Recentemente, il sentiment del mercato nei confronti dei titoli europei del lusso è cambiato, anche a causa di un contesto politico di maggiore incertezza, costringendo gli investitori ad essere più selettivi nella scelta delle azioni da inserire in portafoglio.
Mentre in Europa il quadro macroeconomico è in miglioramento, la domanda di beni di lusso a livello mondiale sta rallentando, in particolare in mercati chiave come l'Asia e gli Stati Uniti. In questo contesto, le attuali valutazioni dei titoli del settore sono ragionevoli e in linea con i fondamentali.
Tuttavia, gli investitori possono ancora trovare delle occasioni di investimento, come quelle indicate di seguito. Questi titoli sono scambiati con tassi di sconto compresi tra il 29% e il 42%.
4 titoli europei a sconto nel settore del lusso
Metriche chiave di Morningstar per Kering (KER)
- Fair Value Estimate: €464.00
- Price/Fair Value: 0.7
- Morningstar Rating: ★★★★★
- Morningstar Uncertainty Rating: Medio
- Economic Moat: Medio
Kering è il secondo gruppo attivo nel settore beni di lusso in termini di vendite e al momento viene scambiato a prezzi pari a 18 volte gli utili attesi (che a nostro avviso sono abbastanza vicini ai minimi), ovvero con un premio del 60% rispetto alla nostra stima di fair value. Sebbene lo slancio del marchio di punta di Kering, Gucci, stia rallentando, la forte riconoscibilità del brand, le significative risorse di marketing, il controllo della distribuzione (oltre il 90%) e l'accesso ai migliori talenti manageriali e creativi lo pongono in una posizione forte per mantenere il vantaggio competitivo anche nel lungo periodo.
Metriche chiave di Morningstar per Burberry Group (BRBY)
- Fair Value Estimate: GBX 1680.00
- Price/Fair Value: 0.61
- Morningstar Rating: ★★★★
- Morningstar Uncertainty Rating: Alto
- Economic Moat: Medio
Nonostante negli ultimi tempi abbia registrato una crescita fiacca dei ricavi, riteniamo che Burberry benefici di un'elevata riconoscibilità del marchio, di un potere di determinazione dei prezzi e di un forte controllo sulla distribuzione, tutti fattori che ne rafforzano il Moat. Il titolo viene scambiato a un multiplo pari a 17 volte gli utili attesi, un valore che riteniamo vicino ai minimi storici. Riteniamo che l'attuale debolezza della performance rispetto al settore sia di natura ciclica e operativa: le collezioni del nuovo stilista Daniel Lee sono state lanciate a un prezzo elevato che i consumatori, sempre più sensibili ai prezzi, non hanno accettato. Riteniamo che la performance di Burberry possa essere migliorata rafforzando la gamma di articoli meno costosi, cosa che la società sta già facendo.
Metriche chiave di Morningstar per Swatch Group (UHR)
- Fair Value Estimate: CHF 368.00
- Price/Fair Value: 0.52
- Morningstar Rating: ★★★★★
- Morningstar Uncertainty Rating: Medio
- Economic Moat: Medio
Swatch beneficia di un Moat nella misura di Medio per effetto di asset intangibili e delle economie di scala. La sua valutazione è molto interessante in quanto il mercato non valuta adeguatamente i fattori positivi che giocano a favore della società. In particolare, Swatch dovrebbe beneficiare di una forte esposizione ai consumi cinesi, che prevediamo in forte ripresa grazie alla domanda repressa post-pandemia e alla crescita del reddito nel lungo termine. Swatch dovrebbe inoltre trarre vantaggio dalla maturazione del mercato degli orologi a basso costo e degli smartwatch e da una significativa leva operativa derivante dalla riduzione dei costi e dall'automazione.
Metriche chiave di Morningstar per Hugo Boss (BOSS)
- Fair Value Estimate: €62.00
- Price/Fair Value: 0.71
- Morningstar Rating: ★★★★
- Morningstar Uncertainty Rating: Medio
- Economic Moat: Medio
Hugo Boss deve il suo Moat alla forza del marchio di abbigliamento maschile di alta qualità. Inoltre, negli ultimi anni la crescita delle vendite di Hugo Boss si è collocata nella parte alta della classifica dei brand del lusso, grazie agli investimenti nel marketing e a un maggiore successo nel segmento dell’abbigliamento casual e tra i consumatori più giovani. Pur riconoscendo che il segmento dell'abbigliamento di alta gamma è uno dei più competitivi e che sta registrando una crescita più lenta, e considerando questi fattori nelle nostre previsioni, riteniamo che il titolo sia comunque scambiato a prezzi interessanti, pari a 11 volte gli utili attesi.
L'ultimo Luxury Pulse di Morningstar analizza il settore in termini di valutazioni e opportunità di investimento.
