Dopo aver sovraperformato i mercati europei nei primi tre quarter, conviene mantenere la propria posizione sull’equity del Belpaese o è arrivato il momento di alleggerirla, magari puntando su altri Paesi della regione?
Per rispondere a questa domanda e capire quali potrebbero essere i segmenti più promettenti nei prossimi quarter, abbiamo intervistato alcuni gestori e responsabili degli investimenti focalizzati sul mercato italiano.
Piazza Affari ancora in salita grazie all’economia e a valutazioni convenienti
Secondo Luigi Dompè, portfolio manager dei fondi Anima Italia e Anima Italian Small Mid Cap Equity Silver, che da inizio anno sono stati tra i best performer nella categoria Azionari Italia, ci sono diversi fattori che potrebbero continuare a spingere il mercato italiano: “Le valutazioni dell’equity italiano restano ancora attraenti, se confrontate con gli altri principali listini europei o a quelli americani. Inoltre, l’economia del Paese sta rispondendo meglio rispetto a quella di molti altri competitor europei anche grazie ai fondi del PNRR”.
Dati questi presupposti, aggiunge Dompè, ci sono le condizioni per continuare a trovare delle storie di successo: “Il recente ribasso dei tassi, anche più marcato rispetto alle attese di pochi mesi fa, unitamente al calo dell’inflazione, potrebbe creare le premesse per una lenta ripartenza del settore industriale e dei consumi. Per questa ragione valutiamo con interesse società industriali, solide finanziariamente ma che sono state penalizzate dagli investitori nel recente passato a causa della recessione nella manifattura. Inoltre, riteniamo che nei prossimi mesi sarà possibile trovare nuove opportunità fra i titoli delle small e mid cap. Questo segmento ha alle spalle due anni di risultati peggiori rispetto ai titoli a larga capitalizzazione, per questo motivo guardiamo con interesse a quelle società che hanno valutazioni interessanti, un solido track record e un basso livello di indebitamento”.
Anche secondo Diego Toffoli, Responsabile Investimenti di Intermonte Advisory & Gestione, le prospettive macro giocheranno ancora a favore dell’Italia: “Negli anni passati l’Italia era considerata tra le malate d’Europa perché la variabile che contava di più era il debito. Oggi Germania e Francia hanno problemi ben più gravi, con ad esempio l’incertezza politica. In più, la Germania ha difficoltà nell’approvvigionamento energetico, deve rivedere la sua strategia di investimento spostando l’asticella verso la difesa a scapito degli investimenti green e infine il suo mercato manifatturiero è in crisi a causa del rallentamento della Cina. L’Italia invece, nel suo piccolo, crescerà più del previsto”.
I settori nei quali Toffoli vede le migliori prospettive di crescita sono utility e beni di consumo: “Le utility trarranno vantaggio dal calo dei tassi e, in caso di peggioramento della congiuntura, sono comunque titoli difensivi. Tra quelle scambiate sui listini milanesi, la mia preferenza fa ad A2a ed Enel. Considerando le ultime manovre approvate dalla Cina per rilanciare l’economia, può aver senso una scommessa sul lusso, viste le valutazioni a sconto. Manterrei comunque una certa esposizione ai finanziari, che restano interessante in termini di valutazione”.
Siamo alla vigilia di una ripresa delle azioni mid e small cap?
Ottimista sulle prospettive future del mercato italiano, e in particolare del segmento mid e small cap, è anche Luca Mori, portfolio manager del fondo Algebris Core Italy Fund che viene valutato dagli analisti di Morningstar con un Medalist Rating pari a Bronze: “Ci aspettiamo che il taglio dei tassi faccia ripartire il segmento delle mid cap e i settori dei consumi, delle infrastrutture e delle utility. Inoltre, la possibile ripartenza della Cina, viste le manovre di stimolo fiscale e monetario, agisce come ulteriore spinta per tutte le società esposte a quell’area geografica, in particolar modo quelle appartenenti al settore del lusso”.
Fiducioso sulla ripresa del segmento mid e small cap è anche Stefano Ghiro, portfolio manager del fondo Allianz Azioni Italia All Star, la cui classe W è valutata con un Medalist Rating pari a Silver: “Il comparto delle piccole e medie imprese ha deluso nel recente passato, complice anche il drenaggio di liquidità da parte dei fondi PIR, ma le attuali valutazioni di mercato sono molto attraenti e riteniamo che molte PMI siano meritevoli di essere accumulate a questi livelli”.
