L'indice dei prezzi al consumo della zona euro aumentato del 2,2% su base annua ad agosto, secondo la stima flash di Eurostat, in calo rispetto al 2,6% di luglio e in linea con le aspettative degli economisti. L'inflazione di fondo, che indica i prezzi senza i costi energetici e alimentari, passata al 2,8% dal 2,9% di luglio.
“Dopo l'impennata dell'inflazione registrata a luglio, gli investitori saranno lieti di vedere che questo dato si è ridotto ad agosto, scendendo al 2,2%”, ha dichiarato Michael Field, European market strategist di Morningstar. “Questo calo di 40 punti base ci riporta vicino al livello obiettivo della Banca Centrale Europea”.
L'inflazione di fondo rimane materialmente più alta del livello di inflazione target del 2%; tuttavia, “si sta almeno muovendo nella giusta direzione”, dice Field.
In base ai dati preliminari sull'inflazione di agosto, i comparti che hanno contribuito di più sono i servizi (4,2%, rispetto al 4% di luglio), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (2,4%, rispetto al 2,3% di luglio), beni industriali non energetici (0,4%) ed energia (-3%, rispetto al +1,2% di luglio).
“Il calo dei prezzi dell'energia è stato la forza trainante dell’attesa discesa del tasso d'inflazione nell'Eurozona”, spiega Ulrike Kastens, economista sull’Europa di DWS. “Sono scesi del 3,0% in agosto e hanno fatto sì che l'aumento del costo della vita rallentasse al 2,2%”.
Commentando l'inflazione dei servizi, una metrica chiave per la Banca Centrale Europea, Bert Colijn, economista senior di ING, ha affermato che “in parte, l'aumento è dovuto all'inflazione dei servizi francese, che è salita a causa delle Olimpiadi. In ogni caso, l'inflazione dei servizi non si sta ancora muovendo molto verso il basso per il momento”.
Prezzi in calo nella maggior parte delle economie dell'eurozona
I dati a livello nazionale hanno mostrato un calo nella maggior parte delle economie dell'eurozona. Secondo i dati preliminari dell'Ufficio federale di statistica pubblicati giovedì 29 agosto, in Germania i prezzi si sono attestati all'1,97% su base annua, notevolmente al di sotto delle aspettative di consenso per il 2,2% e in calo rispetto al 2,6% di luglio. In Francia, l'inflazione complessiva è stata del 2,2% a/a, in calo rispetto al 2,7% di luglio, secondo l'agenzia statistica Insee. Si tratta del livello più basso degli ultimi tre anni, ma leggermente al di sopra delle aspettative, grazie alla pressione al rialzo dell'inflazione dei servizi, in particolare dei servizi di alloggio e di trasporto.
In Spagna, i prezzi hanno sorpreso leggermente al ribasso, al 2,2% su base annua, secondo i dati flash dell'ufficio statistico locale. In Italia, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'1,1% su base annua (dal +1,3% di luglio), secondo le stime preliminari dell'Istat. I dati sono inferiori alle aspettative del mercato dell'1,2%, soprattutto a causa dei prezzi dei prodotti energetici non regolamentati (da -6,0% a -8,6%).
Atteso il taglio dei tassi da parte della BCE il 12 settembre
La prossima riunione di politica monetaria della BCE si terrà a Francoforte il 12 settembre e gli economisti prevedono in larga misura un taglio dei tassi di interesse. I mercati scommettono su una riduzione di un quarto di punto del tasso di interesse di riferimento della BCE al 3,5%.
“Con un'inflazione che sembra essersi assestata intorno al livello necessario e una disoccupazione stabile, la BCE dovrebbe essere riconfermata nella sua linea d'azione. Questo ci fa ben sperare in ulteriori tagli dei tassi quest'anno”, ha dichiarato Field di Morningstar.
Sulla stessa linea il commento di Natasha May, analista sui mercati globali di J.P. Morgan Asset Management: “È improbabile che la riunione di settembre della BCE sia la decisione più importante del mese in materia di tassi, ma il dato odierno sull'inflazione spiana la strada a un secondo taglio dei tassi nell'eurozona. Per giustificare il fatto di aver tolto ulteriormente il piede dal freno, il Consiglio direttivo può far riferimento alla lettura dell'inflazione complessiva più bassa degli ultimi tre anni.”
La riunione della BCE precederà quella della Federal Reserve sulla politica monetaria, che si terrà il 17 e 18 settembre. Il Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha più volte sottolineato l'indipendenza della Banca Centrale Europea dalla Fed, e May ritiene che “con buone ragioni”.
“L'inflazione dell'eurozona è più vicina all'obiettivo, le condizioni finanziarie sono molto più rigide e i dati sull'attività sono stati più deboli”, afferma May. “E mentre il calo dell'inflazione di questo mese è stato guidato soprattutto dalla componente energetica del paniere dell'inflazione, gli indicatori salariali prospettici suggeriscono che anche l'inflazione appiccicosa dei servizi dovrebbe diminuire nei prossimi trimestri. In generale, l'atteggiamento da falco della BCE ha sortito l'effetto desiderato. Anche se i prossimi dati sull'inflazione dovessere risultare meno rosei, il Consiglio direttivo dovrebbe sentirsi a proprio agio nell'optare per un altro taglio dei tassi prima che la Fed faccia il suo primo passo”.
In ogni caso, i verbali della BCE pubblicati di recente hanno mostrato che la banca centrale è ancora piuttosto cauta nei confronti dell'inflazione dei servizi e delle dinamche salariali. Di conseguenza, “i mercati attendono i prossimi dati per decidere la mossa, dato che ora sono equamente divisi su un taglio di 25 punti percentuali in ottobre e i funzionari della BCE hanno offerto poche indicazioni al riguardo nel simposio di Jackson Hole”, ha ammesso Christophe Boucher, CIO di ABN AMRO Investment Solutions.
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