ETF, nessuno si prende la corona di iShares

Gli emittenti di fondi passivi stanno ampliando la loro gamma con l’intenzione di diventare uno sportello unico per gli investitori.

Valerio Baselli 25/11/2024 | 11:35
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Collage con calcolatrice, ritaglio di giornale sugli ETF ed elementi grafici.

Il panorama europeo della gestione passiva sta cambiando. Sulla scia del grande successo dei tracker tra gli investitori, gli emittenti di ETF stanno ampliando la loro offerta in Europa in termini di asset class e strategie.

D‘altronde, i fondi aperti passivi a lungo termine domiciliati in Europa hanno registrato un tasso di crescita organica (organic growth rate - OGR) del 7,7% su base annua, mentre le loro controparti attive hanno registrato una crescita organica dell’1,3% nello stesso periodo.

Tale tendenza è ancora più pronunciata tra le strategie azionarie: i fondi azionari passivi hanno registrato un OGR dell'8,1% tra gennaio e ottobre, mentre i prodotti azionari attivi hanno avuto una crescita organica negativa del -1,7%.

Il dominio di iShares

In Europa, quando si parla di ETF, non ci sono sorprese. Il leader di mercato è chiaro: iShares gestisce il 43% del patrimonio totale degli ETF in Europa, una quota di mercato stabile da alcuni anni. L’emittente di ETF di BlackRock è in cima anche alla classifica dei flussi nei primi dieci mesi del 2024, con 65,8 miliardi di euro raccolti (il 35% della raccolta totale).

“iShares ha goduto di una sorta di vantaggio da first mover, in particolare quando si è trattato di sviluppare gli ETF obbligazionari in Europa”, afferma Jose Garcia Zarate, Associate Director for Passive Strategies di Morningstar. “Inoltre, ha sempre avuto un’attenzione strategica per la replica fisica, il che li ha aiutati a consolidare la loro posizione dominante quando gli investitori si sono preoccupati della struttura sintetica molti anni fa”.

La concorrenza tra i emittenti di ETF si intensifica

Tra i principali fornitori di ETF, tuttavia, quelli che hanno registrato la crescita organica maggiore sono State Street (un tasso di crescita organica del 26% su base annua) e Vanguard (+18%).

Il primo ha beneficiato di forti flussi verso il suo S&P 500 ETF. Circa il 40% dei flussi totali registrati da State Street si è incanalato verso questo prodotto. “State Street ha tagliato la commissione di questo ETF dallo 0,09% allo 0,03% nel novembre 2023, e questo le ha fruttato molto in termini di flussi in un momento in cui gli investitori si sono fortemente concentrati sul mercato azionario statunitense”, afferma Garcia Zarate. Nel 2024, inoltre, si è registrata una forte crescita organica dell’ETF S&P US Utilities Sector, il che ha aiutato.

Vanguard invece, oltre ai forti flussi in corso verso il suo S&P 500 e il replicante del FTSE All-World, ha beneficiato di forti tassi di crescita organica in diversi dei loro ETF obbligazionari.

Anche Xtrackers ha ottenuto ottimi risultati nel 2024 e ha visto aumentare la sua quota di mercato dal 10,2% nell’ottobre 2023 a oltre il 10,8% nell’ottobre 2024. Allo stesso tempo, Amundi, pur riuscendo a mantenere la seconda posizione nella classifica dei fornitori europei di ETF, ha visto la sua quota di mercato diminuire leggermente nello stesso periodo, passando dal 12,7% al 12,4%.

“Sebbene nessuno metta in discussione il ruolo dominante di iShares, c'è un’intensa concorrenza immediatamente sotto”, spiega Garcia Zarate. “I principali provider si sforzano di seguire un modello da supermercato, ovvero hanno aumentato la loro offerta agli investitori in tutte le asset class e vogliono essere uno sportello unico per loro. Ci sono poi altri fornitori che sono più che altro case specializzate, come ad esempio Natixis (Ossiam), e quindi non possono essere facilmente paragonati a quelli citati prima”, conclude.


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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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