Nel complesso, secondo Ghiro, ci sono le condizioni perché i listini di Piazza Affari possano continuare a correre: “In generale, riteniamo che il mercato italiano sia ancora il meno caro in Europa e grazie a un ribasso dei tassi d’interesse e una espansione dei multipli e che possa continuare a fare bene anche nel corso dei prossimi mesi. Il calo dei prezzi dell’energia e delle pressioni inflazioniste saranno in grado di sostenere il reddito disponibile e dunque di spingere i consumi delle famiglie italiane. Siamo inoltre positivi sul settore delle utility e delle infrastrutture. In quest’ottica, il PNRR continuerà a fornire un apporto positivo all’economia italiana. Guardando al segmento large cap, invece, riteniamo che il comparto finanziario rimanga solido e profittevole e in grado di contribuire ancora all’andamento positivo del mercato”.
Nei prossimi mesi, secondo Antonio Amendola, portfolio manager del fondo AcomeA PMITALIA ESG A1 dal 2018, dovremmo attenderci un assottigliamento del gap, in termini di performance borsistiche, tra il segmento large cap e quello mid cap di Piazza Affari: “Il divario tra gli indici FTSE Mib e il FTSE Italia STAR, che comprende le aziende tipiche dell’economia italiana, non è mai stato così ampio a livello storico a causa del rialzo dei tassi di interesse che ha sostenuto il forte rialzo dei bancari. La normalizzazione della politica monetaria da parte della BCE, e quindi la riduzione del costo del denaro, dovrebbe favorire il settore manifatturiero e in generale quelli maggiormente legati al ciclo economico. Ci aspettiamo un ritorno di interesse per i segmenti mid e small cap di Borsa Italiana e in particolare per quelle aziende che hanno dimostrato di avere solidi fondamentali come Fine Foods e Biesse”.
Cosa c’è dietro il primato di Piazza Affari nel 2024?
Da inizio anno l’indice Morningstar Italy è salito il 15% (dati in euro al 30/09/2024), superando il benchmark della regione, rappresentato dal Morningstar Developed Market Europe Index, di 6 punti percentuali. Piazza Affari ha maturato questo vantaggio nei primi tre mesi dell’anno, quando ha superato di circa 10 punti percentuali il rendimento realizzato dall’equity della regione, mentre nel secondo trimestre è rimasta indietro di oltre 4 punti percentuali.
A spingere al rialzo Piazza Affari sono stati soprattutto i titoli finanziari, che pesano sull’indice Morningstar Italy per più di un terzo della capitalizzazione di mercato dell’indice. Fino ad ora, il 2024 è stato un anno molto positivo per il comparto finanza, in rialzo del 50%, e in particolare per le azioni del segmento bancario. Unicredit e Intesa Sanpaolo, che sono i due titoli che pesano maggiormente sulla market cap del benchmark (rispettivamente il 12% e l’11,6%), nel periodo considerato hanno guadagnato il 68% e il 51% rispettivamente. In forte rialzo anche Mediobanca e Banco BPM che, sebbene abbiano un peso molto più basso sulla performance dell’indice, hanno registrato guadagni attorno al 40%.
Il settore bancario ha raccolto, soprattutto nel primo trimestre, i frutti del miglioramento dei conti aziendali. “Negli ultimi dieci anni, a causa di tassi di interesse negativi o attorno allo zero, i margini di profitto degli istituti di credito non solo italiani, ma di tutta Europa, sono stati messi gravemente sotto pressione. Tuttavia, il ritorno alla normalità della politica monetaria della BCE ha incrementato significativamente la loro redditività”, dice Johann Scholtz, analista azionario di Morningstar, in una recente intervista. “A questo si aggiungono le operazioni di riacquisto di azioni proprie e pagamento dei dividendi, possibili grazie alle larghe disponibilità delle banche, che hanno sostenuto ulteriormente le valutazioni azionarie del settore”.
Sul risultato di Borsa Italiana hanno influito positivamente anche il maggior peso rispetto al benchmark del comparto utility (16,5% vs 3,6%), che da inizio anno ha guadagnato più del 10% grazie soprattutto ai rialzi di Enel (+13,8%) e Terna (+10%), e dalle buone performance di alcuni industriali. Il settore manifatturiero è fortemente sottopesato rispetto all’indice Morningstar Developed Market Europe, ma alcuni tra i titoli più rilevanti in termini di market cap, come Prysmian e Leonardo, sono saliti rispettivamente del 60% e del 35%.
Tra le note negative, il forte passivo accumulato da Stellantis (-37%), in difficoltà come tutto il comparto auto europeo, come testimonia il suo recente profit warning.
Piazza Affari ancora a sconto?
Nonostante l’ottima performance realizzata da inizio anno da Borsa Italiana, in base alle stime degli analisti di Morningstar il mercato italiano ha ancora dei margini di apprezzamento. I titoli scambiati a Piazza Affari sono valutati mediamente con un rapporto Prezzo/Fair value peri a 0,93, questo significa che sono scontati del 7%.
Di seguito la lista dei titoli italiani coperti dalla ricerca di Morningstar con la relativa valutazione.
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