Unicredit (UCG) punta sul mercato tedesco. La banca italiana ha annunciato di aver concluso l’acquisizione di una partecipazione pari al 4,5% di Commerzbank (CBK), messa in vendita dalla Repubblica Federale di Germania come parte del processo di progressiva dismissione della sua esposizione verso la banca, salendo in questo modo al 9% del capitale sociale dell’istituto di credito tedesco.
In seguito a questa operazione, Unicredit diventa il secondo azionista della banca dopo il governo e ha già annunciato la sua intenzione, al momento opportuno, di superare la soglia del 9,9%.
Perché la fusione di Unicredit con Commerzbank non è l'opzione migliore?
Secondo Johann Scholtz, analista azionario di Morningstar, l’investimento di Unicredit in Commerzbank suona come un preludio a possibili nozze: “Il mantenimento di un piccolo investimento di portafoglio in Commerzbank nel lungo periodo diluirebbe la redditività di Unicredit e avrebbe poco senso strategico. La sovrapposizione delle attività tedesche di Unicredit con Commerzbank suggerisce che ci sarebbero sinergie in caso di acquisizione o fusione, ma senza una completa unione bancaria europea continuiamo a dubitare dei vantaggi delle banche retail che operano a livello transfrontaliero”, scrive in una nota dell'11 settembre.
Per questo motivo Scholtz valuta positivamente una seconda opzione: “Una fusione delle attività tedesche di Unicredit in Commerzbank sarebbe una scelta più interessante, con gli azionisti di Unicredit che otterrebbero azioni dell’entità combinata. In questo modo, i soci di Unicredit non dovranno pagare un premio di controllo, pur beneficiando delle sinergie e si creerebbe una banca focalizzata sulla Germania con quote di mercato leader in alcune aree di prodotto”.
Banco Bpm non è più un obiettivo di Unicredit
In una nota dell'11 settembre, Equita Sim valuta l’impatto che l’acquisizione di Commerzbank avrebbe sulla banca italiana: “L’acquisizione offre a Unicredit la possibilità strategica per crescere ulteriormente in Germania, mercato in cui è già presente attraverso HVB e che nel 2023 ha rappresentato oltre il 20% del suo utile operativo. Sulla base dei nostri calcoli preliminari, ipotizziamo che la fusione tra le due banche produrrebbe sinergie pari a circa il 10% della base costi di Commerzbank e un potenziale incremento dell’utile per azione di Unicredit superiore al 10%. Questo, con un impatto limitato sul bilancio della banca italiana che continuerebbe ad avere un CET1 ratio compreso tra il 13,5% e il 14%”.
Equita valuta questa operazione anche in ottica dell’atteso consolidamento del settore bancario italiano: “L’operazione potrebbe ridurre a nostro avviso l’appeal speculativo per altre operazioni di M&A sulle banche italiane”. Infatti, Banco Bpm, che i rumors di mercato davano come possibile obiettivo di Unicredit, perde a metà seduta di oggi 11 settembre quasi il 2%.
Come sono valutate Unicredit e Commerzbank?
La reazione del mercato ha premiato Commerzbank, le cui azioni sono salite oltre il 17%, nonostante il prezzo pagato da Unicredit per la quota del 4,5% riconosca alla banca tedesca un premio di circa il 5% rispetto al prezzo di chiusura del 10 settembre. Poco mosso, invece, il titolo Unicredit che a metà seduta non superava un guadagno dello 0,6%.
Secondo Scholtz, infatti, l'acquisizione è una notizia positiva per gli azionisti di Commerzbank: “L’operazione odierna conferma i progressi compiuti di recente per risollevare le sorti dell'azienda. Gli azionisti di Commerzbank inoltre potrebbero beneficiare di un premio di acquisizione in futuro, qualora Unicredit facesse un'offerta agli azionisti di minoranza”.
Gli analisti di Morningstar non hanno modificato né il fair value del titolo Commerzbank, pari a 15,80 euro, né quello di Unicredit, pari a 35 euro, ma ritengono che in prospettiva il posizionamento sul titolo della banca tedesca possa garantire maggiori margini di apprezzamento. “Le azioni Commerzbank sono ora scambiate a prezzi di poco inferiori alla nostra stima del fair value e nel caso Unicredit decidesse di acquisirne il controllo dovrebbe pagare agli azionisti di minoranza un premio adeguato. Discorso diverso per il titolo Unicredit, che è già scambiato su valori superiori al nostro fair value e che viene valutato con un Morningstar Rating pari a 3 stelle”.
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