Cosa aspettarsi da bitcoin nel 2025

Sotto l’effetto Trump, la principale criptovaluta macina record e sta diventando mainstream, ma l’eventualità di una forte correzione è sempre in agguato.

Valerio Baselli 12/12/2024 | 07:28
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Illustrazione a collage dai toni ramati con Bitcoin al centro, circondato da frecce verso l'alto e verso il basso.

La rielezione di Trump ha scatenato il rally del bitcoin e i pro-cripto sono ottimisti per il 2025. Analizziamo i probabili driver di prezzo per la principale criptovaluta nel prossimo anno, il ruolo che gli asset manager svolgeranno nel renderla sempre più mainstream e i probabili cambiamenti nel panorama normativo.

La rapida ripresa del bitcoin

L’inverno delle criptovalute del 2021 e 2022 sembra ormai un lontano ricordo. Si trattò di una grave crisi per le criptovalute, durante la quale il prezzo del bitcoin crollò sotto i 20.000 dollari, perdendo il 75% in 12 mesi. Oggi, BTC viaggia intorno ai 100 mila dollari, dopo aver toccato i 103 mila la settimana scorsa.

Una tale svolta è impressionante, ma la storia del bitcoin è caratterizzata da alti e bassi estremi, afferma John Plassard, senior investment specialist di Mirabaud Group, intervistato da Morningstar: “L’ascesa senza precedenti del bitcoin riflette una miscela di maggiore legittimità e di domanda crescente, ma la storia suggerisce cautela in quanto la traiettoria del prezzo è stata segnata da brusche correzioni dopo periodi di crescita esponenziale”.

Le criptovalute sono note per la loro elevata volatilità. I prezzi possono fluttuare in modo significativo in brevi periodi, indotti da fattori quali il sentiment del mercato e la propensione al rischio, le novità normative, gli sviluppi tecnologici e le tendenze macroeconomiche.

Adrian Fritz, responsabile della ricerca di 21Shares, afferma che le correzioni fanno parte della storia del bitcoin e sono fondamentali per la dinamica dei prezzi.

“Questi aggiustamenti al ribasso, che di solito vanno dal 20 al 40%, servono come meccanismo vitale per ristabilire l’equilibrio del mercato e sono parte integrante dei modelli storici di prezzo del bitcoin”.

Dovile Silenskyte, direttore della ricerca sugli asset digitali di WisdomTree, è d’accordo.

“Gli investitori dovrebbero affrontare l’investimento in bitcoin con la consapevolezza che la volatilità è una caratteristica intrinseca. Ciò significa essere preparati a correzioni dei prezzi e a cali di valore potenzialmente sostanziali, indipendentemente dalle condizioni attuali di mercato”.

“Gli investitori dovrebbero anche riconoscere che la volatilità può funzionare in entrambe le direzioni: se da un lato presenta la possibilità di sostanziali guadagni al rialzo, dall’altro comporta il rischio di perdite significative.”

Bitcoin: opportunità e rischi nel 2025

Fare previsioni sul prezzo delle criptovalute è un esercizio molto rischioso. “Nel 2025, il futuro del bitcoin appare promettente ma incerto”, afferma John Plassard.

“La crescente integrazione del bitcoin nella finanza tradizionale attraverso gli ETF spot e l’adozione da parte degli investitori istituzionali suggerisce che il bitcoin potrebbe consolidare la sua posizione come asset class legittima”, afferma.

Tuttavia, la sua performance dipenderà da fattori macroeconomici, dalla liquidità del mercato e dalle politiche normative dell’amministrazione Trump.

“Se l’attuale traiettoria continua, bitcoin potrebbe registrare un’ulteriore crescita, anche se è probabile che la volatilità e le correzioni di mercato continuino a far parte della narrazione”, aggiunge.

Tra i possibili fattori positivi nel 2025, Silenskyte di WisdomTree cita anche le persistenti pressioni inflazionistiche e l’incertezza della politica monetaria come stimolo all’interesse per il bitcoin come “riserva di valore”.

