I mercati guardano ai dati flash sull'inflazione nell'area euro, che saranno resi noti da Eurostat martedì 2 luglio alle 11.00 (ora dell'Europa centrale), dopo che i prezzi sono aumentati del 2,6% annuo a maggio, rispetto al 2,4% di aprile e sopra le attese degli analisti. Un anno fa il tasso era del 6,1%.
L'inflazione di fondo (core), che esclude i costi energetici e alimentari, è aumentata del 2,9% a maggio su base annua.
Secondo le stime di consensus di FactSet, a giugno l'inflazione dovrebbe essere scesa al 2,4% rispetto all'anno precedente, il livello registrato ad aprile.
"Sebbene ci aspettiamo ancora una certa volatilità nei dati sull'inflazione, il ribasso di giugno sarebbe molto gradito e riafferma l'azione della Banca Centrale Europea (BCE) che il 6 giugno ha tagliato i tassi", afferma Michael Field, European Market Strategist di Morningstar.
"Forse ancora più importante dell'andamento dell'inflazione complessiva sarebbe il calo dell'inflazione di fondo (o core), perché è la misura a cui i banchieri centrali prestano molta attenzione, dato che esclude le componenti volatili come i prodotti alimentari e i carburanti, e fornisce un quadro più accurato dell'inflazione".
L'inflazione dei servizi è l'ultimo miglio
Secondo Eurostat, a maggio i servizi hanno contribuito maggiormente al tasso d'inflazione annuale dell'area dell'euro (+1,83 punti percentuali), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (+0,51 punti percentuali), beni industriali non energetici (+0,18 punti percentuali) ed energia (+0,04 punti percentuali).
L'inflazione dei servizi, la componente più rigida finora, è rimbalzata dal 3,7% di aprile al 4,1% di maggio, confermando che si tratta dell'ultimo miglio della disinflazione.
“Data la rigidità intrinseca dei prezzi dei servizi, è molto improbabile che si contrarrà prima della fine dell’anno, con anche la crescita salariale che si sta mantenendo solida (4,7% contro il 4,5% dell’ultimo trimestre del 2023) e che non dovrebbe rientrare nelle stime previste prima del 2025”, spiega Ombretta Signori, Head of macroeconomic research and strategy di Ofi Invest Asset Management in una nota del 24 giugno.
"Sulla base delle proiezioni salariali della BCE, delle risposte delle imprese all'indagine telefonica della BCE e dei dati salariali relativi alle nuove offerte di lavoro, possiamo aspettarci che la crescita dei salari raggiunga un massimo di circa il 4% quest'anno e che non si normalizzi fino al 2025".
Quando la BCE taglierà di nuovo i tassi?
I numeri sull'inflazione di giugno sono particolarmente rilevanti dopo che la BCE ha confermato l'approccio dipendente dai dati per il percorso dei tassi nel suo ultimo Bollettino economico pubblicato il 20 giugno. "Nonostante i progressi compiuti negli ultimi trimestri, le pressioni sui prezzi rimangono forti, poiché la crescita dei salari è elevata, ed è probabile che l'inflazione rimanga al di sopra dell'obiettivo anche nel prossimo anno", ha dichiarato la BCE.
Le ultime stime dello staff dell'Eurosistema per l'inflazione sia headline che core sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto alle proiezioni di marzo. L'inflazione complessiva dovrebbe essere in media del 2,5% nel 2024, del 2,2% nel 2025 e dell'1,9% nel 2026. I prezzi core sono stimati in media al 2,8% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.
La BCE ha tagliato i tassi il 6 giugno, ma non si è impegnata a seguire un particolare percorso di riduzione in futuro. "Le decisioni sui tassi di interesse del Consiglio direttivo si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria", ha dichiarato la BCE nel Bollettino di giugno.
Cosa potrebbe far aumentare l'inflazione?
I rischi al rialzo per l'inflazione includono non solo un aumento dei salari e dei profitti superiore alle attese, ma anche tensioni geopolitiche che potrebbero far lievitare i prezzi dell'energia e i costi di trasporto, nonché eventi meteorologici estremi che potrebbero far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari.
Goldman Sachs prevede che l'inflazione headline e core dell'area dell'euro si attesterà rispettivamente al 2,7% a/a e al 2,6% a/a nel dicembre 2024.
"Con la prima riduzione dei tassi operata dalla BCE a giugno, tutti gli occhi sono puntati sui numeri dell'inflazione per capire quanti altri tagli seguiranno quest'anno. Le attuali previsioni degli economisti ne indicano due e la lettura dell'inflazione di martedì prossimo difficilmente cambierà questa previsione", conclude Field.
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