa scommessa ad alto rischio. Cosa accadrà nelle prossime settimane? Quali scenari possono prevedere gli investitori?
Nervosismo visibile sui mercati del reddito fisso
Dopo l'annuncio dello scioglimento dell’Assemblea Nazionale, la Borsa di Parigi è scesa del 2,7% in due giorni. Ma l'incertezza degli investitori internazionali nei confronti della Francia è molto più palpabile sui mercati del reddito fisso, dove il differenziale di rendimento tra l’OAT (titolo di Stato francese) e il Bund (titolo di Stato tedesco) a 10 anni ha appena superato i 60 punti base, mentre finora si era aggirato intorno ai 50 punti base (un livello considerato stranamente troppo basso da alcuni gestori di obbligazioni).
Questo spread rappresenta il premio di remunerazione richiesto dagli investitori per detenere il debito francese. Più lo spread è ampio, più significa che gli investitori chiedono un rendimento alto per assumersi il rischio di acquistare il debito pubblico francese (da qui il termine “premio di rischio”). La conseguenza è che lo Stato deve pagare un prezzo maggiore per indebitarsi sui mercati finanziari, cosa che comporta un'ulteriore pressione sul deficit pubblico.
Quali sono i rapporti di forza sul piano politico?
L'Assemblea Nazionale conta 577 deputati. Prima dello scioglimento, “Renaissance”, il partito del Presidente Macron, aveva 172 seggi (il 30% dei deputati), e i suoi “alleati” (Modem, Horizons) ne avevano 78, contro i 151 deputati dei partiti di sinistra (LFI, ecologisti, socialisti), i 62 deputati dei repubblicani e gli 89 rappresentanti del Rassemblement National (RN), senza contare i 25 seggi degli indipendenti e dei non iscritti.
Sulla base dei primi sondaggi diffusi subito dopo l'esito delle elezioni europee, il RN potrebbe raggiungere tra i 235 e i 265 deputati nella prossima legislatura.
Sembrano dunque delinearsi due scenari: il mantenimento dello status quo o una coabitazione.
Tra i sostenitori del partito di Macron, si ritiene possibile una vittoria del campo macronista con un eventuale governo di coalizione per bloccare l'estrema destra - in tal caso, Gabriel Attal, attuale Primo Ministro, potrebbe mantenere la sua carica.
Ma lo scenario a oggi più probabile è vedere per la prima volta nella storia il partito di Marine Le Pen ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, il che logicamente potrebbe spingere il Presidente della Repubblica a nominare un Primo Ministro proveniente dallo stesso Rassemblement National, creando il primo periodo di coabitazione (cioè quando il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro appartengono a due schieramenti diversi) della Quinta Repubblica.
Si tratterà di vedere se RN riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta (289 seggi o più) o se avrà solo una maggioranza relativa, che la costringerà a stringere alleanze per portare avanti la sua agenda politica.
Per il momento, alcuni fanno fatica a vedere una maggioranza assoluta come un risultato credibile.
Quali sono le conseguenze in termini di politica economica?
Questa è la vera posta in gioco delle prossime elezioni. Il governo che si formerà sulla base dei risultati elettorali dovrà rassicurare i mercati finanziari sulla sua determinazione a consolidare le finanze pubbliche e a perseguire le riforme necessarie per ripristinare il potenziale di crescita e affrontare la sfida del cambiamento climatico.
S&P ha già declassato la Francia. Lunedì 10 giugno, Moody's ha avvertito che l'inerzia politica in assenza di una chiara maggioranza rappresenta un “rischio di credito”.
“In un contesto geopolitico teso, le elezioni francesi anticipate comportano una maggiore incertezza politica e il rischio di politiche meno prevedibili in Francia”, ha dichiarato Mehdi Fadli, Senior Vice President, Sector Lead - Global Sovereign Ratings di Morningstar DBRS in una nota del 10 giugno. “Le elezioni coincidono ora con un periodo di notevole importanza per la traiettoria fiscale della Francia”, ha aggiunto.
Di fronte a una possibile vittoria del RN, domina la vaghezza
“La questione più importante è che non abbiamo nulla sul loro programma, in particolare sulla politica fiscale”, ha dichiarato a Morningstar Claudia Panseri, CIO di UBS Wealth Management in Francia.
"Molti investitori si stanno concentrando sulla prospettiva di un governo RN, ma potremmo anche ritrovarci con un governo di coalizione. Tuttavia, temo che qualunque sia la futura configurazione politica la Francia non prenderà alcuna decisione importante per tre anni, mentre il Paese sarà sottoposto a un maggiore controllo da parte delle agenzie di rating", aggiunge.
In una nota dell'11 giugno, Simon Freycenet di Goldman Sachs ha osservato: “Sebbene l'estrema destra abbia ammorbidito il suo programma, questo partito non ha alcuna esperienza di governo in materia economica. Possiamo quantificare il rischio fiscale guardando alle misure presentate durante le precedenti elezioni legislative (nel 2022). All'epoca, il costo del programma era stimato in 100 miliardi di euro all'anno. Sulla base del nostro precedente lavoro, ogni aumento dell'1% del deficit pubblico comporta un aumento dello 0,13% dei rendimenti del G10 e questo porterebbe a un aumento di circa lo 0,50% del rendimento a 10 anni dei titoli di Stato Francesi (OAT)."
Verso una nuova volatilità
“I risultati delle elezioni europee hanno portato a un aumento dell'avversione al rischio sui mercati azionari, del reddito fisso e dei cambi”, sottolineano gli analisti di Kepler Cheuvreux in una nota dell'11 giugno.
“I mercati stanno tenendo conto della maggiore probabilità che l'estrema destra salga al potere in Francia”, hanno aggiunto, sottolineando l'agenda antieuropea del RN.
David Zahn, head of European Fixed Income di Franklin Templeton, conferma in un commento: “A mio avviso, i mercati non erano preparati a questo rischio politico e potremmo quindi assistere a un aumento della volatilità a giugno”.
Una simile impennata di volatilità, comunque, non è una novità. Anche nel 2017, quando Marine Le Pen è passata al secondo turno delle elezioni presidenziali contro Emmanuel Macron, i mercati hanno mostrato un certo nervosismo.
“Dobbiamo ricordare che le elezioni in Francia sono state generalmente fonte di volatilità negli ultimi anni”, osserva Colin Finlayson, co-gestore di Aegon Strategic Bond Fund, in una nota.
“Nel 2017, il risultato del Front National (oggi RN) guidato da Marine Le Pen ha sorpreso in molti e ha spaventato i mercati, con un significativo allargamento dello spread e un amento del rischio di credito”, aggiunge.
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