Poste Italiane, ottobre sarà il mese della privatizzazione?

Nominati gli advisor, il mercato attende il deposito del prospetto informativo in Consob e la data del collocamento.

Fabrizio Guidoni 03/10/2024 | 15:43
Facebook Twitter LinkedIn

Insegna di Poste Italiane

L'avvio del mese di ottobre fa entrare nel vivo l'attesissima nuova fase del processo di privatizzazione di Poste Italiane (PST). Come illustrato nel Decreto del presidente del consiglio dei ministri di metà settembre in cui il governo ha messo a terra il prossimo passo del processo di progressiva uscita dello stato dal capitale sociale di Poste, a breve lo stato metterà sul mercato una fetta della 64,26% delle azioni di Poste che ancora possiede. Con il vincolo di rimanere sopra il 50%. Attualmente la partecipazione statale è composta dal 35% in mano a Cassa depositi e prestiti e soprattutto dal 29,26% posseduta direttamente tramite il ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). Sul mercato è ora presente la restante quota pari al 35,74%.

Quando verranno collocate le azioni di Poste Italiane?

Sulla data precisa di collocamento non ci sono ancora indicazioni. Il fatto che debba avvenire a breve termine alimenta le aspettative del mercato.  Secondo gli analisti di Websim, che sul titolo hanno giudizio "interessante" con prezzo obiettivo 14,1 euro, l’operazione dovrebbe essere nella seconda parte di ottobre con una durata di circa una settimana. A settembre gli stessi analisti avevano anche messo in evidenza che alcune banche avrebbero suggerito di far partire l’offerta dopo il voto per le elezioni politiche negli Stati Uniti del 5 novembre. Non va però dimenticato che per il 6 novembre è convocato il consiglio di amministrazione di Poste Italiane per la valutazione e l'approvazione dei conti del terzo trimestre di quest'anno.

Il prossimo passaggio fondamentale che deve arrivare a breve per procedere con la privatizzazione è il deposito del prospetto informativo in Consob.

Websim fotografa così le attese sull'operazione di privatizzazione che dovrebbe riguardare una quota intorno al 14% attualmente in mano al MEF: "Ci aspettiamo che, coerentemente con quanto avvenuto in sede di IPO, possano essere previste forme di incentivazione per dipendenti e investitori retail ai quali riteniamo che possa andare almeno il 30% delle azioni oggetto di privatizzazione. L’incentivazione potrebbe essere in forma di sconto o in forma di bonus shares (in sede di IPO previste per investitori retail 1 azione aggiuntiva per ogni 20 sottoscritte da assegnarsi dopo 12 mesi dal collocamento, 1 ogni 5 per i dipendenti)".  Parte della vendita sarà quindi indirizzata a investitori istituzionali italiani e stranieri. In questo caso non è escluso che possa avvenire anche in più fasi con il MEF che ha la possibilità di ricorrere a un accelerated bookbuilding o a una cessione in blocchi.

Quanto incasserà lo Stato?

Le operazioni di privatizzazioni che il governo sta portando avanti (entro fine 2024 sono attese novità anche sul collocamento di un pacchetto azionario di Banca MPS) genereranno nuova liquidità nelle casse dello stato italiano. Ma quanto sarà nel caso di Poste? Di positivo per il governo c'è che grazie anche al rialzo delle quotazioni superiore al 30% avvenuto negli ultimi 12 mesi la capitalizzazione è arrivata in area 16,5 miliardi di euro. Agli attuali valori un collocamento pari al 14% del capitale sociale avrebbe un valore intorno ai 2,3 miliardi di euro. Non bisogna dimenticare che Poste Italiane è un titolo che paga un dividendo importante, con un rendimento di oltre il 6%. Non solo. Il gruppo ha intenzione di distribuire 6,5 miliardi di euro in dividendi tra il 2024 e il 2028, in rialzo rispetto ai 3,8 miliardi nei precedenti cinque anni.

Svelato il nome degli advisor di Poste

Negli ultimi giorni il ministero dell'Economia ha comunicato di aver individuato gli advisor per la vendita di una quota di Poste Italiane. Si tratta, nel ruolo di advisor finanziario, di UBS Europe e in quello legale di White & Case Europe.

Cosa aspettarsi dal titolo Poste Italiane?

L'accelerazione del processo di privatizzazione di Poste, anche se attesa, è stata accolta in maniera in generale positiva dagli analisti. Nel complesso l'orientamento è per la possibilità di quotazioni zavorrate da un eccesso di offerta di azioni nel breve periodo, ma da aspettative positive sulle stesse nel medio e lungo periodo. Intermonte ha ribadito il giudizio "outperform" e target price a 14,1 euro. Conferma del giudizio "outperform" è arrivata anche da Mediobanca Research. Equita Sim nel ribadire la raccomandazione "buy" e il prezzo obiettivo a 14,5 euro ha spiegato: "il piazzamento dello Stato è ragionevole possa creare dell'overhang sul titolo nel breve termine, dall'altro lato valutiamo positivamente l'incremento del flottante". 

Poste conferma l’impegno sul servizio postale universale

Uno dei temi caldi per Poste Italiane è la conferma o meno dell'impegno a garantire il servizio postale universale su tutto il suolo italiano. Infatti, a fine 2024 scade la concessione per il servizio universale che Poste Italiane ha con lo Stato in base al quale il gruppo deve garantire, su tutto il territorio, la consegna di lettere e pacchi con un contratto dal valore di 262 milioni di euro l’anno. A sciogliere tutti i dubbi ci hanno pensato direttamente l'amministratore delegato, Matteo Del Fante, e il direttore generale, Giuseppe Lasco, durante un'intervista al Tg Poste. "Manteniamo il nostro commitment sulla posta e sul servizio universale, con le condizioni che si andranno a determinare nel rinnovo del contratto con il ministero delle Imprese e del Made in Italy" ha affermato Del Fante, sottolineando i progressi del gruppo nella logistica, diventato il primo operatore nel mercato dei pacchi B2C.

"La risposta ai dubbi sul servizio universale" ha evidenziato invece il direttore generale Giuseppe Lasco "è Polis: quando siamo arrivati in Poste Italiane il primo documento che è stato posto alla nostra attenzione riguardava la chiusura di 1.486 uffici postali. Abbiamo deciso di non chiuderli e di incentrare il progetto Polis sulla tenuta degli uffici postali nei piccoli centri".

Websim ha commentato la notizia ricordando che attualmente le attività legate al servizio universale, rappresentano meno del 10% delle attività degli uffici postali e la percentuale sta scendendo al 5%. "Inoltre, - hanno scritto gli analisti - gli oneri sostenuti per erogare il servizio sono un multiplo della remunerazione ottenuta. Ci aspettiamo che alla scadenza della proroga sul contratto, nel 2026, lo stato possa rivedere al rialzo la remunerazione per il gruppo che ci aspettiamo continuerà ad erogare il servizio anche nei prossimi anni".

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Iscriviti alle newsletter Morningstar.

Clicca qui.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Poste Italiane SpA13,55 EUR-0,22

Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures