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5 titoli che guidano il rally di Piazza Affari

Unicredit e Intesa Sanpaolo sono tra le azioni che più hanno contribuito alla performance del listino milanese, ma anche le ipotesi di terzo polo bancario e la corsa di Ferrari.

Sara Silano 18/11/2024 | 08:29
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Il mercato azionario italiano è sulla buona strada per sovraperformare le Borse europee per il secondo anno consecutivo, con i titoli finanziari che guidano il listino milanese. Protagonisti non sono solo le grandi banche, ma anche le speculazioni sulla nascita del cosidetto terzo polo che si sono riaccese dopo il recente collocamento del 15% di Banca MPS da parte del governo.

Da gennaio, l‘indice Morningstar Italy guadagna il 19,3% contro il 7,5% del Morningstar Developed Markets Europe index ((al 15 novembre). Ottobre è stato ancora un mese decisamente positivo per Piazza Affari, mentre a novembre è subentrata una maggior volatilità, con gli investitori attenti a cogliere i segnali provenienti dalle trimestrali.

UniCredit UCG e Intesa Sanpaolo ISP sono stati i titoli che più hanno contribuito alla performance della Borsa italiana dall‘inizio dell’anno (misurata dall’indice Morningstar Italy) e i conti del terzo trimestre hanno confermato il buon stato di salute delle banche italiane. Ferrari RACE è l’altro protagonista indiscusso del rally di Piazza Affari, ma è stato penalizzato da una trimestrale sotto le attese a novembre. Infine, tra le azioni che hanno spinto il mercato al rialzo ci sono Generali G e Prysmian PRY.

I cinque titoli protagonisti dal rally di Piazza Affari

UniCredit UCG


Analyst: Johann Scholtz, CFA

UniCredit ha guadagnato il 73,3% da inizio anno, dopo essere stata protagonista anche nel 2023 con un rialzo del 92,5%. La banca guidata da Andrea Orcel ha riportato conti trimestrali superiori alle attese del consensus, ma il tema che più scalda il mercato è l’operazione Commerzbank CBK, dopo che l’istituto di credito italiano ha raggiunto una posizione complessiva del 21% nel capitale di quello tedesco. Secondo Johann Scholtz, senior equity analyst di Morningstar, l’operazione potrebbe diluire la redditività.

“UniCredit ritiene di poter migliorare la performance di Commerzbank fino a farla coincidere con quella di HVB. Si potrebbero anche utilizzare le stesse previsioni per argomentare contro una fusione. UniCredit corre il rischio di diluire la propria redditività complessiva e la traiettoria di crescita di HVB combinandosi con un rivale che potrebbe soffrire di vincoli strutturali specifici che potrebbero essere difficili da superare”, ha scritto Scholtz in una nota del 6 novembre.

Intesa Sanpaolo ISP


Analyst: Johann Scholtz, CFA

Intesa Sanpaolo ha guadagnato il 53,3% da inizio 2024, dopo essere salita del 38,5% l’anno scorso. I risultati del terzo trimestre sono stati giudicati “eccellenti” da Scholtz di Morningstar, il quale ha sottolineato - in una nota del 1° novembre - come l’utile netto di 2,4 miliardi di euro sia aumentato del 26% rispetto all’anno precedente e sia stato inferiore “solo” del 3% rispetto al trimestre precedente. “Nonostante il calo dei tassi di interesse, il margine di interesse ha registrato una buona tenuta. La solida crescita delle commissioni è stata il principale motore dell’aumento dei ricavi del 6% rispetto all’anno precedente”, ha detto Scholtz, il quale ha anche ricordato come il titolo sia un “must-have” per gli investitori orientati al dividendo.

“Con un payout ratio del 70%, la guidance di Intesa si può tradurre in un dividend yield a termine del 10%, al netto del potenziale di ulteriori distribuzioni agli azionisti”, spiega l’analista. “Se i tassi d’interesse continueranno a scendere fino al 2026, ci aspettiamo che la pressione sui margini d’interesse netti si intensifichi. Tuttavia, riteniamo che Intesa sarà in grado di assorbire gran parte del calo attraverso un aumento dei ricavi da commissioni. Allo stesso tempo, la sua solida posizione di capitale le offre la possibilità di aumentare le distribuzioni agli azionisti”.

