In meno di due anni, le azioni dei principali produttori europei di alcolici hanno registrato una massiccia ondata di sottoperformance, riflettendo le difficoltà economiche di un settore che deve affrontare il rallentamento della domanda in Cina e la lenta riduzione delle scorte accumulate negli Stati Uniti.
Un’industria che dipende dagli Stati Uniti e dalla Cina
Dopo diversi trimestri di risultati deludenti, quando miglioreranno i risultati dei produttori di alcolici?
“È difficile dire con esattezza quando si verificherà il punto di minimo degli utili, ma mi aspetto che i principali operatori tornino a crescere entro il 2025”, afferma Verushka Shetty, analista azionaria di Morningstar.
“Stiamo assistendo a un forte rallentamento dopo il boom post-covid, ma credo che i leader (Diageo e Pernod Ricard) siano particolarmente resistenti alla congiuntura e che il settore abbia dimostrato di potersi riprendere nel giro di uno o due anni”, aggiunge Shetty.
Affinché i profitti delle aziende leader del settore si riprendano, “il mercato statunitense e quello cinese devono prima stabilizzarsi”, afferma l’analista. “Una volta che questi mercati si saranno ripresi, credo che le aziende produttrici di alcolici saranno di nuovo in grado di raggiungere i loro obiettivi di medio termine”, conclude.
Dopo che i dati del terzo trimestre del 2024 hanno confermato le persistenti difficoltà, l’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump, sostenitore del protezionismo commerciale e delle barriere tariffarie, ha pesato ulteriormente sui prezzi delle azioni dei produttori di alcolici.
“Le aziende del comparto tendono a subire danni collaterali dalle guerre commerciali”, afferma Verushka Shetty. “Tuttavia, non vediamo alcun impatto a lungo termine sui profitti, per effetto del loro potere di determinazione dei prezzi”.
Dopo mesi di sottoperformance, le azioni del settore sono a sconto rispetto alle valutazione storiche.
“Il settore dovrebbe tradizionalmente registrare buone performance in un contesto di tassi d’interesse in calo, ma i fondamentali restano deboli”, hanno osservato gli analisti di UBS in una nota pubblicata il 16 ottobre.
Il recente avvertimento di Rémy Cointreau RCO, specialista in cognac di alta gamma, illustra le difficoltà che stanno affrontando i principali produttori di alcolici europei.
Lenta stabilizzazione negli Stati Uniti
Tuttavia, la normalizzazione di due dei maggiori mercati di alcolici al mondo potrebbe richiedere ancora del tempo.
Secondo uno studio pubblicato da Deutsche Bank a settembre, la prevista lenta ripresa del mercato degli alcolici negli Stati Uniti non è dovuta tanto a un effetto generazionale quanto all’affermazione delle bevande pronte da bere, che stanno sottraendo quote di mercato alla maggior parte delle categorie, ad eccezione di tequila e liquori.
Il mercato statunitense degli alcolici è cresciuto in media del 2,9% all’anno in termini di volume tra il 2000 e il 2019, ma la crescita è rallentata a un +1,7% annuo tra il 2019 e il 2023.
Al contrario, le bevande pronte da bere hanno visto la loro crescita accelerare nello stesso periodo, passando dal 7,7% annuo tra il 2000 e il 2019 al 17,2% annuo tra il 2019 e il 2023.
Dal 2021, i “cocktail preparati” hanno guadagnato quote di mercato nelle vendite di alcolici", scrivono gli analisti di UBS nel loro studio.
In base al report della banca, la normalizzazione del mercato potrebbe protrarsi fino alla fine del prossimo anno.
L’incognita cinese
La situazione del mercato cinese non è certo migliore nel breve termine. Nell’annunciare i risultati annuali alla fine di agosto, il gruppo Pernod Ricard ha fatto riferimento a un “difficile contesto macroeconomico che pesa sulla domanda dei consumatori” in Cina.
In effetti, la fiducia dei consumatori è ancora debole, a causa di un settore immobiliare in sofferenza e di un mercato azionario cinese che rimane volatile.
A ciò si aggiunge l’incertezza politica nelle relazioni commerciali con l’Europa.
La Cina non ha esitato a rispondere alle barriere tariffarie imposte dall’Europa sui suoi veicoli elettrici annunciando tasse aggiuntive sulle esportazioni di cognac, una decisione che minaccia soprattutto i produttori francesi.
