La notizia è stata dirompente, e alquanto inattesa. Mentre era al centro di voci che la vedevano potenziale attore protagonista di operazioni di M&A sul settore italiano, UniCredit (UCG) ha sorpreso il mercato annunciando di aver acquisito il 9% di Commerzbank (CBK), messo in vendita dal governo tedesco. Un'operazione dal valore di circa 1,5 miliardi di euro per la quota, che corrisponde a circa il 2,5% del valore di mercato dell'istituto con sede in piazza Gae Aulenti a Milano. E non è affatto escluso che UniCredit intenda aumentare la propria quota in futuro, dato che ci sono indiscrezioni sul fatto che potrebbe inviare una richiesta alla BCE per salire fino al 30%.
"Siamo molto pazienti. Potremmo salire, scendere o combinare", ha spiegato l'amministratore delegato Andrea Orcel ai giornalisti. "Le conversazioni su un'operazione di fusione e acquisizione o su un'ulteriore combinazione sono in cima alle discussioni", ha aggiunto Orcel sottolineando che, "visto che ora siamo un investitore, possiamo impegnarci in modo costruttivo per capire se tutti noi vogliamo creare qualcosa di più del valore che può essere generato da Commerzbank da sola".
Con Intermonte il vento d’OPA soffia già tra gli istituti finanziari italiani
Anche se UniCredit ha dimostrato di voler puntare oltre i confini italiani, il fatto che comunque si sia mossa in ambito M&A può rappresentare un volano a favore di una nuova fase del risiko sul settore bancario italiano. Ma quali sono i possibili scenari di aggregazioni con target istituti finanziari italiani?
Certo, che il tema dell'M&A in ambito finanziario sia caldissimo in Italia è dimostrato anche dalla notizia a sorpresa dell'offerta pubblica di acquisto da parte di Banca Generali (BGN) su Intermonte Partners (INT), valutata circa 100 milioni di euro. Come comunicato a corredo della notizia del lancio dell'OPA, per Banca Generali l'investment banking e la corporate advisory rappresentano un'area prioritaria di sviluppo per la propria clientela manageriale.
Fin dove si spingerà UniCredit in ottica M&A?
In una nota dell’11 settembre, dal titolo che dice già molto "Wedding Bells for UniCredit and Commerzbank?" ("Campane nuziali per UniCredit e Commerzbank?") Niklas Kammer, equity analyst di Morningstar, ha commentato la mossa di UniCredit sottolineando di considerare l'acquisizione positiva per gli azionisti di Commerzbank in quanto conferma i suoi recenti progressi nel rilancio dell'attività. "Gli azionisti di Commerzbank potrebbero anche beneficiare di un premio di acquisizione in futuro qualora UniCredit facesse un'offerta agli azionisti di minoranza".
E per quanto riguarda UniCredit? "Data la scala relativamente ridotta dell'acquisizione - si legge nella nota -, l'impatto sugli azionisti di UniCredit è trascurabile. A questo punto, non intendiamo modificare le nostre stime del fair value di 35 euro per azione per UniCredit e di 15,80 euro per azione per Commerzbank. Stimiamo che una fusione completa aumenterebbe la quota di ricavi di UniCredit proveniente dalla Germania al 40% (attualmente il 23%), mentre il contributo dall'Italia scenderebbe al 33% (attualmente il 47%).
Scoppia una guerra di offerte su Commerzbank?
Per Kammer la partita per il controllo di Commerzbank potrebbe non essere del tutto conclusa. "Non saremmo sorpresi - scrive l'analista - di vedere svilupparsi una guerra di offerte. In passato, Commerzbank era stata associata all'interesse di varie banche, tra cui ING (INGA). Anche Deutsche Bank (DBK) potrebbe ritenere di dover partecipare come grande rivale tedesca di Commerzbank. Tuttavia, non pensiamo che Deutsche sarebbe adatta a fondersi con Commerzbank e vediamo la combinazione di Deutsche e Commerzbank solo come una mossa difensiva da parte di Deutsche senza un forte supporto strategico".
Ma puntualmente le voci su possibili contromosse da altre banche si stanno già rincorrendo. Websim segnala che sarebbe già spuntato un altro soggetto nella partita per il controllo di Commerzbank, secondo quanto riferisce Bloomberg, e si tratterebbe proprio dalla citata Deutsche Bank. Secondo le indiscrezioni, DB starebbe studiando le possibili contromosse per ostacolare l'eventuale acquisizione da parte di UniCredit. Tra le opzioni che il CEO Christian Sewing sta studiando c'è anche quello dell'acquisto di una parte o della totalità della restante quota del 12% di Commerzbank detenuta ancora dal governo tedesco.
Quali saranno le prossime mosse nel risiko bancario italiano?