Ferrari RACE


Analyst: Rella Suskin, CFA

Ferrari è attualmente il titolo a maggior capitalizzazione all’interno del Morningstar Italy index con 80,5 miliardi al 12 novembre. La sua corsa a Piazza Affari è iniziata nel 2023 con un rialzo del 53,3% e da gennaio il titolo avanza del 35,5%. Con una quotazione di 413 euro, l’azione Ferrari è considerata sopravvalutata dagli analisti di Morningstar, che hanno recentemente confermato la stima del fair value a 356 euro.

La pubblicazione dei risultati trimestrali lo scorso 5 novembre ha rappresentato una brusca frenata per il titolo che lo stesso giorno ha perso circa il 7%. I numeri “sono stati in linea con quanto previsto dal management nel Capital market day del 2022 e per l’intero 2024, ma al di sotto delle ambiziose aspettative del mercato”, ha commentato Rella Suskin, analista azionaria di Morningstar, la quale è fiduciosa che il Cavallino Rampante riuscirà a superare ancora una volta le sue stesse previsioni sugli utili per l’intero anno.

Generali G


Analyst: Henry Heathfield, CFA

Il titolo assicurativo Generali ha guadagnato il 48,3% da gennaio, facendo meglio del 2023 quando era salito di circa il 22%. Il mercato ha risposto bene alla trimestrale pubblicata il 15 novembre, che ha mostrato una buona crescita del business e dei profitti operativi. In particolare ha sorpreso in positivo l’andamento del ramo vita.

“Generali ha registrato una crescita a due cifre di questo business, con un aumento del 23,3% dei premi lordi sottoscritti”, ha commentato Henry Heathfield, analista azionario di Morningstar. “L’aumento a 45,7 miliardi di euro è stato determinato principalmente dall’incremento delle vendite di prodotti di risparmio in Asia, Francia e Italia; dall’aumento a due cifre delle vendite di unit-linked in Italia e Francia e dall’aumento a due cifre delle vendite di prodotti di protezione. I deflussi si stanno attenuando nel settore del risparmio e il segmento ha registrato flussi netti positivi nei prodotti unit-linked e di protezione. Ciò ha portato a un buon aumento del risultato operativo del ramo vita, che ha raggiunto i 3 miliardi di euro”.

Prysmian PRY

Prysmian, società attiva nella produzione di cavi per l’energia e le telecomunicazioni, ha messo a segno un rialzo del 49,7% da gennaio 2024, contro il +20,5% registrato nell’intero 2023.

La società, che capitalizza in Borsa oltre 18 miliardi (al 12 novembre), ha comunicato risultati trimestrali in linea con le stime degli analisti, lo scorso 31 ottobre e ha confermato le guidance per l’intero anno. Nel ribadire il giudizio “hold” con target price a 70 euro, gli analisti di Equita hanno sottolineato come l’adjusted EBITDA, pari a 540 milioni sia stato “sostanzialmente in linea con le attese, principalmente grazie alla resilienza dei margini e a un maggior contributo del business Transmission, parzialmente compensato da un trend più debole del segmento Electrification Specialties”.

Equita ha anche commentato positivamente la notizia dello scorso 6 novembre di un accordo con RTE, l’operatore del sistema di trasmissione dell’elettricità in Francia per la fornitura e l’installazione di cavi elettrici interrati, perché “aumenta la visibilità sul business Transmission (20% dell’adj. EBITDA 2025 e più del 30% della crescita attesa nel 2025 rispetto al 2024)”.

Il terzo polo bancario e Leonardo infiammano Piazza Affari

Oltre ai titoli che hanno guidato il rally di Piazza Affari nel corso del 2024, ci sono alcune storie nel settore finanziario che hanno favorito la sovraperformance rispetto al mercato europeo, in particolare legate alla nascita del cosiddetto terzo polo bancario. E’ recente l’annuncio della mossa di Banco BPM e Anima Holding su Banca MPS, ma nel corso dell’anno i rumors su possibili fusioni ed acquisizioni nel settore hanno spinto anche Unipol UNI e BPER BPE.

Tra le azioni top performer sul listino milanese troviamo Leonardo LDO, con un rialzo del 70% da gennaio. Il titolo, che quota a 24,7 euro (al 15 novembre), si sta allineando con la stima del fair value di Morningstar, pari a 27 euro. La società, che è uno dei più grandi titoli della difesa europei, ha registrato una solida performance nei conti del terzo trimestre pubblicati lo scorso 7 novembre, in particolare nel settore dell’elettronica per la difesa e degli elicotteri.

