Disinflazione, tassi e recessione: cosa succederà in Europa?

Gli esperti considerano diversi scenari per i tassi di interesse in vista della prossima riunione della BCE a dicembre.

Sara Silano 18/10/2024 | 14:45
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ECB building at night in Frankfurt

Come previsto, giovedì 17 ottobre la Banca Centrale Europea ha tagliato di 25 punti base il tasso sui depositi, portandolo al 3,25%, e ha rinunciato a fornire ulteriori indicazioni sul percorso dei tassi di interesse. Durante la conferenza stampa, la Presidente, Christine Lagarde, ha posto l'accento sui progressi nella disinflazione e sulla debolezza dei dati economici.

La maggior parte degli economisti si aspetta un altro taglio dei tassi di interesse a dicembre, ma le reazioni dopo la riunione sono state divergenti. Per alcuni, il percorso da seguire è abbastanza chiaro, per altri il messaggio della BCE è rimasto del tutto invariato e l’istituto di Francoforte continuerà a seguire "un approccio dipendente dai dati e di riunione in riunione".

Secondo Seema Shah, Chief Global Strategist di Principal Asset Management, "è diventato sempre più evidente che il graduale allentamento monetario della BCE è insufficiente e che sono necessari tagli dei tassi back-to-back". Shah ritiene che le pressioni inflazionistiche possano continuare a sollecitare la Banca centrale, ma "lo stato preoccupante dell'economia dell'area euro suggerisce che il percorso da seguire è abbastanza chiaro".

Anche Ulrike Kastens, European Economist di DWS, vede un chiaro percorso per ulteriori tagli significativi dei tassi nei prossimi mesi, "soprattutto se il dibattito sulla debolezza dell'economia acquista slancio da qui alla prossima riunione della BCE a dicembre".

Secondo Henry Cook, senior European Economist di MUFG, l’istituto di Francoforte si attiene allo stesso copione: "Un approccio dipendente dai dati e di riunione in riunione". In prospettiva, Cook ritiene che la riunione di dicembre possa essere di passaggio dall'attuale atteggiamento flessibile verso un impegno più deciso in futuro. Sulla stessa linea Alberto Biscaro, Portfolio Manager Credit Strategies di Quaestio SGR, per il quale il taglio di ottobre “rappresenta il secondo di una serie di ritocchi consecutivi al ribasso che ci aspettiamo possa continuare fino alla primavera 2025 quando, con tassi ormai in area 2,5%, la BCE dovrebbe adottare un’azione di normalizzazione meno rapida ed incisiva”.

Disinflazione nell'eurozona? Preparatevi alla stagflazione

I mercati stanno valutando un tasso terminale del 2%, che potrebbe essere raggiunto prima del previsto, a causa della tendenza al ribasso dell'inflazione e del crescente rischio per la crescita economica. La recessione non è lo scenario di base per ora, ma gli investitori devono essere preparati a diverse possibilità, tra cui la stagflazione.

"L'idea che il rallentamento economico equivalga a una minore inflazione si è dimostrata inadeguata in passato, portando le banche centrali a giudicare erroneamente l'inflazione come transitoria. Sebbene la BCE affermi di essere dipendente dai dati, sembra concentrarsi su quelli che si adattano al suo modello tradizionale, trascurando il rischio di stagflazione, un mix di stagnazione e inflazione", ha dichiarato Pablo Duarte, Senior Research Analyst del Flossbach von Storch Research Institute, a Morningstar il 17 ottobre.

Duarte ritiene che l'offerta di moneta continui ad aumentare senza una corrispondente crescita economica reale. "Più denaro a caccia di meno attività porta tipicamente a un aumento dei prezzi, mentre tassi più bassi incoraggiano la crescita del credito", ha affermato, aggiungendo che "è chiaro che, sebbene la BCE stia perseguendo un orientamento deflazionistico, permangono significativi rischi inflazionistici".

Le aspettative di inflazione sono troppo basse?

La Presidente della BCE Lagarde ha sottolineato che "il processo di disinflazione è in corso". In ogni caso, gli economisti non hanno un'opinione unanime sull'inflazione dell'eurozona, dopo che a settembre è scesa all'1,7%, dal 2,2% di agosto 2024.

