Diversificare il portafoglio sempre più difficile

Con azionario e obbligazionario che si muovono in tandem, gli investitori devono ripensare la loro gestione del rischio.

Valerio Baselli 25/07/2024 | 10:43
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Diversificazione

Come diversificare al meglio il proprio portafoglio in questo momento? Dati alla mano, la sottile arte della diversificazione sta diventando sempre più difficile.

Come ci ha insegnato il padre della Moderna teoria di portafoglio, nonché premio Nobel Harry Markowitz, scomparso il 22 giugno 2023, più un portafoglio finanziario è composto da titoli di natura diversa, più in generale si abbassa il grado di rischio.

L’asset allocation, infatti, non deve essere giudicata solo dalle performance, ma anche dall’equilibrio che riesce a trovare tra rischio e rendimento nel lungo periodo. Un rapporto che, per sua natura, è precario e mutevole e che perciò deve essere continuamente ricercato tramite l’attività di ribilanciamento degli investimenti.

Più semplice a dirsi che a farsi. Dati alla mano, diversificare la propria allocazione di capitale sta diventando sempre più difficile. Il 2022, ad esempio, è stato uno degli anni peggiori di sempre per il classico portafoglio 60/40, composto cioè da azioni per il 60% e da obbligazioni per il restante 40%.

Ma come spiegato dall’analista multi-asset di Morningstar Jason Kephart in questo articolo, oltre che da Giulio Renzi-Ricci di Vanguard Europe in questa video intervista, la più classica delle allocazioni tra azioni e obbligazioni è ancora attuale e utilizzabile. Ciò che conta sono le correlazioni tra diverse classi di attivi e l’orizzonte temporale su cui ci si basa.

Bond in dollari per diversificare

A livello generale, dopo che nel corso del 2023 le categorie azionarie e quelle obbligazionarie hanno aumentato i loro coefficienti di correlazione rispetto agli anni passati, nel primo semestre del 2024 si è tornati a vedere una certa discordanza, in particolare per quanto riguarda i prodotti obbligazionari in dollari americani.

Tuttavia, a livello generale, le asset class restano ancora molto correlate tra loro. Basti pensare che il 2021 vedeva ben 28 casi di coefficienti di correlazione negativi, mentre nel 2022 e nel 2023 ce n’era solo uno, e tale situazione si è ripetuta negli ultimi 12 mesi. Insomma, diversificare è sempre più difficile.

Come anticipato, tra le categorie a reddito fisso, quelle dei fondi obbligazionari high yield in dollari e degli obbligazionari diversificati in dollari sono le due che hanno offerto maggior diversificazione. La seconda, ad esempio, presenta un coefficiente di correlazione a un anno dello 0,11 rispetto ai fondi obbligazionari inflation-linked in euro dello 0,08 rispetto ai prodotti azionari Europa emergente. La prima, invece, ha un tasso di correlazione dello 0,28 con le strategie obbligazionarie corporate in euro.

“Se misuriamo i rendimenti in euro, la correlazione delle classi obbligazionarie in dollari sono diminuite per effetto dei movimenti del tasso di cambio”, spiega Nicolò Bragazza, associate portfolio manager di Morningstar Investment Management (MIM). “Tuttavia, il tasso di cambio introduce un ulteriore elemento nell'analisi che non è necessariamente rappresentativo dei fattori che determinano la correlazione tra le classi di attivo. Infatti, se guardiamo alle correlazioni in valuta locale, possiamo notare come queste siano più elevate”.

Secondo Bragazza, “questo è dovuto al fatto che nelle principali economie i tassi di interesse tendono  a muoversi nella stessa direzione, causando le elevate correlazioni che si osservano nei rendimenti del comparto obbligazionario. Quando la correlazione tra le variazioni nei tassi di interesse è alta, anche la correlazione tra i rendimenti dei bond tende ad aumentare”. 

L'America latina diversifica meno che in passato

Più difficile, in linea generale, trovare classi di attivi decorrelate tra i fondi azionari. Anche gli azionari America latina – storicamente tra i più diversificanti –  hanno leggermente aumentato la loro correlazione con le altre categorie nel corso degli ultimi tre anni, in particolare con gli azionari Europa large-cap blend (da 0,41 a 0.80) e con gli azionari Asia-Pacifico ex-Giappone (da 0,23 a 0,57).

“L'azionario latino americano è fortemente esposto all'azionario brasiliano”, afferma ancora Nicolò Bragazza di MIM. “Negli ultimi tre anni la correlazione dell'azionario brasiliano in valuta locale (real) è stata abbastanza bassa con le categorie di obbligazioni americane, anche se questa è aumentata nell'ultimo anno”.

Il principale fattore di questa dinamica risiede nelle aspettative di un taglio dei tassi sia in USA sia in Brasile, dove la politica monetaria è stata particolarmente attiva nel contrasto all'inflazione e questo ha beneficiato sia l'azionario brasiliano sia le obbligazioni americane. “Per contro, quando i tassi americani hanno esibito tendenze al rialzo, l'azionario brasiliano ha sofferto nell'ultimo anno, e ciò si manifesta in una maggiore correlazione”, conclude il gestore. 

Guardando le tabelle, anche solo visivamente si nota come le categorie Morningstar, soprattutto azionarie, abbiano in generale aumentato la correlazione tra di loro nell’ultimo anno (per interpretarle si possono seguire i colori: più la casella tende al verde, più la correlazione sarà elevata; al contrario, più la casella tende al rosso, più il coefficiente sarà negativo).

Calcolare il coefficiente di correlazione del proprio portafoglio è un esercizio piuttosto complesso. Per avere un’idea di ordine generale, che comunque può già essere molto utile a evitare eventuali sovrapposizioni, abbiamo calcolato i coefficienti di correlazione delle 14 principali categorie Morningstar, a uno, tre e cinque anni, aggiornati al 30 giugno 2024 (sono state escluse dall’analisi le commodity e le strategie alternative).

Le categorie oggetto dell’analisi sono le seguenti (i numeri corrispondono a quelli che appaiono nelle tabelle):

 

  1. Obbligazionari Corporate EUR
  2. Obbligazionari Governativi EUR
  3. Obbligazionari High Yield EUR
  4. Obbligazionari Inflation-Linked EUR
  5. Obbligazionari Corporate USD
  6. Obbligazionari High Yield USD
  7. Obbligazionari Diversificati USD
  8. Obbligazionari Paesi Emergenti
  9. Azionari Europa Large Cap Blend
  10. Azionari Eurozona Large Cap 
  11. Azionari Giappone Large Cap
  12. Azionari USA Large Cap Blend
  13. Azionari Asia-Pacifico ex. Giappone
  14. Azionari America Latina

 

Il coefficiente di correlazione misura in che modo la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro: varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna correlazione tra i due fondi. Un coefficiente pari a 1 segnala che c'è una correlazione positiva perfetta, il che significa che i due strumenti si muovono assieme: se uno sale del 10%, lo fa anche l’altro e viceversa. Ovviamente, in caso di perfetta correlazione negativa (uguale -1) il rapporto è inverso: se il primo sale del 10%, il secondo perde il 10%.

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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