L'Italia comincia a fare i conti con il rientro del deficit nei prossimi sette anni e al Tesoro preparano una manovra da EUR30 miliardi. Le rinunce saranno molte, a cominciare dalla flat tax per gli autonomi e dall'addio alla riforma Fornero delle pensioni, e in sostanza, tra le promesse elettorali del 2022, si salverà solo il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi.
Con la nuova ondata di rigore imposta da Bruxelles dopo le elezioni torna sott'occhio anche lo spread. Quello tra i Btp a 10 anni e gli omologhi Bund tedeschi è a quota 152 punti. Mentre quello della Francia, l'altro grande malato d'Europa per giunta a rischio di instabilità politica, è a 72 punti, ovvero solo 14 in meno della Spagna.
Con la procedura d'infrazione Ue avviata formalmente ieri, l'Italia, che nel 2023 era arrivata con il deficit al 7,4% del pil, dovrà fare una correzione da EUR10 a EUR12 miliardi l'anno (0,5% o 0,6% del pil), a partire dalla prossima legge di Bilancio. Al momento il governo intende salvare circa EUR20 miliardi di spesa, che comprendono il taglio del cuneo fiscale, gli EUR2 miliardi per il Sud e le spese indifferibili (come quella per le missioni estere e gli impegni sulla difesa).
Insomma, il conto della prossima Finanziaria, a meno di tagli draconiani e aumenti delle tasse, si aggira sugli EUR30 miliardi.
Sono dunque a rischio per il prossimo anno le misure più criticate dall'Unione europea, come la flat tax, un intervento espansivo sulle pensioni (caro alla Lega di Matteo Salvini) e la recente autonomia differenziata. E va notato che in caso di mancate riforme da parte dell'Italia, l'aliquota minima della correzione salirebbe all'1,1%, con un totale di tagli a EUR22 miliardi.
"La finanziaria 2025 è lo strumento migliore per correggere i conti", ammette un consulente economico di Palazzo Chigi, "anche per motivi politici, perché siamo esattamente a metà legislatura: le promesse della campagna elettorale svaporano un po' e le elezioni politiche sono ancora lontane".
Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, aveva avvertito i colleghi da tempo, e in queste ore invita i ministri a essere "più selettivi" nella spesa, guardando con grande severità all'utilità di ogni singolo intervento.
La priorità per la Finanziaria 2025, fissata da Giorgia Meloni, è la conferma anche per il prossimo anno del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a EUR35.000. Si tratta di una misura che richiede EUR10,7 miliardi l'anno. Dover rientrare sul fronte del deficit, inoltre, richiederà una nuova stretta sul Superbonus edilizio, che anche per Bankitalia ha pesato in modo abnorme sui conti pubblici.
L'Italia sceglierà sicuramente di spalmare la traiettoria di rientro (che sospende di fatto l'applicazione del Patto di Stabilità) su sette anni, anziché sui quattro previsti come iter minimo. Se non facesse alcun intervento, il debito pubblico in dieci anni passerebbe dal 137% attuale al 168% del pil.
L'Italia non è più ritenuta da Bruxelles un paese con "squilibrio macroeconomico eccessivo", ma solo con "squilibrio macroeconomico", anche grazie a un miglioramento del quadro economico generale. Però è sempre giudicata "vulnerabile" per il suo debito pubblico che pesa per il 137% del pil, quando il valore massimo di riferimento in Ue sarebbe del 60%.
C'è poi un fronte molto delicato dei rapporti tra Unione europea e Italia ed è quello che riguarda la casa, la transizione green e la tassazione sugli immobili. L'Italia ha un altissimo livello di cittadini proprietari di almeno un immobile (77% per Eurostat) e la maggioranza di centrodestra, quando ha visto che le nuove misure previste dalla direttiva "Case green" potrebbero costare da EUR20.000 a EUR55.000 a famiglia, ha subito fatto capire che farà di tutto per evitare salassi.
Nel documento dedicato all'Italia, reso noto ieri, la Commissione uscente non si è limitata ad affermare che l'Italia dovrebbe fare di più e meglio su infrastrutture, Pnrr e fisco in generale, ma ha aggiunto che è necessario "rendere il sistema fiscale più favorevole alla crescita, concentrandosi sulla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e aggiornando i valori catastali, garantendo al tempo stesso equità e progressività e sostenendo la transizione verde".
di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist
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