Metriche chiave di Morningstar per Eni
• Fair Value Estimate: EUR15,10
• Morningstar Rating: 3 stelle
• Morningstar Economic Moat Rating: Assente
• Morningstar Uncertainty Rating: Alto
Come impatteranno le quotazioni del greggio sui risultati di Eni ENI? A fine luglio, in occasione della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, l’azienda aveva alzato le stime sull’EBIT a EUR15 miliardi, in aumento rispetto ai EUR14 miliardi previsti ad aprile, ipotizzando una produzione di greggio superiore a 1,7 milioni di barili al giorno a un prezzo pari a USD86.
Tuttavia, il barile è sceso recentemente attorno a USD74 (relativamente a quello scambiato sul Brent), dagli USD87 di marzo scorso e questo potrebbe costringere il management della compagnia energetica italiana a rettificare le guidance per il 2024.
Il calo del barile preoccupa gli analisti
Pessimisti in questo senso sono gli analisti di Equita Sim, che stimano un calo dell’utile netto del 41% nel terzo trimestre. Tra le cause della contrazione dei profitti, Equita indica lo scenario meno favorevole sul fronte del prezzo degli idrocarburi (ovvero una quotazione media del Brent nel trimestre pari a USD80.3/bbl vs gli USD86.7/bbl del terzo trimestre del 2023), le attività manutentive nel segmento upstream e una performance negativa del business downstream (raffinazione e chimica) a seguito dell’ulteriore compressione dei margini di raffinazione.
L’atteso peggioramento dei conti nel terzo trimestre ha dunque convinto gli analisti di Equita a tagliare del 10% le stime sull’EPS atteso per fine esercizio e di conseguenza a correggere al ribasso dell’8% il target price sul titolo, ora pari a EUR18. Tuttavia, la raccomandazione sul titolo, dati gli attuali corsi azionari, resta buy: “Sebbene riteniamo che il momentum degli utili sia ancora negativo, i catalyst legati al modello satellitare (in particolare su Enilive e Plenitude), il supporto del buyback, stimato a EUR200 milioni per l’anno in corso, e la buona generazione di flussi di cassa ci lasciano positivi sulla capacità di Eni di creare valore per gli azionisti”. Il price target medio degli analisti monitorati da Pitchbook è pari a EUR17,05, con un range compreso tra EUR13 e EUR20.
Anche Barclays ha ridotto il prezzo obiettivo da EUR19 a EUR17,50 mantenendo comunque la raccomandazione di overweight sul titolo. A suggerire agli analisti della banca d’affari britannica una correzione al ribasso delle stime è stata la continua debolezza del contesto macroeconomico che pesa sugli utili del comparto energetico.
Più cauti sul titolo sono invece gli analisti di Citi, che confermano la raccomandazione neutral. In vista della presentazione dei conti, la banca d’affari americana ha corretto al ribasso il target price di Eni da EUR14,8 a EUR14 euro in seguito al taglio delle stime sugli utili attesi nel 2024 e nel 2025 per l’intero settore energetico.
Il titolo Eni è in linea con il fair value
Morningstar, che lo scorso 20 agosto ha recentemente il fair value del titolo a EUR15,10 (da EUR14,90), valuta Eni con un rating pari a 3 stelle, indicando che alle attuali quotazioni di mercato, le azioni del gruppo energetico italiano continuano a essere scambiate in linea con il fair value.
“Nonostante la crescita aggressiva in settori diversi da quello degli idrocarburi, che la pone in una posizione migliore rispetto alla maggior parte dei concorrenti per la transizione energetica, anche nel prossimo decennio il business dell’oil&gas continuerà a essere il principale motore della crescita degli utili del gruppo italiano”, afferma Allen Good, Director of Equity Research di Morningstar, nella sua nota pubblicata il 20 agosto scorso. “L'azienda sta adottando un modello di business satellite, separando i suoi segmenti di attività in vista di una potenziale quotazione in Borsa o di un investimento esterno. Sebbene questa strategia possa aiutarla a sbloccare valore e assicurarle il capitale necessario per il suo piano di transizione energetica, crediamo che non sia apprezzata dal mercato, che invece preferirebbe la vendita di questi rami di azienda”.
Sotto osservazione da parte degli analisti, proprio in ragione di questa strategia aziendale e dopo l’accordo con il fondo di private equity KKR per la cessione di una quota in Enilive tra il 20% e il 25%, siglato lo scorso luglio, anche gli eventuali commenti da parte del management su possibili deal per la vendita di partecipazioni nelle società che fanno parte dell’universo Eni.
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