Inflazione nell'eurozona: cosa aspettarsi dai dati di settembre

I prezzi dovrebbero aumentare dell'1,9%, rispetto al +2,2% di agosto. Occhi puntati sul meeting della BCE a ottobre.

Sara Silano 27/09/2024 | 11:19
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Euro money

I mercati guardano ai dati preliminari sull'inflazione dell'eurozona, che saranno pubblicati da Eurostat il 1° ottobre, alla ricerca di ulteriori indicazioni sulla possibilità che la Banca Centrale Europea tagli i tassi di interesse nella riunione del 17 ottobre.

Secondo le stime di consenso di FactSet, l'inflazione dovrebbe essere superiore dell'1,8% rispetto ai livelli di settembre 2023, ma inferiore al mese precedente, che ha visto un aumento dei prezzi del 2,2% su base annua.

L'inflazione di fondo (core), che indica i prezzi senza i costi dell'energia e dei generi alimentari, dovrebbe essere scesa leggermente al 2,7% su base annua a settembre, dal 2,8% di agosto.

"Dopo l'impennata dell'inflazione registrata a luglio, gli investitori saranno lieti di vedere un secondo mese consecutivo di calo a settembre, la lettura più bassa in oltre tre anni. Il continuo calo ci porta vicino al livello obiettivo della Banca Centrale Europea", ha dichiarato Michael Field, European market strategist di Morningstar.

"Anche l'inflazione di fondo dovrebbe scendere di 10 punti base al 2,7%. Certo, questo dato rimane materialmente più alto rispetto al livello di inflazione target del 2%; tuttavia, si sta almeno muovendo nella giusta direzione", ha aggiunto Field.

Nel mese di agosto 2024, il maggior contributo al tasso d'inflazione annuale dell'area dell'euro (IAPC) è stato dato dai servizi (+1,88 punti percentuali, pp), seguiti da alimentari, alcolici e tabacco (+0,46 pp), beni industriali non energetici (+0,11 pp) ed energia (-0,29 pp).

L'obiettivo della BCE è più vicino, anche se l'inflazione core rimane alta

L'inflazione complessiva sta raggiungendo l'obiettivo del 2% della BCE, ma quella core è rimasta sostanzialmente invariata.

"Dopo essere scesa al 2,2% a/a in agosto, vediamo che l'inflazione complessiva si sta avvicinando all'obiettivo della BCE del 2% o addirittura al di sotto", ha dichiarato a Morningstar Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments. "Il principale fattore trainante dovrebbe essere il calo dei prezzi del petrolio e del gas che spinge l'inflazione energetica ancora di più in territorio disinflazionistico rispetto al mese precedente (-3,0% a/a)".

"Detto questo, continuiamo a prevedere un'inflazione di fondo complessivamente appiccicosa, dato che la crescita dei salari sembra rimanere robusta (l’Indeed wage tacker si è attestato a +3,9% su base annua ad agosto).  Inoltre, una certa riduzione dei prezzi dei servizi (dopo le Olimpiadi) dovrebbe essere ampiamente compensata dalla fine della stagione dei saldi. Pertanto, riteniamo che anche un dato sull'inflazione complessiva inferiore al 2% non avrà un grande impatto sulla discussione del Consiglio direttivo in merito all'accelerazione dell'allentamento delle politiche monetarie".

L'inflazione dei servizi, considerata la misura più affidabile dell'inflazione sottostante, è stata finora "appiccicosa", ma, secondo le previsioni di Goldman Sachs pubblicate il 22 settembre, l'inflazione dei servizi scenderà al 4,10% su base annua, "spinta in parte dalla fine dell’effetto delle Olimpiadi".

La BCE taglierà i tassi di interesse a ottobre?

La prossima riunione della BCE, ospitata dalla Banke Slovenije, si terrà il 17 ottobre e i trader che scommettono su un taglio dei tassi sono aumentati dopo i recenti dati economici deboli. Secondo un sondaggio Reuters del 26 settembre, i prezzi del mercato monetario danno ora una probabilità del 50-60% che la BCE riduca il tasso di deposito di 25 punti base al 3,25%, rispetto al 35% di una settimana fa. Tuttavia, le opinioni degli economisti sono divergenti.