Ad aiutarci a capire come può svilupparsi a questo punto il tema dell'M&A sul fronte tricolore, è Johann Scholtz, senior equity analyst di Morningstar a cui abbiamo chiesto una valutazione dei possibili sviluppi della mossa di UniCredit su Commerzbank anche come effetto sul settore bancario italiano. "Pensiamo - esordisce Scholtz - che questo sia il primo passo per un'acquisizione completa di Commerzbank. UniCredit ha già una presenza significativa in Germania e un'acquisizione del genere renderebbe la Germania il mercato più grande per UniCredit".
Frontiere italiane aperte ora per le banche europee?
Questa operazione di M&A di una banca italiana verso un'altra banca in Europa potrebbe spingere le grandi banche europee a guardare con maggiore interesse e potenziale alle banche italiane, in una sorta di scambio che il mercato italiano potrebbe garantire?
"Le M&A hanno senso per noi solo se ci sono opportunità di risparmio sui costi - chiarisce l'analista -. Il potenziale di risparmio sui costi è limitato se non c'è una sovrapposizione tra le due attività. Le M&A del retail banking transfrontaliero tendono a offrire sinergie limitate. I prodotti bancari sono molto diversi in Europa e qualsiasi acquirente di una banca italiana dovrebbe comunque mantenere una sede centrale e un bilancio italiani, il che limita il potenziale di risparmio sui costi. Pertanto, gli acquirenti più probabili per noi sarebbero banche con una presenza esistente in Italia. Credit Agricole (ACA) e BNP Paribas (BNP) hanno una presenza bancaria retail in Italia e potrebbero trarre vantaggio dall'aumento della loro scala. BBVA (BBVA) ha iniziato a costruire una presenza online, ma probabilmente ora si sta concentrando sull'affare Sabadell".
Quali le banche italiane nel mirino ora?
In Italia, le banche più chiacchierate nelle sale operative come obiettivi di M&A sembrano essere Banco BPM (BAMI), dove Credit Agricole ha già una quota significativa, e Banca MPS (BMPS), in vista della vendita di un pacchetto azionario importante da parte del governo italiano entro la fine dell'anno, di cui si attendono i dettagli sul tipo di operazione che sceglierà il Tesoro italiano.
Scholtz guarda oltre in cerca di altre banche italiane che potrebbero essere potenziali obiettivi per M&A sia nazionali che internazionali. L'analista va infatti dritto a questo punto: "Mediobanca (MB) potrebbe essere un obiettivo interessante. Le aree di business in cui opera Mediobanca (investment banking, finanza al consumo e gestione patrimoniale) tendono a offrire economie di scala un po' meglio oltre confine rispetto al retail banking. La vendita della quota di Mediobanca in Generali aiuterebbe anche a finanziare l'affare per un potenziale acquirente".
Per Mediobanca Research, un'ulteriore stretta di UniCredit su Commerzbank raffredderebbe l'appeal M&A per le banche italiane, poiché in passato la stampa aveva suggerito potenziali acquisizioni da parte di UniCredit su Banco BPM, Banca MPS, BPER (BPE)e Banca Popolare di Sondrio (BPSO).
Di certo, tre le banche più chiacchierate come oggetto di M&A dopo la mossa di UniCredit c'è proprio Banco BPM, messa per questo sotto analisi da JP Morgan. I suoi analisti hanno alzato il giudizio sull'istituto di Piazza Meda a "neutral" da "underweight". Hanno migliorato anche il prezzo obiettivo, da 6 a 6,4 euro. Per gli esperti, Banco BPM "resta un potenziale target M&A", aggiungendo che un eventuale deal UniCredit/Commerzbank "sposterebbe l'interesse M&A di UniCredit fuori dall'Italia, ma Banco BPM resta un obiettivo potenziale secondo noi per Credit Agricole, che già possiede il 9% ed è stata proattiva in Italia con l'acquisizione di tre piccole banche italiane nel 2017 e Creval nel 2021.
Nel caso in cui il governo tedesco dovesse essere favorevole a un'acquisizione di Commerzbank da parte di una banca italiana, diventerebbe difficile per l'esecutivo" dell'Italia "respingere un'acquisizione di Banco BPM o Banca MPS da parte di una banca francese, secondo noi, e percepiamo che l'interesse sia ancora più alto su Banco BPM piuttosto che su Banca MPS nonostante i gap di valutazione".
Ripartono anche le ipotesi del terzo polo bancario in Italia
L'attivismo di UniCredit all'estero, che attenua le aspettative di un suo ruolo aggregatore per il settore bancario italiano, ha riacceso anche le speculazioni di stampa sul ritorno del progetto di un terzo polo bancario italiano. Secondo gli analisti di Intermonte, citati da Websim, i potenziali candidati potrebbero essere BPER Banca, che in ogni caso ha già alle spalle il gruppo assicurativo Unipol (UNI). Nella partita potrebbe entrare anche Banco BPM, anche se il suo CEO, Giuseppe Castagna, ha più volte affermato che i conti sono tornati a girare bene e che quindi Banco BPM ha le carte in regola per crescere da sola.
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