Valutazioni più volatili
Le valutazioni delle azioni del lusso hanno avuto un percorso accidentato negli ultimi anni, subendo pressioni durante la pandemia, ma riprendendosi fino a raggiungere livelli record nel 2021 grazie a una crescita della domanda più forte e più rapida del previsto.
Nel 2022-23, le valutazioni hanno oscillato fortemente attorno al fair value, mentre i mercati valutavano l'impatto dell'inflazione sui ricavi, la durata delle interruzioni delle forniture, il ritmo della ripresa della domanda in Cina e la ripetibilità delle forti vendite post-pandemia in Occidente.
Attualmente, riteniamo che il settore sia valutato in linea con il fair value, data la domanda più contenuta nel breve termine, che difficilmente persisterà nel lungo periodo (le industrie del lusso si riprendono di solito rapidamente dalle flessioni cicliche).
Le nostre stime del fair value sono il frutto di previsioni di lungo termine che hanno già incorporato il rallentamento dei ricavi rispetto alla crescita in doppia cifra registrata negli ultimi tre anni, poiché riteniamo che la forte ripresa dei consumi in Occidente sia transitoria.
Detto questo, non riteniamo che l'attuale indebolimento della domanda sia duraturo, perché se guardiamo agli ultimi 30 anni, i periodi di debolezza della domanda nel settore del lusso non sono durati più di due anni.
Il confronto con il 2021 e il 2022 è sfidante
Dopo una forte crescita tra il 2021 e il 2022, le vendite di beni di lusso hanno iniziato a rallentare dalla metà del 2023. Riteniamo che il boom delle vendite di lusso post-pandemia non sia sostenibile.
Le performance sono rimaste disomogenee all'inizio dell'anno, con marchi forti come Hermès, ma anche brand che godono di un forte slancio come Prada e Moncler, che hanno registrato performance superiori alla media del settore. Altri marchi, come ad esempio Ferragamo, Burberry e Gucci (di proprietà di Kering), hanno registrato i risultati più deboli dall'inizio dell'anno.
Redditività sotto pressione
Dopo la forte crescita nel periodo post-pandemia, la redditività del settore ha subito un certo rallentamento nella seconda metà del 2023. I margini sono stati sotto pressione per la maggior parte degli operatori, con l'eccezione di Prada, che sta beneficiando di un forte slancio dei suoi marchi, e in particolare di Miu Miu. Tra le aziende che soffrono maggiormente c’è Kering, che ha dovuto investire in operazioni di rilancio della crescita in un contesto di domanda più debole.
Le spese di marketing sono rimaste elevate nel settore e i costi hanno risentito dell'inflazione e dei tassi di cambio sfavorevoli. Inoltre, a giudicare dai commenti delle aziende, è improbabile che i prezzi contribuiscano alla crescita come hanno fatto negli ultimi anni. Riteniamo che i forti aumenti dei prezzi registrati nel settore negli ultimi anni abbiano reso i prodotti inaccessibili ad alcuni consumatori, già colpiti dall’aumento del costo della vita. Se la domanda rimane debole, non vediamo grandi miglioramenti nei margini del settore senza importanti misure di riduzione dei costi, anche perché, nel caso di alcuni operatori, la redditività è già vicina ai suoi massimi.
La sfida nel breve termine: gestire le scorte
Una buona gestione delle scorte di magazzino è sempre più importante per gli operatori del settore del lusso, poiché l'eccessiva riduzione dei prezzi e la eccessiva presenza di punti vendita possono danneggiare la percezione del marchio, mentre la distruzione delle scorte invendute è sempre più disapprovata dall’opinione pubblica, per motivi di sostenibilità, se non vietata dallo Stato. Burberry, ad esempio, ha promesso di porre fine alla pratica della distruzione dei capi invenduti. Il divieto di questa pratica è legge in Francia dal 2020 ed è sostenuto dall'Unione Europea dal 2023.
La crescita più debole dalla metà del 2023 ha portato a un rallentamento della rotazione delle scorte per la maggior parte degli operatori del settore. La rotazione delle scorte ha raggiunto il livello più basso dai tempi della pandemia, il che potrebbe rappresentare una tendenza preoccupante. Gli operatori nel segmento della pelletteria e dell'abbigliamento sono stati particolarmente colpiti da questo rallentamento, che potrebbe essere pericoloso se le scorte in eccesso dovessero essere vendute a sconto.
Riteniamo che le aziende che si trovano nella posizione migliore per evitare sconti eccessivi siano quelle con il miglior controllo sulla distribuzione - che limita il rischio di scorte in eccesso nel segmento della vendita all'ingrosso - e quelle con un bilancio solido che non necessitano di una liquidità immediata.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.