Questa situazione ha spinto diverse aziende del settore ad adottare un atteggiamento prudente nei prossimi trimestri. Nell’annunciare i dati di vendita semestrali a fine settembre, Rémy Cointreau ha parlato di un “deterioramento sequenziale delle vendite nel secondo semestre” nella regione Asia-Pacifico per il resto dell’esercizio finanziario, rispetto al periodo aprile-settembre 2024.
4 titoli a sconto
In questo contesto, sulla base delle stime del fair value di Morningstar, i due leader mondiali del settore, Diageo DGE e Pernod Ricard RI, sono scambiati con sconti significativi rispetto alle stime del fair value. Queste due società dispongono inoltre di un forte vantaggio competitivo. Anche Rémy Cointreau, un’altra società che presenta un economic moat, viene scambiata a un tasso di sconto elevato.
Il giudizio degli analisti di Morningstar sui 4 principali titoli europei nel settore degli alcolici.
Diageo
- Fair value: GBX 2.590,00
- Prezzo/Fair value: 0,93
- Rating Morningstar: ★★★★
- Economic Moat: Ampio
Analista: Verushka Shetty
“Diageo ha riportato risultati preliminari per l’esercizio 2024 piuttosto magri e sostanzialmente in linea con il consensus del mercato. Nonostante un generale indebolimento dei volumi, Diageo è riuscita ad aumentare leggermente o a mantenere la propria quota di mercato globale in oltre il 75% dei paesi in cui opera, sulla base delle vendite nette.
L’azienda ha realizzato forti risparmi di produttività e flussi di cassa in entrata, che hanno permesso di aumentare del 5% il dividendo proposto per l’intero anno. Il management rimane positivo sull’inversione di tendenza dei consumatori e sul ritorno alla crescita organica delle vendite nette".
Pernod Ricard
- Fair value: €129
- Prezzo/Fair value: 0,84
- Rating Morningstar: ★★★★
- Economic Moat: Ampio
Analista: Verushka Shetty
“Pernod Ricard ha riportato risultati del primo trimestre dell’esercizio 2025 inferiori alle nostre aspettative. Sebbene i numeri siano deboli, il management ha ribadito le sue prospettive a medio termine di una crescita organica delle vendite del 4-7% e di un aumento del margine operativo organico di circa 55 punti base. Riteniamo che il rallentamento sia ciclico piuttosto che strutturale e ci aspettiamo un ritorno alla crescita delle vendite nel prossimo esercizio. Sebbene le azioni siano attualmente scambiate al di sotto della nostra stima del fair value, riteniamo che la natura ciclica della categoria significhi che è improbabile che le azioni forniscano le qualità difensive che gli investitori ricercano nei titoli dei beni di consumo.”
Rémy Cointreau
- Fair value: €119,00
- Prezzo/Valore Equo: 0,50
- Valutazione Morningstar: ★★★★★
- Economic Moat: Medio
Analista: Verushka Shetty
“Riteniamo che Remy Cointreau disponga di un econoomic moat nella misura di medio per effetto di asset intangibili nella categoria più importante dell’azienda, il cognac. I vantaggi competitivi nel settore delle bevande variano a seconda della categoria e, sebbene alcune siano state vulnerabili ai nuovi operatori negli ultimi anni, riteniamo che gli alcolici siano generalmente più protetti dalla recente ondata di nuovi operatori rispetto alla maggior parte delle altre categorie di beni di consumo. La verifica obbligatoria dell’età presso il punto vendita ha limitato la crescita del canale dell’e-commerce, che ha barriere all’ingresso più basse rispetto ai canali di vendita tradizionali. La quota degli hard discount e i volumi degli alcolici a marchio privato sono minimi, il che indica che i consumatori preferiscono gli alcolici di marca”.
Gruppo Campari
- Fair value: €9.00
- Prezzo/Valore Equo: 0,69
- Valutazione Morningstar: ★★★★
- Economic Moat: Assente
Analista: Verushka Shetty
“Campari CPR ha riportato risultati in linea con le nostre aspettative per il terzo trimestre del 2024. Nonostante la continua debolezza dei consumi, rimaniamo impressionati dalla sovraperformance dell’azienda nel settore. Tuttavia, ci aspettiamo che la congiuntura macro pesi sui risultati per il resto dell’anno. Le nostre stime a lungo termine rimangono invariate e manteniamo quindi la nostra stima di fair value a 9 euro. Preferiamo Diageo e Pernod Ricard, che hanno un moat ampio, sono scambiate a sconto rispetto alla nostra stima del fair value e hanno un portafoglio prodotti più ampi”.
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