UniCredit sale in Commerz, BPM va all’attacco su OPS

La partecipazione di UniCredit nella banca tedesca sale al 28%. Intanto, BPM chiede l’intervento Consob.

Alliance News 18/12/2024 | 13:49
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La battaglia su Banco BPM BAMI entra nel vivo, con il management della banca di Piazza Meda che si difende attaccando Unicredit UCG sulla sua solidità e chiedendo l’intervento della Consob. Per canto suo, l’istituto guidato da Andrea Orcel sale in Commerzbank CBK e ci tiene a far sapere che le due partite, quella tedesca e quella italiana, sono assolutamente distinte.

In Piazza Affari, nel primo pomeriggio, UniCredit fa un balzo dell'1,8% a EUR38,8 mentre Banco BPM è stabile a EUR7,9 per azione. A Francoforte, Commerzbank guadagna il 2,6% a EUR15,7. Inchiodata Anima, che è ferma a EUR6,5.

Giuseppe Castagna, numero uno del Banco, spiegava da giorni ai suoi interlocutori che la partita per salvarsi dall’assedio di UniCredit era decisamente in salita, anche per la neutralità del governo italiano, ma che l’avrebbe combattuta con ogni mezzo nell’interesse degli azionisti “quantomeno perché il prezzo dell’OPS (offerta pubblica di scambio, Ndr) è assai basso”. E ieri è arrivata la prima mossa con accuse a UniCredit rivolte alla sostanza dell’operazione e contenute in un esposto alla Consob.

“Quello che più infastidisce Banco BPM è che l’OPS di UniCredit sia stata lanciata a prezzi volutamente bassi e con un impianto ancora generico e non convincente, solo per inchiodare il Banco alla passivity rule”, riferisce una fonte vicina a Piazza Meda.

E secondo il cda, riunitosi ieri lungamente, nell’OPS di UniCredit ci sarebbe stato “un utilizzo strumentale delle leggi” che avrebbe danneggiato anche gli azionisti della controllata del risparmio gestito, Anima Holding ANIM, a loro volta destinatari di un’OPA amichevole di Banco Bpm da EUR1,6 miliardi.

Il Banco contesta quindi la correttezza della valutazione di UniCredit, per cui la banca vale EUR6,65 per azione con un premio dello 0,5% rispetto alla chiusura della seduta precedente all’offerta del 26 novembre. Ma secondo il Banco bisognava tenere conto che nei venti giorni precedenti era stata lanciata l’Ops su Anima e ed era stato rilevato il 5% di Monte Paschi dal Mef, dando vita alle premesse del Terzo polo bancario con Siena, Francesco Gaetano Caltagirone e la Delfin degli eredi Del Vecchio.

Secondo il board del Banco, “il premio determinato sulla base del prezzo ufficiale delle azioni UniCredit alla vigilia dell’offerta non è il 14,8%: il dato corretto è pari al 3,9%”. Di oltre il 14%, sostiene il consiglio, è piuttosto lo sconto proposto ai soci di piazza Meda, sulla base dei valori di Borsa di lunedì quando il titolo ha toccato gli EUR8 per azione.

In realtà il mercato sconta già da settimane il fatto che l’offerta carta contro carta di Unicredit possa essere ritoccata al rialzo, ma per Castagna non è questo l’unico elemento da valutare.

In un primo tempo, non solo la Lega di Matteo Salvini aveva eccepito che Unicredit avesse tutte le carte in regola per fare un’operazione del genere in quanto troppo “estera”. Nel senso che sarebbe troppo esposta all’estero, non solo con la scalata a Commerzbank. E ora, arriva l’attacco diretto del Banco proprio su questo punto.

“Il fatto che Banco BPM abbia un così forte radicamento nel Nord Italia, in una delle aree più dinamiche e industrializzate d’Europa”, dice il cda di Piazza Meda, “ci consente di affrontare serenamente il futuro, al riparo dall’incertezza che caratterizza invece la presenza di Unicredit in Paesi come la Germania, alcune nazioni dell’Est Europa e soprattutto la Russia”.

Per il Banco, un’uscita totale di Unicredit dalla Russia impatterebbe sul Cet1, il capitale di migliore qualità, che è al 16,1%, per 52 punti base, pari a circa EUR1,5 e EUR2 miliardi.

Infine, Castagna attacca su Commerzbank: “Ritengo che i nostri azionisti abbiano il diritto di conoscere quali sono i possibili sviluppi, i rischi e i costi associati, anche in riferimento all’operazione Commerzbank”.

UniCredit ha risposto nei fatti e oggi ha reso noto che è salita al 28% di Commerzbank, di cui il 9,5% come partecipazione diretta e il resto in derivati. L’obiettivo dichiarato in precedenza dalla banca di Gae Aulenti era di arrivare al 29,9% senza lanciare Opa.

Indirettamente, UniCredit replica anche ai rivali, spiegando che “il prezzo medio di ingresso di Unicredit per l’intera posizione è inferiore alle attuali quotazioni e soddisfa tutti i parametri finanziari che la banca è si impegnata rispettare nei confronti degli azionisti”.

Non solo, ma la posizione presa in Germania “rimane al momento solo un investimento e non ha alcun impatto sull’offerta pubblica di scambio con Banco BPM”. E riflette semplicemente “la fiducia nella Germania, nelle sue imprese e nelle sue comunità, nonché l’importanza di un settore bancario forte nel sostenere lo sviluppo economico del paese”.

Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist

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