La mossa di Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin di assumere un ruolo da protagonisti nella vendita da parte del Tesoro italiano del recente pacchetto azionario del 15% di Banca MPS BMPS detenuto dal MEF riporta sotto i riflettori le holding di partecipazioni quotate in Borsa Italiana. Un mondo di società in realtà ricco di investimenti attuali e potenziali in società quotate e non, ma non sempre al centro dell’interesse del mercato. Non a caso, una della loro caratteristiche più comuni è quella, non certo voluta, di quotare costantemente a sconto, spesso elevato, rispetto al valore del proprio portafoglio, ovvero del proprio Net Asset Value (NAV).
Quanto valgono le casseforti di Caltagirone e della famiglia Del Vecchio?
A riaccendere i riflettori sulle holding di partecipazioni italiane è stato l’investimento effettuato dal costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone, tramite anche la sua omonima cassaforte societaria Fgc, e da Delfin, holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio, per un valore a testa di 252 milioni di euro in Banca MPS, pari a una quota per ognuna del 3,5% della banca senese.
Come evidenziato da MF lo scorso 15 novembre, i due veicoli di investimento dei due grandi gruppi imprenditoriali hanno in pancia partecipazioni per un valore complessivo di oltre 15 miliardi di euro, concentrati soprattutto in banche e assicurazioni italiane. Essendo due casseforti di famiglia, le due holding non sono quotate ma hanno a Piazza Affari delle sorelle minori, alcune con ricchi portafogli investiti. E a ben vedere, nel caso dell’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone è presente sul listino di Borsa Italiana un’altra sua holding di partecipazione, che risponde proprio al nome di Caltagirone CALT.
Cosa c'è nella holding Caltagirone quotata?
Il titolo Caltagirone capitalizza intorno ai 750 milioni di euro ed evidenzia un guadagno di circa +60% negli ultimi 12 mesi. Ma attenzione, si tratta di una holding italiana molto concentrata su partecipazioni in settori specifici, su tutti quello della produzione di cemento. Stando ai dati pubblicati sul sito della società, è posseduta al 87,593% da Francesco Gaetano Caltagirone mentre il restante 12,407% rappresenta il flottante sul mercato. Francesco Gaetano Caltagirone è azionista della quotata Caltagirone tramite, stando al sito Consob, le sue società Finanziaria Italia 2005, che possiede il 53,914%, FGC (33,3%) e FinCal (0,379%).
Nel dettaglio, il biglietto da visita della quotata Caltagirone dice che opera nei settori della produzione di cemento e di manufatti, delle grandi opere, dell’editoria, dell’immobiliare e della finanza attraverso tre società quotate – Cementir Holding CEM, Caltagirone Editore CED, e le non quotate Vianini e Vianini Lavori. Stando ai dati di fine 2023, Caltagirone ha realizzato un fatturato di oltre 1,99 miliardi di euro e un utile di 261,6 milioni di euro, mentre il patrimonio netto è indicato a 2,788 miliardi di euro.
Tamburi Investment Partners, la holding da oltre 1,5 mld di capitalizzazione
Una holding di partecipazioni quotata a Piazza Affari dalle dimensioni importanti e con tutte le caratteristiche di diversificazione e di comprovata capacità di selezione degli investimenti in società quotate e non quotate è Tamburi Investment Partners TIP. Con una capitalizzazione attualmente sopra 1,5 miliardi di euro, e con quotazioni non molto superiori a quelle di un anno fa, oltre all’attività core di investimento fornisce servizi di investimento bancario e consulenza in transazioni finanziarie straordinarie.
Tamburi ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile netto pro-forma di 44 milioni di euro. Si tratta di un risultato raggiunto grazie al contributo delle società collegate che hanno continuato a evidenziare risultati positivi, anche se alcune in misura inferiore ai risultati record del 2023. Stando a quanto comunicato in occasione dell’ultima trimestrale, dalle partecipazioni collegate è arrivato un provento complessivo sui nove mesi di 40,4 milioni, grazie in particolare a OVS, IPGH, controllante del gruppo Interpump IP, ITH controllante del gruppo Sesa, Beta Utensili, Sant’Agata, controllante del gruppo Chiorino, Roche Bobois, Dexelance, Limonta e Alpitour.
Nei primi nove mesi del 2024 TIP ha effettuato investimenti azionari limitati a 10,5 milioni di euro, concentrati su partecipazioni già in portafoglio, oltre a 7,3 milioni di euro investiti in azioni proprie, che al 13 novembre erano pari al 10,526% del capitale. Nello stesso periodo sono state fatte dismissioni e dividendi incassati per 63,4 milioni di euro, compresa la totale cessione della partecipazione in Prysmian PRY.
Prima di rilasciare la trimestrale, a ottobre la società ha tenuto un incontro col mercato, il TIP day. Websim, che sul titolo ha giudizio “molto interessante” con target price a 12 euro, ha sottolineato che il recente TIP day di ottobre ha portato maggiore visibilità sugli asset non quotati di TIP. “Ci aspettiamo - hanno scritto i suoi analisti - possa consentire nel tempo una maggiore consapevolezza del valore delle partecipate private nel portafoglio di TIP, che stanno riportando complessivamente risultati migliori rispetto ai settori di riferimento. Il NAV a prezzi di mercato è intorno a 10,5 euro per azione, mentre rimane elevato l’upside sul NAV dinamico basato sul fair value degli investimenti e pari a 12,5 euro per azione”.
