Morningstar DBRS ha modificato l’outlook sull’Italia da “stabile” a “positivo” e ha confermato il rating a BBB (high).
L’andamento positivo riflette l’opinione di Morningstar DBRS secondo cui il miglioramento del percorso fiscale a medio termine previsto per l’Italia attenua i rischi associati al rapporto debito pubblico/PIL, che rimane molto elevato. Ciò è rafforzato dalla ripresa migliore del previsto dell’Italia, dalla forte performance del mercato del lavoro e dai segnali di una crescita del produzione potenziale superiore a quella storica.
Il governo ha rivisto al ribasso la proiezione del disavanzo fiscale per il 2024, portandola al 3,8% del PIL dal 4,3%, soprattutto grazie al previsto aumento del gettito fiscale diretto e alla revisione al rialzo del PIL nominale. Nel piano strutturale di bilancio a medio termine (MPT) il governo si impegna a seguire un percorso di crescita della spesa netta, coerente con il nuovo quadro di governance economica europea, che porterebbe il deficit al di sotto della soglia del 3% necessaria per uscire dalla procedura di disavanzo eccessivo entro il 2026, un anno prima del previsto, e porterebbe il rapporto debito pubblico/PIL su un percorso discendente a partire dal 2027.
Morningstar DBRS ritiene credibile il piano fiscale dell’Italia, ma sottolinea che il miglioramento della posizione fiscale è subordinato alla natura permanente delle maggiori entrate e a un aggiustamento fiscale duraturo. Morningstar DBRS valuterà l’attuazione del piano di medio termine del governo e la capacità del governo italiano di sostenere l’aggiustamento fiscale nel tempo.
Perché il rating sull’Italia è stato confermato
La conferma da parte di Morningstar DBRS del rating BBB (high) dell’Italia è sostenuta da diversi fattori. L’Italia beneficia dell’appartenenza all’Unione Europea (UE) e del sostegno della Banca Centrale Europea (BCE). L’economia è ampia e diversificata, sostenuta dal settore manifatturiero – il secondo più importante d’Europa - e da un settore dei servizi resiliente. Inoltre, la posizione esterna dell’Italia beneficia della rapida ripresa delle partite correnti e della positiva posizione netta sull’estero (Net international investment positition o NIIP).
L’indebitamento del settore privato è tra i più bassi dei paesi avanzati e il sistema bancario italiano è in una posizione più forte rispetto al passato in termini di capitalizzazione e di crediti deteriorati. Tuttavia, i rating del credito rimangono penalizzati da un livello molto alto di debito pubblico, da un elevato deficit fiscale dopo la pandemia, da una debole crescita potenziale del PIL e da un ambiente politico che ha ostacolato la capacità dell’Italia di affrontare le sfide economiche.
Il rating dell’Italia potrebbe migliorare?
I rating potrebbero essere migliorati se si verificasse uno o una combinazione dei seguenti fattori:
1) Segnali che i progressi nelle riforme e negli investimenti produttivi portino a una maggiore crescita economica.
2) Consolidamento fiscale duraturo che porti il rapporto debito/PIL su una traiettoria discendente nel medio termine.
L’andamento dei rating potrebbe essere riportato a “stabile” se i risultati fiscali dovessero risultare inferiori ai piani governativi. I rating potrebbero essere declassati se si verificasse uno o una combinazione dei seguenti fattori:
1) Il governo non riuscirà a ridurre il rapporto tra deficit fiscale e PIL nel medio termine.
2) Le prospettive economiche peggioreranno in modo sostanziale, causando un aumento significativo della traiettoria del rapporto tra debito pubblico e PIL.
3) Un aumento sostanziale dei costi di finanziamento comprometterà la capacità del governo di soddisfare il proprio fabbisogno finanziario.
Disclaimer
Questa è una versione editorializzata di un report più lungo di Morningstar DBRS sul rating del debito sovrano italiano.
Le decisioni sul rating sono di Morningstar DBRS e non della società madre Morningstar, Inc. In caso di divergenza, prevale sempre la formulazione del report originale di Morningstar DBRS.
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