Il calo dei tassi in Cina rilancia il settore del lusso e della moda, ma non l'auto di alta gamma, che in questa fase sembra sempre più risucchiata dalla crisi di transizione dell'automotive.
In avvio della seduta odierna, Moncler scambia a EUR51,06 con un più 4,52%, dopo aver perso il 28% in sei mesi.
Ferragamo guadagna il 7,76% a EUR6,52 e Cucinelli sale del 4,35% a EUR88,85. Le azioni Ferrari sono in rialzo del 2,41%. A Parigi, LVMH fa un salto del 5,59% a EUR652.10 Kering guadagna il 6,55% a EUR243,73. Richemont (CFR) sale del 4,78% (aggiornamento Morningstar).
La Banca Popolare cinese ha allargato la politica monetaria con una mossa su tre fronti che ha riguardato tassi d'interesse, settore bancario e mercato immobiliare con un solo grande obiettivo: rilanciare l'economia più rampante del mondo. Che è anche il primo mercato del lusso, davanti agli Stati Uniti.
Dopo il taglio dei pronti contro termine a 14 e 7 giorni, il nuovo target di crescita indicato ufficialmente dal governo è del 5% nell'anno in corso. Un obiettivo ambizioso, visto che la produzione industriale è sui minimi e gli investimenti sono fermi da inizio anno, anche per lo scandalo Evergrande.
Dopo l'intervento della Banca centrale, l'indice Hang Seng Mainland Properties, che comprende grandi società immobiliari cinesi quotate a Hong Kong, è salito fino al 6%. Mentre Ke Holdings, la maggior piattaforma di transazioni immobiliari del paese, ha fatto un balzo in Borsa di oltre il 13%.
I big francesi e italiani della moda hanno subito messo a segno un recupero deciso, dopo settimane di difficoltà e guidance riviste al ribasso proprio per la frenata dell'economia guidata di Pechino. Più cauti i titoli tedeschi, a causa delle incertezze macro della Germania.
Le nuvole cinesi non si diraderanno in pochi giorni, ma l'inversione di tendenza voluta dal Partito comunista è innegabile. Sul tavolo, ci sono non soltanto il tema della capacità di spesa delle classi alte, ma anche il rischio di guerre commerciali innescate dai dazi UE sulle auto elettriche cinesi.
Va anche tenuto conto che il mondo del lusso ultimamente paga la crisi dell'auto e in particolar modo i timori su Mercedes Benz, che ha rivisto al ribasso le sue aspettative. Inoltre, nel medio periodo, andrà verificata la concreta reazione della classe media cinese alla politica monetaria e se la propensione all'acquisto aumenterà davvero, come era successo nei primi mesi dopo la fine della pandemia.
Un'altra incertezza che aleggia sugli effetti delle mosse di oggi per l'economia occidentale riguarda il tasso di nazionalismo sul lusso. Il Pcc da tre anni spinge per un lusso il più possibile "fatto in casa", più orientato sul cosiddetto "lusso accessibile" di un paio di sneakers che non sul lusso vero e proprio di una borsa firmata, francese o italiana.
Nel difficile momento della moda, si è notato che i marchi "fast" dai prezzi più accessibili hanno tenuto molto meglio dei prodotti di fascia alta e altissima, e non solo sul mercato di Pechino.
Tra i titoli italiani, da notare il balzo di Moncler, che aveva rivisto al ribasso le stime per l'ultima parte del 2024 ipotizzando un rallentamento dell'economia cinese che a questo punto potrebbe non verificarsi.
Per ironia della sorte, se il lusso occidentale punta a tornare a correre grazie a una ripresa del Prodotto Interno Lordo cinese, l'automotive invece sta andando in crisi perché non riesce ad arginare la concorrenza delle vetture elettriche "made in China", che spesso costano anche un terzo in meno di quelle tedesche o francesi.
Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist
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I dati relativi all'andamento in Borsa dei titoli si riferisce alla seduta del 26 settembre e sono stati aggiornati da Morningstar.
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