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Il denaro più economico potrebbe andare verso le criptovalute

Secondo Adrian Fritz, con l’allentamento della politica monetaria nel 2025, “la maggiore liquidità nel sistema finanziario potrebbe confluire anche negli asset digitali, facendo potenzialmente aumentare la domanda di bitcoin”.

Fritz sottolinea tuttavia che l’escalation dei conflitti geopolitici, in particolare in Medio Oriente, potrebbe attenuare in modo significativo l’appetito degli investitori per gli asset ad alto rischio.

“L’incertezza economica e l’instabilità dei mercati che ne derivano spesso spingono gli investitori verso asset più sicuri e tradizionali, innescando potenzialmente un selling-off“, spiega il responsabile della ricerca di 21Shares, il quiale mette inoltre in guardia sulla possibilità di un’attuazione più lenta del previsto delle politiche a favore delle criptovalute da parte della Casa Bianca.

Questo “potrebbe portare a una delusione del mercato e a una correzione dei prezzi, poiché molti investitori scommettono che l’amministrazione Trump invertirà la tendenza dell’elaborazione delle criptovalute negli Stati Uniti”.

Trump spinge per una regolamentazione a favore delle criptovalute

In effetti, si prevede che l’amministrazione Trump giocherà un ruolo significativo, in quanto i bitcoiners si aspettano una regolamentazione molto più favorevole alle criptovalute. Gary Gensler, attuale presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) - storicamente avverso al mondo delle criptovalute e sostenitore di una regolamentazione molto più severa - si dimetterà il 20 gennaio 2025. Al suo posto, Donald Trump ha nominato Paul Atkins, da anni sostenitore delle cripto.

Trump ha promesso di fare degli Stati Uniti il nuovo “hub del bitcoin” e la stampa statunitense ipotizza nomi per i ruoli di leadership nel Dipartimento del Commercio, del Tesoro e della SEC che sono molto favorevoli all’industria delle criptovalute.

Ci sono piani concreti per l’istituzione di consigli consultivi specializzati in asset digitali e anche per la nomina di uno “zar delle criptovalute” che avrebbe il compito di consigliare e regolamentare il settore. Per questo ruolo si parla del CEO di Ripple Brad Garlinghouse.

“Queste mosse suggeriscono un possibile snellimento dei processi normativi e una maggiore integrazione degli asset digitali nei sistemi finanziari tradizionali, favorendo potenzialmente l’innovazione e la crescita”, commenta Fritz.

Non comprare bitcoin è asset allocation

Negli ultimi anni bitcoin si è trasformato in una vera e propria classe di attività finanziaria. La sua capitalizzazione di mercato di 2,03 trilioni di dollari USA (1,57 trilioni di sterline) lo colloca tra i maggiori asset del mondo e l'approvazione di ETF spot nel gennaio 2024 negli Stati Uniti ha colmato il divario tra cripto e finanza tradizionale.

“Questi strumenti continueranno a contribuire all’aumento della domanda negli Stati Uniti, dato che un numero maggiore di banche private, hedge fund e fondi pensione governativi aggiungono il BTC ai loro portafogli, come dimostrano i documenti 13F della SEC negli ultimi tre trimestri”, spiega Adrian Fritz.

Plassard di Mirabaud aggiunge che l’ingresso di importanti gestori patrimoniali come BlackRock e Fidelity ha “ulteriormente legittimato il bitcoin come asset di portafoglio”.

Dovile Silenskyte di WisdomTree afferma inoltre che gli investitori istituzionali stanno riconoscendo sempre più il valore di allocare una piccola percentuale dei loro portafogli multi-asset al bitcoin. Le conversazioni con gli investitori istituzionali si stanno infatti evolvendo: “Sempre più persone iniziano a riconoscere che nessuna allocazione in bitcoin rappresenta una sottoponderazione attiva, piuttosto che una posizione neutrale”.


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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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