Perché i giovani italiani non risparmiano?

Le nuove generazioni vorrebbero risparmiare, ma inflazione e lavoro precario rendono difficile mettere da parte dei soldi.

Sara Silano 05/12/2024 | 11:19
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Illustration of a floating piggy bank with cash and coins falling out from the bottom and a floating cork.

Sotto l’albero di Natale, i giovani italiani vorrebbero trovare un po’ di soldi per poter risparmiare e, magari, investire. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, Millennials e Generazione Z vorrebbero mettere da parte qualcosa, ma non hanno le disponibilità finanziarie per farlo e spesso non riescono neppure a far fronte a tutte le esigenze quotidiane.

A dirlo è un’indagine di Gimme5, soluzione digitale che permette di accantonare e investire piccole somme, su un campione di clienti 300 clienti. Il sondaggio mostra che la causa principale negli ultimi anni è stata l’inflazione, ma alla base di tutto c’è la precarietà del lavoro.

L’Italia è al terzo posto in Europa per disoccupazione giovanile, con un tasso di circa il 18% contro una media del 14%. Gli ultimi dati Istat, rilasciati il 2 dicembre, rivelano che ad ottobre c’è stata una crescita dell’occupazione (+0,2%), ma ha coinvolto soprattutto “gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e chi ha almeno 50 anni di età”, si legge nella nota dell’istituto di statistica. Per contro, l’occupazione è stata “stabile” tra chi ha tra i 15 e i 24 anni e tra le donne ed è diminuita tra i 25-49enni e i dipendenti a termine. Un altro dato rilevante è l’aumento del tasso di inattività tra gli under 35 e le donne, con un incremento al 33,6% delle persone che non lavorano e non lo cercano.

Giovani italiani più precari e con meno reddito rispetto al resto d’Europa

Nel Belpaese, l’occupazione giovanile non è solo nettamente più bassa del resto d’Europa, ma è anche più precaria. “Nel 2023 i contratti a tempo determinato hanno interessato il 16,1% del totale dei dipendenti italiani, quasi 3 milioni di lavoratori”, si legge nell’indagine di Gimme5. “Un fenomeno che riguarda soprattutto le nuove generazioni, con il 33,4% dei lavoratori tra i 15 e i 34 anni impiegati con contratti a termine”.

Secondo l’Osservatorio sul Precariato dell’Inps su 3,16 milioni di contratti attivati nel corso del 2023 in favore di lavoratori al di sotto dei 30 anni, quasi l’80% è stato temporaneo, nelle varie formule a tempo determinato, stagionale, in somministrazione, a chiamata e simili. “Il contratto a tempo indeterminato, che un tempo rappresentava la normalità per i giovani al momento del loro ingresso nel mondo del lavoro, oggi è un privilegio riservato a pochi”, affermano gli autori dell’indagine di Gimme5.

Il confronto con l’Europa è impietoso anche se si guarda alle retribuzioni e non è un segreto, infatti, che molti giovani cerchino un impiego fuori dall’Italia. Secondo i dati della Banca Mondiale, il reddito pro capite lordo dell’Italia è pari a 38.200 dollari, corrispondente a poco meno di 36.300 euro ai cambi attuali, contro i 53.970 dollari della Germania (51.300 euro) e i 45.070 della Francia (42.840), solo per fare qualche esempio. Nell’ultimo decennio, inoltre, si è assistito a una diminuzione della retribuzione media annua del 4,5% contro un incremento nel resto d’Europa.

L’elevata inflazione ostacola i risparmi dei giovani

L’inflazione ha dato un altro duro colpo alle finanze dei giovani italiani. A partire dal 2021, l’aumento generalizzato dei prezzi ha causato un crollo del 6,4% del potere d’acquisto dei giovani italiani. In particolare, l’inflazione ha superato il 10% su base annua dopo lo scoppio della guerra in Ucraina ed è rimasta elevata per gran parte del 2023, per poi ridimensionarsi nel 2024. L’ultima lettura dell’Istat riferita a ottobre mostra un incremento dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2023.

Negli ultimi anni è stato proprio l’aumento dei prezzi il primo fattore a ostacolare il risparmio individuale, secondo il 50,8% dei partecipanti al sondaggio Gimme5. Il secondo motivo sono state le emergenze finanziarie impreviste (34,1%). Seguono l’assenza di disponibilità economiche (31,4%), il mancato controllo delle spese (21,3%) e, infine, dagli acquisti d’impulso (16,3%).

Solo il 54% dei giovani riesce a risparmiare

Il quadro finale che emerge dal sondaggio è sconfortante: nonostante la stragrande maggioranza degli intervistati (79%) consideri il risparmio fondamentale, solo il 54% del campione riesce effettivamente a risparmiare con costanza. A fare più fatica è la Generazione Z (che comprende i ragazzi nati tra la metà degli anni Novanta e il 2010, Ndr), (42%) e le donne (32%), le più penalizzate dal divario retributivo di genere e dalla discontinuità lavorativa. Il 46% del campione risparmia solo saltuariamente, in particolare il 26% lo fa solo se necessario e il 20% raramente o mai.

Investire per costruirsi un futuro per sé o per la famiglia o anche solo per l’acquisto futuro di un’auto o una casa appare un compito ancora più arduo, ma su questo fronte “i giovani si confermano determinati e resilienti”, ammette Giuseppe Codazzi, project manager di Gimme5: “Dall’analisi della nostra base clienti emerge un aumento rispetto al 2023 sia dell’importo (+22%) sia dell’orizzonte temporale dei loro ‘obiettivi di risparmio’”.

L’indagine mostra anche che le nuove generazioni riescono a mantenere i nervi saldi di fronte alla volatilità del mercato più di quelle precedenti. Una prova è il fatto che, “dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, tra Millennials (nati tra gli anni Ottanta e Novanta) e Boomers (nati tra il 1946 e il 1964) si sia registrata una differenza del 187% in termini di raccolta netta”, spiega Codazzi con riferimento all’uso dell’applicazione Gimme5.

Risparmiare con i salvadanai digitali

Guardando al futuro, l’uso delle nuove tecnologie può aiutare i giovani, che sono nati già nell’era di Internet e del digitale, a risparmiare e ad avvicinarsi al mondo degli investimenti. “Crediamo che il fintech, con la sua flessibilità e accessibilità, possa giocare un ruolo decisivo nell’incentivare la sistematicità del risparmio, anche a partire da piccole somme, offrendo un sistema intuitivo per aiutare giovani e giovanissimi a pianificare il proprio futuro finanziario”, dice Codazzi.

I cosiddetti salvadanai digitali, infatti, consentono di accantonare in modo automatico e con regolarità anche piccole somme attraverso applicazioni direttamente dal proprio smartphone. Il principio di fondo è spesso quello dell’investimento per obiettivi, per cui è possibile impostare uno o più obiettivi, come ad esempio l’acquisto di una casa, di una moto o di un’auto, per poi iniziare ad accantonare i soldi per raggiungerli. Queste applicazioni possono essere proposte dalle banche presso cui si ha il conto corrente o da altre piattaforme, come Gimme5, Satispay o Hype.


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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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