Speciale Investimenti sostenibili

Energie alternative e temi ESG sono in calo di popolarità tra gli investitori, ma il passaggio a un’economia a più basse emissioni di CO2 genera opportunità sui mercati finaziari.

Sara Silano 11/11/2024 | 08:23
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Collage d'images illustrant l'énergie propre, avec des éoliennes et des panneaux solaires, ainsi que des icônes représentant le développement durable.

COP29, la conferenza sul clima promossa dalle Nazioni Unite, si tiene a Baku in Azerbaijan dall’11 al 22 novembre. Il tema è “Solidali per un mondo più green”.

Anche se le statistiche sui flussi verso i fondi sostenibili europei ci dicono che l’interesse degli investitori è in calo rispetto agli anni immediatamente dopo la pandemia, i temi dei rischi climatici rimangono sotto i riflettori perché possono avere ripercussioni negative sui rendimenti finanziari, oltre che sul nostro pianeta. Inoltre, la transizione verso un mondo a più basse emissioni di CO2 ha creato nuove opportunità di investimento in settori come le energie rinnovabili e l’economia circolare.

Dopo il record di caldo nel 2023, quest’anno è il stato il secondo consecutivo con temperature decisamente sopra la media, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, dagli incendi, alla siccità e alle alluvioni. Eppure, i dati di Morningstar Sustainalytics parlano chiaro: la maggior parte delle aziende non ha un credibile piano di transizione climatica.

Aziende in ritardo sulla decarbonizzazione

Il 74,7% delle aziende mondiali analizzate in base al Low Carbon Transition Rating - quasi 10 mila aziende in tutto - risulta “significativamente non allineata” all’impegno di limitare il surriscaldamento globale a 1,5° rispetto ai livelli pre-industriale stabilito dall’Accordo di Parigi (COP 21). Il 22,3% è “moderatamente disallineata”, il 2,4% disallineata in modo elevato e un rimanente 0,5% è “severamente disallineata”.

L’analisi di Morningstar Sustainalytics mostra che settori ad alto impatto climatico come l’energetico, i trasporti, l’edilizia, l’industriale e il minerario hanno un maggior grado di disallineamento rispetto agli impegni dell’Accordo di Parigi. Questi dati sono preoccupanti se si considera che sono i settori che in Europa rappresentano il 70% della capitalizzazione di mercato e oltre il 60% a livello mondiale.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), il settore energetico è responsabile di oltre tre quarti delle emissioni totali di gas serra (GHG) a livello globale. La Cina e gli Stati Uniti sono i paesi più inquinanti, responsabili insieme di circa il 45% delle emissioni globali, seguiti dall’Unione europea, dall’India, dalla Russia e dal Giappone.

Nonostante le compagnie petrolifere stiano diversificando le loro attività investendo in fonti alternative, come l’eolico, il solare e l’idrogeno, il percorso di abbandono delle fonti fossili presenta numerosi ostacoli, incluse le scelte politiche e le dinamiche economiche.

Transizione climatica in calo di popolarità tra gli investitori

Le tematiche ambientali, in particolare quelle della transizione energetica, hanno attratto flussi significativi di capitali negli ultimi anni fino a metà 2023, rendendo i fondi e gli ETF specializzati su questi temi tra i più grandi in termini patrimoniali all’interno dell’universo delle cosiddette strategie tematiche, con circa 37 miliardi di euro di asset al 30 giugno. Successivamente, sono stati colpiti dai riscatti, come la maggior parte dei fondi ed ETF tematici.

Più in generale, i fondi sostenibili stanno attraversando un periodo di calo della popolarità dopo il boom registrato tra il 2020 e il 2021. Secondo l’ultimo report Morningstar su queste strategie, nei primi nove mesi dell’anno, i fondi sostenibili europei hanno raccolto 34,3 miliardi di euro (37 mld di dollari) contro i 67,6 miliardi (73 mld dii dollari) dei primi nove mesi del 2023.

Lotta al greenwashing

I fondi sostenibili torneranno in auge tra gli investitori? La regolamentazione gioca sicuramente un ruolo importante, soprattutto nella lotta al greenwashing. Ad esempio, le nuove regole sulla denominazione dei fondi ESG - che enterà in vigore per i nuovi prodotti dal 21 novembre e a cui dovranno allinearsi anche gli esistenti entro il 21 maggio 2025 - fornisce degli standard minimi comuni per i termini usati nei nomi, con l’obiettivo di proteggerli contro usi impropri o puramente di marketing.

Durante questa settimana, Morningstar approfondirà le tematiche sugli investimenti sostenibili, con particolare attenzione a quelle ambientali vicine a COP 29.

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Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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