John Butler, macroeconomista di Wellington Management, ritiene che le aspettative di inflazione siano troppo basse: "Le previsioni di mercato per l'inflazione a lungo termine rimangono intorno al 2% nella maggior parte dei paesi. Ritengo che questo valore sia troppo basso. Con il tempo, il mercato dovrà correggere le proprie aspettative verso l'alto, lasciando più spazio all'incertezza. L'effetto sarà un'inflazione più elevata nel medio termine, ma anche oscillazioni cicliche più pronunciate".

Secondo Peter Vanden Houte, Chief Economist di ING, l'aumento dei prezzi dell'energia a causa del conflitto in Medio Oriente potrebbe far salire l'inflazione complessiva, ma non si aspetta che questo abbia un effetto duraturo. "Abbiamo abbassato le nostre previsioni sull'inflazione complessiva per il 2025 al 2%", ha dichiarato il 10 ottobre. Vanden Houte è molto più preoccupato per la crescita economica: "Ora crediamo che la crescita si fermerà nel quarto trimestre e che una timida ripresa è prevista solo a partire dal secondo trimestre del prossimo anno". ING ha ridotto le stime di crescita del PIL del 2025 allo 0,6%, in linea con quelle del 2024 ed inferiori alle stime della BCE.

Quale sarà l'impatto della recessione tedesca?

Il livello attuale dei tassi di interesse è ancora considerato restrittivo dagli economisti e lascia spazio a decisioni future in base ai dati. "Qualsiasi shock al rialzo dell'inflazione può essere potenzialmente affrontato con un ritmo più lento di riduzione dei saggi di riferimento in futuro, mentre il taglio dei tassi offre un'ulteriore protezione contro i rischi al ribasso", ha dichiarato Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO.

Il mercato finanziario ha considerato il taglio di ottobre come una transizione dal taglio graduale a quello sequenziale, ma Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, ha affermato che si dovrebbe parlare di "tagli assicurativi".

"Un grande paese dell'area dell'euro, la Germania, soffre chiaramente di un'economia debole. Ma questo è probabilmente il risultato di venti contrari strutturali legati a una forte perdita di competitività in seguito allo shock energetico del 2022, alla forte concorrenza della Cina e all'invecchiamento della popolazione. La politica monetaria non può influire su nessuno di questi fattori e i responsabili politici ne sono consapevoli. Una volta tolta la Germania dai dati, il resto dell'area dell'euro rimane molto resiliente, non solo in termini di crescita, ma anche nel mercato del lavoro."

Cosa aspettarsi dai mercati del reddito fisso?

Patrick Barbe, Head of European Investment Grade Fixed Income di Neuberger Berman, ritiene che il mercato obbligazionario non rifletta le sfide dell'economia tedesca. "I tassi di interesse di riferimento della BCE guidano il livello di rendimento delle obbligazioni a breve e medio termine, spingendo i rendimenti tedeschi più in alto di quanto dovrebbero essere in base ai loro fondamentali", ha dichiarato il 16 ottobre. "Pensiamo che quando [la BCE] ha iniziato a tagliare il tasso di riferimento lo scorso giugno, abbia già tenuto conto della questione tedesca. E pensiamo che i prossimi tagli dei tassi verso un orientamento neutrale della politica monetaria siano giustificati dalla "mancata ripresa" dell'industria del principale paese dell'eurozona".

Per Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di AllianzGI: "È probabile che i tagli rafforzino la tendenza all'irripidimento della curva dei rendimenti a cui stiamo assistendo sui mercati dei titoli di Stato".

I mercati tengono conto anche della divergenza tra l'economia dell'eurozona e quella degli Stati Uniti, che "potrebbe spingere il tasso di cambio [EUR/USD] di nuovo verso l'area 1,05/1,07, a fronte della possibilità che il T-note a 10 anni si spinga temporaneamente verso l'area del 4,50%, anche in considerazione della marcata ripresa delle emissioni statunitensi prima del 5 novembre", ha affermato Intermonte in una nota dopo la riunione della BCE. Questo scenario potrebbe essere ancora più probabile se Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali.

Per quanto riguarda le obbligazioni investment grade, Celia Soares, Client Portfolio Manager di Janus Henderson, ha sottolineato che l'ultimo trimestre è stato il migliore degli ultimi 12 anni in termini di rendimenti totali dell'euro investment grade, a parte il quarto trimestre del 2023 e il rally legato al covid nel secondo trimestre del 2020. "Alcuni settori potrebbero beneficiare più di altri del calo dei tassi, come l'immobiliare e le utilities", ha dichiarato in una nota del 17 ottobre.

 

 

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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