Nonostante un paio di mesi difficili per i titoli maggiormente esposti al tema dell'intelligenza artificiale, gli analisti di Morningstar ritengono che la forte domanda e la crescente monetizzazione delle funzionalità dell'intelligenza artificiale diano sostegno alle prospettive di lungo termine del settore.
Non mancano le buone notizie per gli investitori che vogliono investire in azioni IA. Secondo gli analisti di Morningstar, in seguito alla flessione dei titoli dell'IA, alcuni dei nomi più importanti del mercato sono ora scambiati a sconto rispetto al fair value. (L'elenco dei titoli sottovalutati nel settore dell’IA è riportato alla fine di questo articolo).
Titoli IA in calo
Dopo aver trainato al rialzo il mercato durante il secondo trimestre, i big del settore dell’IA hanno spinto al ribasso i listini nel terzo trimestre, inducendo molti investitori ad abbandonare i tecnologici per passare alle azioni value.
Titoli come Nvidia NVDA e Microsoft MSFT sono tutti in calo negli ultimi due mesi, nonostante abbiano battuto le stime del consensus di FactSet per gli utili del secondo trimestre e non mostrino segni di rallentamento nei progressi dell'IA.
Il Morningstar Global Next Generation Artificial Intelligence Index è crollato del 14,9%, dai massimi raggiunti il 16 luglio al minimo più recente del 5 agosto, registrando un passivo pari a circa due volte le perdite accumulate dal più ampio Morningstar US Market Index (-7,8%).
Nonostante abbiano recuperato parte delle perdite accumulate, negli ultimi due mesi i titoli dell'IA sono stati un freno ai rendimenti del mercato. Dal 16 luglio, i 12 maggiori detrattori del rendimento dell'indice Morningstar US Market sono tutti titoli tecnologici con forti legami con l'IA.
La domanda di IA resta forte
Secondo gli analisti di Morningstar, gli investitori non dovrebbero confondere la recente sottoperformance dei titoli IA con l'evidenza di un rallentamento della domanda legata al settore. Ad esempio, per quanto riguarda l'hardware, “gli ordini sono ancora forti per Nvidia e sembra che la domanda rimanga forte almeno fino al 2025, anche con i ritardi di produzione di Blackwell”, afferma Eric Compton, director of equity research di Morningstar.
“Gli iperscaler stanno ancora parlando di una spesa consistente nel 2025”, aggiunge, il che supporta una continua domanda di chip.
Inoltre, secondo Brian Colello, equity strategist di Morningstar, il recente rilascio da parte di OpenAI del modello “Strawberry”, o1, dovrebbe contribuire ad alimentare ulteriormente la domanda. “Questo nuovo modello dovrebbe gestire meglio le domande e i ragionamenti complessi, concentrandosi maggiormente sulla fornitura di risposte ponderate, piuttosto che di risposte rapide”, afferma Colello.
“Dal punto di vista dei chip, questi tipi di modelli Strawberry dovrebbero richiedere una maggiore potenza di calcolo per l'inferenza, il che supporta le nostre previsioni di crescita esponenziale per i chipset acceleratori di IA di Nvidia e AMD AMD”.
Secondo William Kerwin, analista azionario di Morningstar, anche le aziende di networking IA, come Broadcom AVGO, Arista Networks ANET e Marvell MRVL, continuano a beneficiare di una forte domanda. “A nostro avviso questa crescita sarà duratura nel medio termine e forte fino al 2028 per questi operatori di infrastrutture di supporto”, aggiunge Kerwin.
Le aziende iniziano a monetizzare l’IA
Per quanto riguarda il software, “stiamo iniziando a vedere alcuni casi di aziende di software in grado di utilizzare/monetizzare le funzionalità dell'IA, mentre in precedenza avevamo più dubbi al riguardo”, afferma Compton.
Un esempio è quello di Apple AAPL, dove Apple Intelligence, una suite di funzionalità IA integrata negli iPhone, sarà rilasciata all'inizio del 2025. “Apple sta costruendo i propri modelli e collabora con ChatGPT per sviluppare le funzioni di intelligenza artificiale”, afferma Kerwin. “Solo gli ultimi iPhone saranno in grado di eseguire queste funzioni di IA. Quindi, ci aspettiamo una forte crescita nel 2025 per Apple, man mano che i consumatori faranno un upgrade dei loro dispositivi per utilizzare l'IA”.
Secondo Dan Romanoff, senior equity analyst di Morningstar, Microsoft e Amazon.com AMZN sono altri due esempi di aziende di software che monetizzano l'IA, in particolare attraverso le loro offerte di cloud pubblico. Tuttavia, l'analista osserva che nonostante i numerosi annunci di prodotti e l'interesse dei clienti per l'IA generativa, “dal punto di vista del software puro, solo poche aziende stanno registrando un leggero aumento dei ricavi grazie alla domanda legata all'IA”.
La valutazione dei titoli
Nonostante la strada accidentata percorsa dai titoli dell'IA negli ultimi mesi, l'indice Morningstar Global Next Generation Artificial Intelligence è valutato ora sostanzialmente in linea con il fair value, con un premio dell'1% rispetto alla stima del fair value su base ponderata.
Scendendo nel dettaglio delle singole holding dell'indice, il 18% dei titoli ha un Morningstar Rating pari a 1 o 2 stelle, il che significa che sono sopravvalutati dal mercato. Il 54% è prezzato in linea con il fair value e dunque valutato con un rating di 3 stelle e il 28% presenta un rating di 4 o 5 stelle, il che significa che sono sottovalutati dal mercato.
Sei mesi fa, le valutazioni apparivano molto diverse. A marzo, il 32% dei titoli di IA era sopravvalutato e solo il 16% era scambiato a sconto. Poi, dopo il brusco crollo di fine luglio, il 20% dei titoli IA era sopravvalutato rispetto al 31% di quelli sottovalutati.
Secondo gli analisti di Morningstar, mentre l'indice generale dell'intelligenza artificiale sembra sostanzialmente in linea con il fair value, gli investitori possono ancora trovare singoli titoli a prezzi scontati. Taiwan Semiconductor Manufacturing 2330, quotata alla Borsa di Taiwan, Baidu 09888, quotata alla Borsa di Hong Kong, e Naver 035420, scambiata alla Borsa di Seul, sono tutti valutati con un rating di 5 stelle. Microsoft, Alphabet GOOGL e Adobe ADBE sono tra le azioni valutate con un rating di 4 stelle. L'elenco completo dei titoli AI sottovalutati è riportato di seguito.
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