“Il mercato azionario statunitense ha registrato una battuta di arresto all'inizio dell'agosto scorso, in seguito ai deboli numeri sul mercato del lavoro che hanno fatto temere gli investitori per il rischio di una potenziale recessione”, afferma David Sekera, chief US market strategist di Morningstar. “Il mercato si è rapidamente ripreso, poiché gli stessi titoli che hanno guidato il mercato al ribasso lo hanno poi trainato al rialzo”.
Dal suo minimo più recente, registrato lo scorso 5 agosto, il Morningstar US Market Index è salito del 13,19%, con quasi la metà di questi guadagni provenienti dal settore tecnologico (dati Morningstar Direct). Il comparto ha contribuito per 5,09 punti percentuali al guadagno complessivo; il settore finanza, secondo per incidenza sulla performance del mercato, ha aggiunto 2,13 punti percentuali. I titoli finanziari sono cresciuti grazie ai solidi guadagni delle maggiori banche del paese.
Il titolo che ha contribuito maggiormente al rally di Wall Street è il gigante dell'intelligenza artificiale Nvidia NVDA, che è salito del 35,12% dal 5 agosto e ha aggiunto 1,72 punti percentuali al guadagno dell'indice US Market. Anche gli altri cinque titoli che hanno dato il contributo più alto al rendimendo del benchmark sono tutti legati all'IA: Apple AAPL (0,67 punti percentuali), Amazon.com AMZN (0,50 punti), Meta Platforms META, Microsoft MSFT e Broadcom AVGO.
I titoli dell'intelligenza artificiale hanno ancora spazio per correre?
L'indice Morningstar Global Next Generation Artificial Intelligence, che offre un'esposizione ai titoli legati al business dell'IA, è salito del 30,94% quest'anno, mentre il mercato statunitense nel suo complesso ha guadagnato il 22,92%. Tuttavia, non è stata una corsa tranquilla. Ad aprile, l'indice ha ceduto il 6,60% in una settimana, trascinando il mercato a -3,06%. A luglio, i titoli dell'IA sono scesi del 5,23% in quattro giorni, producendo un calo del 2,13% del benchmark.
Da agosto, però, le azioni legate al tema dell'intelligenza artificiale hanno ripreso slancio, portando sia l'indice IA che il mercato nel suo complesso a nuovi massimi. Ciò ha spinto l'indice IA in territorio di sopravvalutazione; il titolo medio è scambiato con un premio del 7% rispetto alla stima del fair value su una base ponderata per la capitalizzazione di mercato. Ciò solleva interrogativi su quanto spazio abbiano questi titoli per crescere ancora.
Sekera spiega che: “Lo scorso trimestre abbiamo evidenziato che i titoli large growth maggiormente correlati all'intelligenza artificiale erano saliti al punto da essere generalmente sopravvalutati. Da qui la domanda: Il rally dell'intelligenza artificiale si è esaurito?". Secondo il chief US market strategist di Morningstar "è già iniziata una rotazione fuori dai titoli large growth sopravvalutati, mentre continuiamo a vedere opportunità nel segmento delle small-cap e dei titoli value”. L'indice Morningstar US Small Value è scontato del 9% rispetto alla stima del fair value su base ponderata per la capitalizzazione di mercato.
Il deja-vu del rally dei tecnologici
L'ultimo rialzo del mercato azionario ha un aspetto familiare se confrontato con i guadagni registrati dall'ottobre 2022, quando il mercato "orso" più recente ha toccato il suo punto più basso, fino al luglio 2024. Anche in quel periodo i titoli tecnologici hanno fatto da traino, contribuendo con 26,69 punti percentuali al guadagno complessivo del 57,29% del mercato. In altre parole, il settore tecnologia è stato responsabile del 46,6% del guadagno del mercato durante il precedente rally. Nell'ultimo, invece, i tecnologici hanno contribuito al 38,9% del guadagno totale.
I settore finanza è stato il secondo per contributo al rialzo del mercato, aggiungendo 6,34 punti percentuali, o l'11,1% del guadagno complessivo. Nell'ultimo rally, il 16,1% del guadagno totale è derivato dai titoli finanziari. I settori servizi alla comunicazione, beni di consumo ciclici e beni industriali completano la top five di quelli che hanno contribuito a entrambi i rally. Inoltre, in ognuno di essi, il settore immobiliare e quello delle materie prime sono stati tra i tre comparti che hanno contribuito in misura minore.
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