Borse in rialzo dopo vittoria di Trump

Dollaro, listini Usa e Bitcoin salgono in scia alla vittoria del candidato repubblicano alle presidenziali.

Johanna Englundh 06/11/2024 | 11:29
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Le Borse americane hanno aperto in forte rialzo la seduta di mercoledì dopo che Donald Trump si è aggiudicato la vittoria nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2024. In avvio il Dow Jones fa segnare +3%, mentre i guadagni del Nasdaq non superano l'1,7%. L’indice Russell 2000, indice di riferimento delle azioni small cap, che si prevede possano beneficiare della conquista della Casa Bianca da parte di Donald Trump, è salito del 4%.

Allo stesso tempo, il dollaro USA ha toccato il punto più alto da luglio scorso, guadagnando terreno rispetto alle altre valute globali, mentre l’euro è in calo.

“Con il partito repubblicano che si appresta a conquistare il Congresso e la presidenza, i mercati statunitensi sono in rialzo. Non si tratta tanto di un’approvazione di ogni aspetto del manifesto repubblicano, quanto del fatto che i mercati amano la visibilità, e un chiaro controllo governativo la offre”, afferma Michael Field, European market strategist di Morningstar.

Chi sale con la vittoria di Trump

Nel suo primo discorso, Donald Trump ha ringraziato i sostenitori per averlo eletto 47° Presidente degli Stati Uniti, affermando di aver vinto sia il voto popolare che il Collegio Elettorale con più di 300 voti. Le criptovalute, che sono considerate parte del cosiddetto Trump trade, sono salite. Il Bitcoin ha superato i USD75.000, ritoccando il precedente picco storico raggiunto a marzo. In passato, Donald Trump aveva espresso il suo sostegno alle criptovalute. Nell’ambito del Trump trade, Trump Media & Technology Group DJT ha aperto a +12,66%, mentre Tesla TSLA di Elon Musk, sostenitore di Trump e finanziatore della sua campagna elettorale, fa segnare +11,5%.

Il rendimento del Treasury a 10 anni è salito a circa il 4,43% sulla base delle ipotesi che i tagli alle tasse e gli altri piani di spesa proposti da Trump aumentino il deficit fiscale, mentre eventuali dazi potrebbero riaccendere l’inflazione.

Secondo Oliver Blackburn, multi-asset portfolio manager di Janus Henderson, “Il risultato più sorprendente finora è probabilmente la forza dei mercati azionari al di fuori degli Stati Uniti. Le azioni europee e giapponesi stanno registrando una buona performance e il ribasso della Cina è forse inferiore a quanto molti temevano, nonostante le minacce di Trump al commercio globale”.

Field aggiunge che “Probabilmente ci aspettano quattro anni impegnativi e ricchi di eventi, con Trump che sa di dover partire in quarta e di dover apportare cambiamenti politici mentre i repubblicani controllano le due Camere. Non stupisce l’andamento al ribasso dell’euro, vista la probabilità che almeno alcune di queste politiche avranno un impatto negativo sulla regione”.

Borse europee e cinesi contratte

In Europa, dopo un avvio in rialzo di circa l’1%, l’indice Stoxx 600 è sceso sotto la parità. Nel Regno Unito, il FTSE 100, che si distingue per la sua alta percentuale di società che guadagnano in dollari, è salito di quasi il 2% in mattinata, favorito dalla debolezza della sterlina rispetto al dollaro, ma ora viaggia attorno alla parità.

I titoli europei hanno reagito in modo contrastante: Novo Nordisk NOVO B, che ha una forte esposizione al mercato statunitense, è balzata in apertura. Le azioni dei produttori di turbine eoliche, Vestas VWS e Orsted ORSTED, sono in ribasso a causa dei timori per la riduzione degli investimenti nelle energie rinnovabili e per i dazi sui produttori europei.

Anche i produttori europei di auto di lusso sono in ribasso, con le azioni di BMW BMW e Porsche P911 in calo per i timori legati ai dazi.

Rella Suskin, analista del settore automobilistico di Morningstar, ha dichiarato che l’esposizione delle case automobilistiche europee agli Stati Uniti varia tra il 10% e il 30% circa in termini di vendite di veicoli, con l’italiana Stellantis e la tedesca Porsche più vulnerabili.

“Prevediamo che Porsche, che vende il 27% dei suoi veicoli negli Stati Uniti, sia l’azienda del settore maggiormente esposta in caso di uno scenario di dazi all’importazione contro i produttori stranieri”. Tuttavia, alcune aziende sono più preparate di altre. “La maggior parte segue una strategia di produrre localmente, limitando così l’impatto di eventuali dazi sulle importazioni in un regime di Trump. Nel caso di BMW, ad esempio, le vendite registrate negli Stati Uniti sono quasi uguali al valore delle produzione realizzata nella regione".

Gli ETF tematici in Europa hanno riflesso i cambiamenti politici attesi dall’amministrazione Trump: i fondi esposti alla cybersicurezza e al cloud computing hanno registrato un’impennata, mentre gli ETF tecnologici cinesi e quelli sull’energia rinnovabile sono scesi.

L&G Cybersecurity USPY e WisdomTree Cloud Computing WCLD, entrambi con Morningstar Medalist Ratings pari a Bronze, sono quelli che hanno registrato i guadagni maggiori, mentre KraneShares CSI China Internet KWBP, con rating Neutral, e Global X Solar RAYZ, con rating Negative, hanno perso oltre l'1%.

In Asia il quadro è diviso: il Nikkei 225 di Tokyo ha guadagnato il 2,16%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong è scivolato del 2,5% circa.


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Johanna Englundh  è un editore per Morningstar in Svezia.

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