Oro a nuovi massimi, cosa fare ora

L’oro ha aggiornato il proprio record storico diverse volte nel 2024. Prendere profitto è una comprensibile tentazione, ma il metallo giallo è uno scudo contro le crisi future.

Valerio Baselli 06/08/2024 | 11:47
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Oro

Tradizionalmente, un dollaro forte e dei rendimenti obbligazionari in aumento non sono positivi per l'oro (che è privo di interessi).

Eppure, il prezzo spot dell’oro ha aggiornato in più occasioni il proprio record storico negli ultimi mesi. Nel marzo di quest’anno l’oro ha toccato il livello di 2.160 dollari l'oncia, mai raggiunto prima di allora. Poco dopo, ha registrato un nuovo massimo storico a 2.265 dollari a inizio aprile. Il 20 maggio scorso l'oro ha poi vissuto un nuovo picco a 2.435 dollari, mentre il 17 luglio il valore spot del metallo giallo ha superato per la prima volta i 2.470 dollari l’oncia.

Ad oggi, l’oro è scambiato attorno ai 2.454 dollari, segnando un rendimento da inizio anno intorno 19% (al 6 agosto, sempre in dollari).

Questa spinta, però, non è stata provocata dai mercati finanziari. Proprio a causa delle dinamiche macroeconomiche e monetarie, la domanda di oro da parte degli investitori è rimasta debole nel corso degli ultimi anni: secondo i dati Morningstar, infatti, gli exchange-traded commodity (ETC) sui metalli preziosi hanno visto a livello globale una raccolta netta pari a solamente 54 milioni di dollari tra luglio 2023 e giugno 2024. Di questi, 46 milioni sono stati raccolti nel secondo trimestre di quest’anno, segno forse di un rinnovato interesse degli investitori di fronte a tale rally.

“L'aumento del prezzo dell'oro negli ultimi mesi è stato notevole, in parte perché gli sperati tagli dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve statunitense non si sono concretizzati”, spiega Bert Flossbach, co-fondatore di Flossbach von Storch, in un’intervista con Morningstar. “Gli alti tassi di interesse sono in genere un veleno per il metallo prezioso, non sorprende quindi che nella prima metà dell'anno gli investitori abbiano ritirato circa 140 tonnellate d'oro dagli ETC. Tuttavia, come negli anni precedenti, questo fenomeno è stato più che compensato dai massicci acquisti di oro da parte delle banche centrali”, prosegue Flossbach.

“La tendenza al rialzo dei prezzi dell'oro risale al 2022 e i fattori alla base di questo movimento sono individuabili nella domanda sostenuta di gioielli, negli investimenti in oro fisico (monete e lingotti) da parte degli investitori asiatici e negli acquisti massicci da parte delle banche centrali dei Paesi emergenti, e della Cina in particolare, che desiderano diversificare le loro riserve di valuta estera e ridurre così la loro esposizione al dollaro USA”, spiega Charlotte Peuron, Equity Fund Manager Gold sector di Crédit Mutuel AM, in una nota pubblicata il 31 luglio 2024.

Scorpacciata di oro per le banche centrali emergenti

Dopo lo scoppio della crisi finanziaria del 2008, abbiamo assistito a un fondamentale cambio di regime, con le banche centrali che hanno progressivamente rivalutato la funzione e rilevanza dell'oro nella gestione degli asset di riserva.

Secondo gli ultimi dati del World Gold Council, nel secondo trimestre del 2024 la domanda totale di oro a livello mondiale è aumentata del 4% rispetto all'anno precedente, raggiungendo le 1.258 tonnellate, segnando il livello trimestrale più alto mai registrato. La domanda totale è stata sostenuta da un buon livello di transazioni OTC (over-the-counter, cioè al di fuori dei mercati regolamentati), con un notevole aumento del 53% rispetto all'anno precedente, pari a 329 tonnellate. 

“L'aumento della domanda OTC, i continui acquisti da parte delle banche centrali e il rallentamento dei deflussi dagli ETC auriferi hanno spinto i prezzi dell'oro a livelli record nel secondo trimestre 2024”, si legge nel report.

Secondo un sondaggio condotto sempre dal World Gold Council, il 29% delle 70 banche centrali intervistate intende aumentare le proprie riserve auree nei prossimi dodici mesi e l'81% prevede un ulteriore aumento delle disponibilità auree delle banche centrali.

“Anche se la Cina, dopo 17 mesi consecutivi di acquisti, sembra essersi presa una pausa, riteniamo che gli acquisti delle banche centrali rimarranno un fattore di sostegno, poiché le loro riserve auree rappresentano ancora solo il 4-5% di quelle valutarie”, commenta ancora Charlotte Peuron.

Perché tenere oro in portafoglio in tempi di crisi?

Di fonte agli attuali livelli di prezzo, gli investitori esposti all’oro potrebbero chiedersi se non sia giunto il momento di vendere e incassare una bella plusvalenza. Bert Flossbach – il quale ci tiene a chiarire che “non dispone di una sfera di cristallo con cui guardare al futuro e considera inaffidabili le previsioni a breve termine” – in un mondo complesso e in un sistema finanziario fragile, ritiene che l'oro debba essere un'importante ancora di valore nei portafogli.

“Negli ultimi decenni, praticamente tutte le crisi sono state combattute con più denaro. Ed è improbabile che questa situazione cambi in futuro”, dice Flossbach. “La prossima crisi potrebbe colpire nuovamente l'euro, qualora i deficit di bilancio continuino a sfuggire di mano e ad aggravare lo stress dell'eurozona. La Commissione europea ha recentemente avviato una procedura di bilancio nei confronti di sette paesi. Anche il debito pubblico degli Stati Uniti supera il 120% del PIL. E nessuno dei due candidati alla presidenza è noto per una ferrea disciplina di bilancio. Ci sono quindi buone ragioni per continuare a svalutare le valute cartacee rispetto all'oro.”

In effetti, da sempre l’oro svolge un ruolo di diversificazione, in quanto presenta una correlazione inversa con altri asset finanziari. Questo significa che, almeno in teoria, l’oro può migliorare il profilo rischio/rendimento di un’allocazione finanziaria nel medio e lungo periodo. Insomma, prendere profitto è giustificabile, ma un po’ di spazio per l’oro dovrebbe esserci in ogni portafoglio.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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