“Gli ordini di Leonardo sono aumentati del 7,8% rispetto all’anno precedente, mantenendo un portafoglio diversificato per regioni e segmenti e bilanciato tra mercati nazionali ed esteri”, ha commentato Loredana Muharremi, equity analyst di Morningstar, dopo la trimestrale. “I ricavi sono cresciuti del 12,4% a 12,1 miliardi di euro, grazie soprattutto all’aumento dei volumi della difesa. L’efficienza operativa e l’accelerazione delle iniziative di risparmio dei costi hanno aumentato l’EBITDA del 15% a 766 milioni di euro, con una redditività delle vendite del 6,3%”.

I titoli bancari continueranno a correre?

I titoli bancari italiani hanno guadagnato più di quelli dell’eurozona da inizio anno, con il FTSE Mib AllShare banks a +61,3% contro il +32,4% del Morningstar Eurozone Large-Mid Banks (al 15 novembre). “Il settore finanziario e in particolare le banche commerciali, sono state sugli scudi tutto l’anno sulla forza delle revisioni al rialzo del margine di interesse”, ha commentato a Morningstar Alberto Chiandetti, gestore del Fidelity Funds - Italy. “Anche se le attese sui tassi della BCE sono scese molto, mettendo pressione sulle attese di margine da interesse per il 2025 e 2026, le banche hanno continuato a mostrare resilienza nei ricavi grazie all’accelerazione delle commissioni, supportate da un aumento della raccolta di risparmio gestito. Le valutazioni sono ancora molto ragionevoli e il settore rimane supportato dalle attese di ricchi dividendi”.

Effetto Trump sul mercato azioniario italiano

Nell’ultimo mese, Piazza Affari non è stata solo influenzata dalle trimestrali, ma anche “dalle aspettative sulle politiche della nuova amministrazione Trump”, che sembrano pesare soprattutto sulle utilities, come fa notare Massimo Trabattoni, responsabile dell’azionario Italia di Kairos Partners, in un’intervista a Morningstar.

“Analizzando nel dettaglio il reporting dei vari settori, quello finanziario è stato in linea con le attese, con molte banche che hanno alzato le guidance, anche se questo non sempre si è riflesso nel prezzo delle azioni. Ancora più positiva invece la performance del risparmio gestito, che ha mostrato risultati favorevoli”, afferma Trabattoni.

Per contro, il lusso ha deluso, complice la debolezza della domanda cinese, così come il settore automobilistico, che “mostra da tempo una discesa globale della domanda dovuta a prezzi delle auto ancora troppo alti, una marginalità che sta tornando ai livelli pre-covid e a una transizione verso i veicoli elettrici difficoltosa che non riesce a stimolare la domanda finale”, aggiunge Trabattoni.

Sull’impatto delle elezioni americane, mette l’accento anche Simore Ragazzi, portfolio manager di Algebris, che evidenzia come il settore della difesa e quello energetico siano stati i principali a trarre vantaggio dalla vittoria di Donald Trump. Il gestore è anche convinto che “le società europee con produzione e vendita statunitense potranno beneficiare più degli esportatori, i quali, probabilmente, dovranno affrontare ostacoli sul commercio internazionale”.

Quando pesano i segnali di debolezza economica su Piazza Affari

Nelle previsioni economiche d’autunno, pubblicate il 15 novembre, la Commissione europea ha limato le stime di crescita dell’Italia, prevedendo un aumento del Prodotto interno lordo (PIL) reale dello 0,7% nel 2024 (+0,9% nelle previsioni di primavera) e dell’1% nel 2025 (+1,1%). Inoltre, il quadro rimane debole nell’eurozona, in particolare in Germania, e le prospettive di dazi con gli Stati Uniti preoccupano gli investitori. Alcuni titoli e settori a Piazza Affari stanno risentendo di questa situazione.

Per Chiandetti, quest’anno, il settore industriale ha seguito temi specifici dei mercati finali. “Settori legati all’elettrificazione hanno performato bene, mentre tutto quanto è stato legato al ciclo dei capex (spese in conto capitale, ndr) ha continuato a soffrire per una coda di riduzione delle scorte più lunga del previsto”. “I PMI europei sono sotto il livello di 50 (che separa l’espansione dalla recessione, ndr) da ormai 2 anni, i livelli di inventory sono molto bassi e le valutazioni del comparto sono schiacciate”, aggiunge il gestore, per il quale “è vero che l’industria europea soffre di un declino in parte strutturale”, ma nel 2025 si potrebbe vedere una ripresa ciclica legata alla ricostituzione delle scorte da livelli ormai troppo bassi.


L'autore o gli autori non possiedono posizioni nei titoli menzionati in questo articolo. Leggi la policy editoriale di Morningstar.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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