Per Equita, che ha di recente confermato la visione positiva sul titolo con giudizio “buy” e prezzo obiettivo 12,7 euro, TIP rappresenta un veicolo molto interessante per essere posizionati su aziende di eccellenza, sia quotate che private, capaci di crescere sia per via organica che inorganica e in grado di offrire un’ottima diversificazione di mercati di riferimento.
Dopo il TIP day Intermonte ha espresso un rating “buy” con prezzo obiettivo di 12 euro. Secondo i suoi esperti, l’evento “ha consentito di confermare come TIP sia unica nel suo genere perché in grado di individuare e finalizzare opportunità di investimento in realtà imprenditoriali con ottime prospettive di crescita e che non aprono facilmente il loro capitale a investitori terzi ma che vedono in TIP un partner di lungo periodo in grado di supportare fattivamente la loro traiettoria di crescita futura anche attraverso operazioni di M&A”.
Italmobiliare, una holding che vale oltre un miliardo di euro
Un’altra holding quotata a Piazza Affari che capitalizza oltre 1 miliardo di euro è Italmobiliare ITM. Anch’essa è impegnata a investire in altre società soprattutto non quotate.
Dopo che la società ha rilasciato i dati relativi al terzo trimestre 2024, gli analisti hanno espresso le loro nuove valutazioni. Per Kepler Cheuvreux, i dati trimestrali diffusi dalla holding hanno evidenziato “la performance delle società in portafoglio e confermato i trend visti negli ultimi trimestri, in particolare la solida crescita organica (nonostante le pressioni sottostanti sui costi) di Caffè Borbone, la solida e redditizia crescita di Santa Maria Novella, la ripresa di Iseo e la continua crescita di Casa della Salute”. I suoi analisti hanno quindi ribadito la raccomandazione “buy” e il prezzo obiettivo a 37 euro.
Per Equita, che sul Italmobiliare ha confermato la raccomandazione “buy” e il prezzo obiettivo a 40 euro, il trimestre è definibile “di transizione con qualche aggiustamento alle stime/valutazioni di alcuni asset senza determinare significative variazioni del NAV, che resta intorno a 45 euro per azione. Lo sconto resta elevato (circa 40%) coi due principali asset che mostrano buoni risultati: Caffè Borbone continua a crescere in doppia cifra ed è penalizzato solo dal costo della materia prima e Santa Maria Novella mostra un significativo recupero anche di redditività. Target invariato a 40 euro, confermando l’applicazione di uno sconto del 12,5%”.
IL NAV è composto al 25% dalla partecipazione in Caffé Borbone (cialde e capsule caffè), al 13% da Santa Maria Novella (profumi di alta gamma), al 12% da Tecnica (abbigliamento sportivo), seguito da aset minori tra cui anche Italgen (energie rinnovabili) al 6%, Casa della Salute (servizi sanitari) al 3%, Bene Assicurazioni al 2%. La cassa netta della holding è pari a 277 milioni di euro, che corrisponde a un 14% del NAV. Il NAV a settembre è stato calcolato dalla società sostanzialmente invariato a 50,6 euro per azione, in aumento dello 0,4% rispetto a giugno.
Le altre società di partecipazioni quotate a Piazza Affari
Oltre a queste big, esiste una nutrita schiera di holding più piccole, ma con portafogli sufficientemente diversificati per renderle delle vere e proprie società di partecipazioni quotate. Alcuni esempi sono Mittel MIT (patrimonio netto al 30 giugno a 352,2 mln), First Capital FIC (NAV al 30 settembre 2024 a 73,1 mln), RedFish LongTerm Capital RFLTC, H-Farm FARM, e altre.
Il debutto di Smart Capital è segnale di vivacità del settore
Che il mondo italiano delle società di partecipazioni si stia nuovamente vivacizzando lo conferma anche il recente successo del debutto delle quotazioni lo scorso 22 novembre delle azioni ordinarie su Euronext Growth Milan - Segmento Professionale, di Smart Capital. Si tratta infatti di una tipica holding di partecipazioni industriali di tipo “permanent capital” specializzata in investimenti di Private Equity e di Private Investments in Public Equity.
Il collocamento si è concluso con una raccolta complessiva di oltre 8,6 milioni di euro al prezzo di sottoscrizione di 1,55 euro per azione, suddivisa in due tranche. In particolare, il capitale sociale della società post–money, cioè immediatamente dopo il completamento dell’offerta pubblica iniziale, è composto da 28.103.019 azioni di cui 26.437.764 azioni ordinarie ammesse a negoziazione e 1.665.255 azioni a voto plurimo, queste ultime detenute dagli azionisti di riferimento Finagrati, Costantini Investments e Reef Capital.
La raccolta derivante della prima tranche dell’aumento di capitale scindibile è risultata pari a circa 6,9 milioni, a cui hanno partecipato circa 70 nuovi soci, tra cui Testa Holding (riconducibile alla omonima famiglia) e l’imprenditore Mario Cocchi unitamente a diversi primari investitori istituzionali. Per la seconda tranche, sono già stati raccolti impegni irrevocabili di sottoscrizione entro il termine del 31 dicembre 2024 per un importo complessivo di circa 1,8 milioni.
Alla data di avvio delle negoziazioni, la capitalizzazione post-money è risultata intorno ai 43,6 milioni di euro, che corrisponde a circa 41 milioni escludendo le azioni a voto plurimo non oggetto di ammissione alle negoziazioni. Andrea Costantini, presidente e amministratore delegato ha così commentato il successo dello sbarco in Borsa della holding: “Il sostegno degli investitori rafforza il nostro ruolo come partner strategico per le PMI italiane, promuovendo lo sviluppo sostenibile nelle aziende in cui investiamo con un forte approccio imprenditoriale”.
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