Forte di un azionariato ora con meno Stato e più Banco BPM BAMI, Banca MPS BMPS alimenta le aspettative degli analisti e del mercato per nuovi sviluppi nel settore bancario italiano. La partecipazione pubblica è scesa all'11,7%, una quota che lascia ancora lo Stato italiano come primo azionista dell’istituto senese.
Ma Banco Bpm è ormai potenzialmente al 9% del capitale di MPS tenuto conto del 5% comprato direttamente dallo Stato e della quota in mano ad Anima ANIM, su cui l’istituto milanese ha in corso un’OPA sul 100%. A questi si aggiungono freschi azionisti Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, intorno al 3,5% e Francesco Gaetano Caltagirone con un’ulteriore quota del 3,5%. Come stanno reagendo gli analisti al nuovo equilibro azionario di MPS e quali prospettive hanno ora per l’istituto senese?
MPS, una storia “interessante”
Nel suo commento a caldo sull‘operazione di vendita del 15% da parte dello Stato, Websim ha prima sottolineato che il collocamento è avvenuto a una quotazione sul livello più alto da due anni e in crescita dell’80% circa dal primo gennaio. In ogni caso ha confermato la “view positiva su MPS”, ribadendo il giudizio “interessante” sul titolo con prezzo obiettivo a 6,3 euro. E a proposito di Banco BPM, ha commentato: “Il bias industriale è molto forte poiché Banco BPM ottiene circa 1.300 filiali per la distribuzione a medio/termine dei suoi prodotti di Wealth Management (Asset Management + Life) con un consumo di capitale marginale. Banco BPM ha chiarito che non intende presentare alle autorità competenti le istanze autorizzative per poter eventualmente superare la soglia del 10%. Il gruppo rimane focalizzato sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand alone”.
La mossa apre a un ulteriore consolidamento del settore bancario
Equita Sim conferma le raccomandazioni “hold” su Banca MPS e su Banco BPM. “L’operazione – hanno scritto gli analisti - andrà a costituire un nucleo azionario rilevante in MPS che permette di stabilizzare l’azionariato (e la governance) anche in caso di completa uscita da parte dello Stato e apre a prospettive di ulteriore consolidamento nel settore (che, anche se non necessariamente di breve termine, aumentano l’appeal speculativo sul titolo)”. Per quanto riguarda il giudizio sull’istituto milanese, gli esperti hanno evidenziato: “Apprezziamo le scelte strategiche intraprese recentemente da Banco BPM che - a fronte di un consumo di capitale contenuto - permettono di rafforzare in modo significativo il business model e supportano lo sviluppo delle fabbriche prodotto, mantenendo opzionalità per la crescita futura e la remunerazione degli azionisti”.
Anche Jp Morgan ha posto l’attenzione sul fatto che l’esito dell’ultima vendita di azioni da parte dello Stato possa essere un fattore di ulteriore consolidamento del settore. Per i suoi analisti, Banca MPS diventerà probabilmente un obiettivo di M&A e, a lungo termine, Banco BPM resta uno dei potenziali offerenti, arrivando a ipotizzare anche i tempi di questa eventuale operazione oltre a un prezzo di acquisizione di circa 7,17 euro per azione: “Non escluderemmo del tutto un’acquisizione di MPS da parte di Banco BPM tra un anno”.
La presenza di Anima alimenta l’appeal di un nuovo hub bancario
Gli esperti di Bank of America si sono concentrati sugli effetti della presenza di Anima nell’operazione e sulle scelte dello Stato nel collocare la sua quota: “Finora, Banco BPM ha negato un interesse per Banca MPS, ma l’appeal di un progetto industriale potrebbe cambiare con Anima H.”. L’ipotesi di fondo a questa idea è che un’integrazione tra le reti “implicherebbe sinergie ancora più alte”. Nel complesso, per BofA il governo italiano ha trasformato “la privatizzazione del Monte in un progetto industriale formando un nuovo hub bancario di dimensione, dopo Intesa ISP e Unicredit UCG”.
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