I mercati azionari emergenti non sono stati popolari tra gli investitori nella prima parte del 2024. Secondo le stime Morningstar, sono stati riscattati dai fondi ed ETF di questo tipo 6,54 miliardi di euro nei primi sette mesi. I deflussi hanno colpito anche gli obbligazionari emergenti, soprattutto quelli in valuta locale (-4,75 miliardi nello stesso periodo). A livello di singoli paesi, solo gli azionari India sembrano aver catturato l’interesse del mercato, con una raccolta netta di 7,45 miliardi da inizio anno.
Gli azionari emergenti non tengono il passo
L’indice Morningstar delle Borse emergenti ha guadagnato il 6,6% in euro (al 5 settembre), sottoperformando quello globale e questa tendenza a non tenere il passo con i mercati sviluppati dura da più di un decennio. Secondo stime di Robeco, l’azionario emerging markets ha sottoperformato quello dei developed market in media del 7% l’anno negli ultimi dieci (a fine giugno 2024).
Un ruolo fondamentale nello spiegare il divario ce l’ha la Cina, che dal 2021 ha penalizzato l’indice generale, all’interno del quale pesa per oltre il 20%. Proprio il mercato azionario cinese fatica a ripartire depresso dal settore immobiliare e dalla decelerazione dell’economia.
“Attualmente, il premio per il rischio azionario implicito in Cina è paragonabile ai livelli registrati durante la crisi finanziaria globale”, scrive Jian Shi Cortesi, Investment Director Asia and China Growth Equities di GAM in una nota del 4 settembre, la quale aggiunge che questo “suggerisce che il mercato ha già tenuto conto di un rischio considerevole” e quindi il potenziale di ulteriore ribasso potrebbe essere limitato.
Ma gli investitori sulle Borse emergenti guardano anche all’andamento dell’India, che, dopo il rally degli ultimi anni, è diventata un peso massimo nei panieri degli emerging markets. Quanto potrà continuare a brillare?
Gli obbligazionari emergenti torneranno alla ribalta?
La forza del dollaro e il rapido aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve americana ha penalizzato il debito emergente negli ultimi anni, perché lo ha reso meno appetibile per gli investitori esteri. Tuttavia l’indice Morningstar Emerging markets composite bond ha guadagnato il 5,5% da gennaio, facendo meglio di quello globale e dovrebbe beneficiare dell’allentamento della politica monetaria statunitense nel prossimo futuro.
“Negli ultimi tre mesi le prospettive di crescita dei mercati emergenti si sono fatte un po' più complesse”, si legge in un report di Schroders del 5 settembre. “Tuttavia, la buona notizia per gli investitori è che molti dei principali mercati emergenti continueranno a offrire tassi d’interesse reali interessanti”.
Perché investire negli emergenti?
Al di là delle previsioni sull’andamento dei mercati emergenti, la diversificazione è indicata da diversi gestori ed analisti come la motivazione per investire nei mercati emergenti.
“Il mondo è cambiato e con esso sono cambiate le motivazioni per investire nei mercati emergenti, per via dei mutamenti secolari a livello macro e delle crescenti tensioni geopolitiche. La storia dei mercati emergenti è passata da una convergenza con il mondo sviluppato a un'opportunità strategica e di diversificazione in un mondo multipolare”, dice David I. Robbins, Portfolio Manager e Group Managing Director Emerging Markets di TCW. “L'importanza strategica dei Paesi emergenti per il mondo sviluppato sta aumentando, poiché sono diventati economie di connessione rispetto agli Stati Uniti e alla Cina”.
Morningstar dedica l’intera settimana alle caratteristiche specifiche dell’investimento nei mercati emergenti e agli strumenti per puntare su questa asset class.
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