"Con un'inflazione che sembra essersi assestata al livello necessario o intorno a esso e una disoccupazione stabile, la BCE dovrebbe essere riconfermata nella sua linea d'azione. Le aspettative erano per un ulteriore taglio prima della fine del 2024, cosa che è molto fattibile alla luce dei dati", ha dichiarato Field di Morningstar.

Secondo Tomasz Wieladek, chief European economist di T. Rowe Price, l'inattesa contrazione del PMI dell'Eurozona a settembre non farà da sola "pendere la bilancia" verso un taglio della BCE a ottobre. L'indice PMI composito è sceso a 49,0 a settembre, al di sotto della soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione. È la prima volta da febbraio.

"La riduzione dell'attività economica complessiva è stata determinata da un'intensificazione della flessione nel settore manifatturiero dell'eurozona, dove la produzione è diminuita per il diciottesimo mese consecutivo e al ritmo più rapido da un anno all'altro", ha spiegato S&P Global, diffondendo i dati. "Anche se l'attività dei servizi ha continuato a crescere, l'ultima espansione è stata solo marginale e la più debole da febbraio".

"I PMI dell'eurozona sono certamente in territorio dovish, ma non abbastanza da indurre la BCE a tagliare in ottobre. Tuttavia, è probabile che l'incertezza si dissolva dopo le elezioni americane. Continuo a pensare che un ciclo di tagli graduale rimanga l'esito più probabile", ha dichiarato Wieladek in una nota del 23 settembre.

Dopo i dati flash sull'inflazione francese e spagnola, notevolmente inferiori alle aspettative (rispettivamente +1,5% e +1,7% su base annua), che sono stati diffusi il 27 settembre, gli economisti di Goldman Sachs hanno dichiarato di aspettarsi che la BCE effettui il prossimo taglio di 25 punti base (pb) a ottobre, anziché a dicembre.

“Dalla riunione di settembre, i dati dell'area euro sono stati significativamente più deboli del previsto e la Fed ha effettuato un taglio di 50 pb”, ha dichiarato Goldman Sachs in una nota del 27 settembre. “Anche se la prossima settimana riceveremo dati importanti (tra cui l'inflazione nell'eurozona e la disoccupazione nell'area dell'euro, nonché il rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti), ora vediamo sufficienti sorprese al ribasso rispetto alle proiezioni dello staff (BCE) di settembre per cui ci aspettiamo un taglio il 17 ottobre. Manteniamo la nostra previsione di tagli sequenziali di 25 pb a ogni riunione fino a un tasso terminale del 2% (che sarà raggiunto nel giugno 2025)”.

Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, è favorevole a un cambiamento della politica monetaria della BCE. "Riteniamo che questi dati macroeconomici possano aumentare la discussione all'interno del Consiglio direttivo della BCE per promuovere misure di politica monetaria più aggressive. Il calo delle pressioni inflazionistiche e il peggioramento del mercato del lavoro europeo potrebbero spingere la BCE a passare da una strategia di riduzione del costo del denaro "graduale" (taglio dei tassi di 25 punti base a trimestre) a una strategia molto più aggressiva (taglio di 25 punti base a ottobre e forse di 25/50 punti base a dicembre)", ha dichiarato il 23 settembre.

La BCE non è impegnata in un percorso specifico sui tassi

Nell'ultimo Bollettino economico, pubblicato il 26 settembre, lo staff della BCE ha confermato le prospettive di inflazione di giugno. L'inflazione complessiva dovrebbe "attestarsi in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all'1,9% nel 2026".

"L'inflazione dovrebbe tornare a salire nell'ultima parte di quest'anno, in parte perché i precedenti forti cali dei prezzi dell'energia esauriranno i loro effetti nei tassi annuali", si legge nel Bollettino. "L'inflazione dovrebbe poi scendere verso l'obiettivo del Consiglio direttivo nella seconda metà del prossimo anno".

Per quanto riguarda l'inflazione di fondo, le proiezioni della BCE sono state riviste leggermente al rialzo, "poiché l'inflazione dei servizi è stata più alta del previsto". Tuttavia, la Banca centrale continua a prevedere "un rapido calo dell'inflazione core, dal 2,9% di quest'anno al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026".

La BCE ha ribadito che rimane impegnata a riportare l'inflazione al suo obiettivo del 2%, adeguando i tassi in base ai dati e alle condizioni economiche. Il Consiglio direttivo continuerà, dunque, a seguire un approccio decisionale riunione per riunione, senza impegnarsi in un percorso specifico per la riduzione dei tassi.

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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