Non fatevi ingannare dalla recente volatilità, l’idillio tra il mercato e il tema dell’intelligenza artificiale è tutt’altro che finito. Se è vero che titoli come Nvidia, ASML e Advanced Micro Devices hanno avuto un’estate parecchio movimentata, analisti e fund manager sembrano d’accordo nel respingere l’idea del possibile scoppio di una bolla legata all’IA.
I guadagni di produttività dell'IA saranno limitati
Recentemente, si è fatta più numerosa e autorevole la schiera dei pareri contrarian che, numeri alla mano, cercano di stemperare l’entusiasmo degli investitori per le aspettative di crescita di questo settore. Secondo Daron Acemoglu, Economista del MIT (Massachusetts Institute of Technology) intervistato dal Financial Times, gli effetti sulla produttività totale e sul PIL degli Stati Uniti saranno quantificabili in un guadagno rispettivamente dello 0,5% e dello 0,9% nel corso dei prossimi 10 anni. Stime, queste, molto pessimistiche rispetto a quelle pubblicate da Goldman Sachs, che invece prevedono che nello stesso periodo l’IA possa far salire la produttività del 9%, contribuendo a una crescita complessiva dell’economia americana del 15%.
In Europa, secondo uno studio di ING Research pubblicato lo scorso 1° luglio, saranno i settori più piccoli a trarre i maggiori benefici dall’IA nel breve periodo. Secondo il team di analisti della banca olandese, i settori più digitalizzati, come quello dell’information technogy, sono i maggiori beneficiari dell’applicazione della nuova tecnologia, ma sono anche quelli che contribuiscono in misura minore al PIL della regione rispetto a settori meno digitalizzati come quello manifatturiero e dei trasporti. Per questa ragione, i guadagni di produttività derivanti dall'IA nel breve termine (cioè entro i prossimi tre anni) saranno limitati.
Se è vero che esistono dei pareri contrarian, i gestori e gli analisti sentiti da noi sostengono che quello dell’intelligenza artificiale sia un tema d’investimento di lungo periodo e che non vedono all’orizzonte lo scoppio di una bolla.
Nessun rischio bolla, le aziende fanno già profitti
Raj Shant, managing director di Jennison Associates (società affiliata di PGIM), cataloga i recenti movimenti all’interno del settore tecnologico come un segno di maturità da parte del mercato: “Come tutte le innovazioni profonde, anche quella dell’intelligenza artificiale generativa comporta incertezze e difficoltà di previsione. Le perdite registrate negli ultimi due mesi dai titoli tecnologici segnalano a nostro avviso che il mercato sta elaborando e assimilando le enormi potenzialità della nuova tecnologia, per cui si sta passando da un hype poco informato ad una valutazione più realistica e attenta delle prospettive di ciascuna azienda”. Relativamente alla possibilità dello scoppio di una bolla aggiunge:
“L'idea di una bolla dell'intelligenza artificiale presuppone valutazioni delle aziende non in linea con i fondamentali, il che non è corretto in questo caso. Nella bolla delle dot-com, ad esempio, molte delle aziende leader non registravano utili o flussi di cassa positivi. Attualmente, molte delle aziende coinvolte sono tra le più redditizie e generatrici di cassa non solo al mondo, ma nella storia del mondo corporate”.
L'intelligenza artificiale è ancora in fase di crescita
Derek Yan, Senior Investment Strategist di KraneShares, predica pazienza e ricorda come ogni rivoluzione tecnologica nella storia si sia realizzata in più tappe: “L'AGI (Artificial General Intelligence) richiede investimenti significativi in potenza di calcolo e in programmi di ricerca sulla comprensione dell’IA per realizzare pienamente le sue promesse. Per questo motivo, aspettarsi che l'AGI si evolva rapidamente in un prodotto che generi ricavi notevoli è una visione troppo a breve termine e sottovaluta il suo potenziale futuro. Ogni rivoluzione tecnologica ha attraversato tre fasi distinte: l'investimento nell'hardware, la costruzione dell'infrastruttura e la diffusione delle applicazioni. Attualmente ci troviamo nella fase di crescita degli investimenti in hardware e infrastrutture”.
A chi solleva dubbi sulla redditività del settore, Yan risponde in questo modo: "Trilioni di dollari vengono investiti per costruire data center per l'addestramento e l'inferenza dei modelli di IA, e questi vengono sfruttati dalle aziende di hardware per l'IA. Il Senior Investment Strategist di KraneShares cita Arista Networks come esempio, perché ha quasi triplicato i suoi profitti negli ultimi due anni. Altre aziende specializzate in servizi infrastrutturali sono emerse per soddisfare le esigenze del più ampio stack tecnologico dell'IA, come Datadog, che ha raddoppiato i ricavi negli ultimi due anni. Mentre il valore dei contratti annuali di Now Assist di ServiceNow è raddoppiato rispetto al trimestre precedente.
Paul Markham, Investment Director Global Equities di GAM, è più cauto nel valutare i prossimi sviluppi del mercato dell’IA generativa: “In questa fase iniziale siamo ancora lontani dalla redditività di molti di questi progetti e molte dinamiche influenzeranno il tempo necessario per raggiungere questo traguardo. Tra queste, la sufficiente integrità dei dati, la regolamentazione e la conseguente ristrutturazione dei costi aziendali. Riteniamo inoltre che molti Chief Information Officer si tratterranno dall'investire completamente fino a quando non saranno in grado di valutare il successo dell'impiego dell'IA da parte dei loro competitor. Raramente l'approccio più redditizio è quello di essere i primi ad adottare nuovi prodotti o servizi”.
Titoli dell'intelligenza artificiale a sconto
Gli analisti di Morningstar condividono la visione che non siamo vicini allo scoppio di una bolla dell’intelligenza artificiale e sottolineano come alcuni dei titoli maggiormente esposti al tema siano ancora scambiati a sconto rispetto al fair value. Dan Romanoff, Senior Equity Analyst di Morningstar, evidenzia le ragioni per cui Microsoft e Amazon sono da tenere sotto la lente di osservazione in ottica di investimento in tema di IA: “Se il mercato è preoccupato della mancata redditività del settore, i business legati all’IA di Amazon e Microsoft sono già profittevoli e stanno registrando un'impennata nei tassi di crescita”.
Relativamente alle preoccupazioni del mercato circa gli elevati investimenti di queste due aziende, Romanoff risponde in questo modo: “Amazon e Microsoft stanno sicuramente investendo molto in questo momento, ma queste aziende generano flussi di cassa molto elevati e possono permetterselo. Inoltre, gli investimenti possono essere ridimensionati in tempi relativamente brevi, per cui se la domanda di IA generativa non si concretizzasse potrebbero decidere di cancellare alcuni investimenti, ridimensionarli, oppure modificarne la destinazione”. In base alle previsioni dell’analista, Amazon e Microsoft dovrebbero registrare una crescita media degli utili compresa tra il 10% e il 20%, ma il mercato continua a scambiarli a un tasso di sconto rispettivamente del 6% e del 12%.
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